#cosedanoncredere: aumento dell’IVA al 22%. Un punto fa la differenza, eccome!

di di Massimiliano Dona (Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori) |

Italia


Massimiliano Dona

Rubrica settimanale #cosedanoncredere, curata da Massimiliano Dona, Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori (www.consumatori.it), per Key4biz. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

 

 

Vino, birra, tv, cellulari, connessioni a internet, abbigliamento, calzature e naturalmente la benzina: per la nona volta negli ultimi quarant’anni, crescono i prezzi di beni e servizi  a causa dell’aumento dell’Iva con buona pace della “ripresina” dei consumi.

Fino alla fine speravamo che si riuscisse a scongiurare l’aumento dell’Iva al 22%, ma, a quanto pare, le risorse necessarie non sono saltate fuori e a pagare saranno ancora una volta i consumatori.

 

Sento ripetere continuamente che l’aumento di un punto percentuale non è poi così grave, ma non sono d’accordo; è vero, infatti, che i rincari non riguarderanno direttamente i beni di prima necessità (sarebbe il caso di riflettere su cosa oggi consideriamo un bene primario), ma purtroppo anche il solo aumento del carburante farà moltiplicare il prezzo di tutte le merci trasportate su gomma. Basti pensare a frutta, verdura, carne, latte e uova che viaggiano sulle strade per raggiungere i mercati di tutta Italia.

 

Non sono trascurabili, poi, le conseguenze psicologiche del rincaro: i cittadini sono ormai stanchi di vedere crescere imposte, come l’Iva, ispirate a criteri proporzionali (e non progressivi) con il risultato di aggredire i bilanci delle fasce più povere della popolazione. Questo nuovo incremento innescherà, purtroppo, una spirale nella quale si volatilizzeranno le piccole speranze di ripresa certificate dagli organismi internazionali e a farne le spese saranno i consumatori, vista l’ulteriore stangata per le famiglie, ma anche gli stessi commercianti sui quali ricadrà un’ulteriore calo dei consumi.

 

Avremmo preferito che il bene dei cittadini venisse prima degli interessi di partito e della miopia di certa politica, ma ancora una volta il “benaltrismo” di chi è interessato a dichiarare che ben altri sono i problemi dello scenario economico ha prevalso.

Noi siamo ancora convinti che ben altro si poteva fare…