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#eJournalism: Il Guardian accusato di terrorismo per il caso Snowden?

Gran Bretagna


#eJournalism è una rubrica settimanale promossa da Key4biz LSDI (Libertà di stampa, diritto all’informazione). Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

 

La polizia britannica sta valutando se qualche giornalista del Guardian debba andare sotto processo con l’accusa di terrorismo per aver pubblicato il materiale filtrato per mano dell’ex analista della NSA Edward Snowden. Lo segnala il sito spagnolo 233grados.com, riprendendo Europa Press.

 

Cressida Dick, che guida la sezione Operazioni speciali della polizia metropolitana di Londra, ha confermato che il suo obiettivo è di accertare se siano stati commessi reati, ipotizzando quello che di solito viene eccepito in questi casi: pubblicare dei dettagli su agenti dell’intelligence potrebbe aver messo a rischio la loro vita.

 

Il direttore del quotidiano, Alan Rusbridger, nega seccamente questa ipotesi assicurando che il suo giornale ha evitato in qualsiasi momento la divulgazione di alcune informazioni.

 “Non abbiamo pubblicato nomi e mai c’è sfuggito il controllo su di essi” ha assicurato Rusbridger lunedì durante la sua audizione al Parlamento londinese.

Il Guardian – ha spiegato – ha pubblicato solo l’1% del materiale fatto filtrare da Snowden: “Mi pare che fino ad oggi abbiamo diffuso solo 26 documenti sui 58.000 che abbiamo visto. Abbiamo utilizzato un criterio molto selettivo di quello che intendevamo pubblicare”.

 

L’audizione ha avuto anche dei momenti molto tesi, come quando – racconta il Washington Post – un deputato conservatore gli ha chiesto: “Lei è un criminale, non è così?”.  A cui il direttore del Guardian ha risposto: “Dipende dal concetto di libertà di stampa che ha lei”.

 

Un altro momento clou è stato quando una deputata laburista gli ha chiesto se amava il suo paese. Rusbridger ha assicurato di nutrire un forte patriottismo, assicurando che una delle cose che ispirano questo suo sentimento è la qualità democratica del Regno Unito, che permette l’esistenza di una stampa libera per cui chiunque può pubblicare il tipo di informazioni che il suo giornale ha diffuso.

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