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#cosedanoncredere: i paradossi della crisi. Gli italiani rinunciano alla carne ma non all’iPhone

Italia


Rubrica settimanale #cosedanoncredere, curata da Massimiliano Dona, Segretario Generale Unione Nazionale consumatori (www.consumatori.it), per Key4biz. Per consultare gli articoli precedenti clicca qui.

 

Ci troveremo di fronte anche questa volta a lunghe code in prossimità dei centri commerciali? I centri Apple saranno letteralmente presi d’assalto dalle prenotazioni di chi sarebbe disposto a tutto per aggiudicarsi il nuovo gioiellino della tecnologia? Staremo a vedere nei prossimi mesi, quando l’ultimo modello  dell’iPhone 5, presentato due giorni fa a Cupertino, arriverà in Italia in due versioni: la prima più economica e colorata e la seconda per veri amanti del lusso con prestazioni più elevate, a detta degli esperti e ovviamente un prezzo più alto.

 

C’è da giurare che molti consumatori non si lasceranno scappare l’occasione di accaparrarsi lo smartphone di ultima generazione: d’altronde non c’è crisi che tenga, gli italiani preferiscono tagliare sulla spesa e le vacanze piuttosto che rinunciare alla tecnologia. A confermarlo anche molti studi di settore che fotografano un Paese in cui dal carrello del supermercato scompare la carne rossa, il pesce e i prodotti di marca; le famiglie rinunciano all’abbigliamento alla moda e ai viaggi, ma si continua a spendere in gioco d’azzardo (e questo è uno dei motivi  per cui la nostra associazione è da sempre in prima linea nel contrasto alle ludopatie) e ovviamente in gadget tecnologici.

 

Sicuramente è vero che essere sempre connessi è utile per aggiornarsi,  risparmiare, confrontare i prezzi e spesso anche fare acquisti con un semplice click, ma ciò, probabilmente, non giustifica la spesa di più di cinquecento euro per un telefonino. Intendiamoci, non abbiamo nulla da dire sulle caratteristiche tecniche del nuovo melafonino (anzi è molto interessante la possibilità di utilizzarlo come strumento di pagamento elettronico), ma ancora una volta ci sorprende la schizofrenia di alcuni consumatori che, da un lato piangono povertà e si lamentano delle crescenti difficoltà del quotidiano e dall’altro si lasciano conquistare da mode assolutamente inconsistenti.

 

Purtroppo questa è l’ulteriore dimostrazione che siamo ben lontani da quella centralità del consumatore per cui ci battiamo e che qualcuno ci vuole far credere faccia già parte del presente: non c’è assolutamente nulla di libero, né di consapevole nell’acquistare un telefonino che, probabilmente, mi legherà ad un operatore telefonico per i prossimi 30 mesi.

 

Senza contare che sembra sempre di più una corsa senza meta, perché una volta ottenuto l’oggetto del desiderio (e magari finito anche di pagarlo) sarà superato dall’ennesima novità…non resta che mettersi in fila, ma per il modello successivo!

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