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Lettera ANESTI: quale modello di sviluppo e di consumo per evitare il collasso del sistema?

Italia


Prosegue con la pubblicazione della terza ‘Lettera ANESTI’ la collaborazione tra Key4biz ed Eutimio Tiliacos, un analista di grande esperienza internazionale che conosce molto bene l’Italia e con cui cercheremo di maneggiare di volta in volta le migliori chiavi di lettura per comprendere meglio le dinamiche che stanno riformulando i ranking internazionali tra economia, finanza, manifatturiero, conoscenze e istituzioni internazionali. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

 

 

Maggio 2013

 

Quello che sta accadendo in economia ricorda molto il primo periodo delle invasioni barbariche, quando alcune popolazioni stanziali lungo il limes e al soldo dei romani per presidiare per loro conto le frontiere dell’impero, sotto la spinta bellica e demografica di altre popolazioni barbariche, furono costrette a spostarsi e cominciarono a loro volta a saccheggiare le città romane all’interno del confine. L’economia è diventata infatti il terreno di conquista di improbabili o sedicenti economisti – spesso esercitanti le più disparate professioni- posti inizialmente a semplice tutela della attuazione di provvedimenti di politica economica e finanziaria ed ora assurti al ruolo di pontefici massimi dell’economia e teorici della stessa di cui discettano in televisione e sugli altri media senza aver maturato la necessaria preparazione e senza il rispetto delle minime regole metodologiche.

 

Una seria indagine infatti non può iniziare ed essere preceduta da tentativi alla cieca o peggio -come abbiamo visto nel numero scorso di Lettera ANESTI www.anesti.it – dalla manipolazione a fini strumentali dei dati, ma deve essere basata sulla analisi realistica se l’attuale modello di produzione e distribuzione del reddito sia sostenibile nel lungo periodo e abbia oggi ancora un senso. E’ cioè venuto il momento di chiedersi (anzi era già venuto molto tempo fa e Lettera ANESTI lo sta ripetendo da anni) quale debba essere il modello di sviluppo e dei consumi a cui si debba lavorare per evitare che, come avviene in astronomia per le stelle morenti, il sistema collassi su sé stesso ed esploda. E’ evidente infatti che -come già nella crisi del 1929- stiamo vivendo un’epoca di eccesso di offerta sulla domanda.

 

Ma quale offerta e quale domanda ?

 

La composizione dei beni e servizi consumati attualmente è rimasta approssimativamente quella del secolo passato se non addirittura -salvo migliorie anche importanti- della prima fase della rivoluzione industriale. La rivoluzione post-industriale affermatasi nel secondo Novecento ha portato a nuove esigenze e a una nuovo tipo di domanda, oggi satura anch’essa perché ingabbiata in uno stile di vita e in un contesto spaziale che è rimasto quello di un tempo. C’è di conseguenza una sovraccapacità produttiva a livello globale. La stessa Cina che è assurta a simbolo della crescita rapida in questi decenni soffre di un modello di sviluppo oramai insostenibile. Circa metà del suo prodotto interno lordo è rappresentato da investimenti. Secondo Goldman Sachs lo stock di capitale accumulato dai cinesi in rapporto al PIL supera di gran lunga quello dei paesi europei ed è simile a quello statunitense, mentre al contempo -come scrive il Fondo Monetario Internazionale – il potenziale produttivo cinese è sfruttato appena al 60% e molti settori registrano perdite (aeroporti) o soffrono di bassi profitti (acciaio) o ancora di crescenti stock di invenduto (automobilistico)  (“many airports in China are losing money, yet China is building more anyway. China will build another 45 airports over the next five years…new investments would take the total number of airports in the country to 220, even though most of the existing airports were losing money. Similarly, railways investments are just doing as bad….Meanwhile, corporate profits (excluding banks) are falling. On top of that, manufacturing PMI detailed figures have shown an increase in inventory as manufacturing companies have clearly been producing too much and sales have been going too slowly. Steel companies’ profit for each tonne of steel has gone down to almost non-existent. Inventories of unsold cars are soaring at dealerships across the nation, and the Chinese industry’s problems show every sign of growing worse, not better. So many auto factories have opened in China in the last two years that the industry is operating at only about 65 percent of capacityfar below the 80 percent usually needed for profitability. Yet so many new factories are being built that, according to the Chinese government’s National Development and Reform Commission, the country’s auto manufacturing capacity is on track to increase again in the next three years by an amount equal to all the auto factories in Japan, or nearly all the auto factories in the United States.” http://www.alsosprachanalyst.com/economy/chinas-overinvestment-the-problem-of-having-too-much.html).

 

La redistribuzione del reddito può costituire una via per saturare meglio, con una appropriata politica che favorisca chi ha maggiore propensione ai  consumi, l’eccesso di offerta di beni e servizi.  Ma è un processo lento che, se attuato troppo rapidamente, porta a tensioni sociali intra-statali o a tensioni fra stati come sta dimostrando la crisi dell’area euro e il braccio di ferro fra paesi con deficit e debiti pubblici più contenuti e paesi maggiormente gravati dal debito pubblico. Va inoltre ad intrecciarsi con le problematiche tipiche di un mercato finanziario oramai cresciuto a dismisura e non più governabile con gli attuali strumenti a disposizione delle banche centrali.

 

L’altra soluzione, quella in atto da qualche tempo, definita del cosiddetto “quantitative easing” (QE) adottata da alcuni paesi quali gli Stati Uniti, l’Inghilterra e il Giappone, che consiste nell’iniettare ingenti quantitativi di liquidità nel sistema finanziario, non sta dando che in parte i frutti sperati perché il credito dal circuito finanziario non arriva alle imprese e famiglie,  già peraltro gravate di ingenti debiti, e non si traduce pertanto in domanda aggiuntiva di beni e servizi. Inoltre il debito pubblico USA ha già raggiunto la ragguardevole cifra ad oggi di 16.794 miliardi di dollari (pari a 53.331 dollari per ogni cittadino americano vivente; neonati e ultracentenari inclusi); quanto al Giappone, che già da tempo viaggiava ben oltre la soglia del 200 % del rapporto debito/PIL, è di questi mesi la notizia che accrescerà ulteriormente l’indebitamento pubblico a ha deciso di raddoppiare (!) l’attuale base monetaria con l’equivalente in yen di ulteriori 1.400 miliardi di dollari portandola a 2.900 miliardi di dollari a fine 2014 e risollevando così lo spettro dell’inflazione come terapia alla crisi .

 

Ma allora viene da chiedersi quale sia la possibile via di uscita da questa situazione apparentemente inestricabile. L’unica soluzione a nostro avviso praticabile almeno nel medio-lungo periodo se non nel breve o nell’immediato, consiste nel ripensare dalle fondamenta il nostro stile di vita e reinterpretare in chiave dinamica e innovativa le attività a cui assolviamo e lo spazio che occupiamo non rifugiandoci in utopie ma guardando concretamente al futuro. In altre parole non bisogna cedere alla tentazione di regredire ma occorre disegnare un futuro con nuovi bisogni a cui diano risposta tecnologie innovative. Un esempio di quanto appena detto e che trae spunto da un processo in parte già in corso, che può aiutare a comprendere le fasi di passaggio da vecchi a nuovi modelli di domanda e offerta, è quello costituito dalle applicazioni che offrono i servizi forniti dalle costellazioni di satelliti in orbita terrestre. La Commissione Europea per l’intero periodo che va dal 2014 al 2020 ha stanziato complessivamente, in attesa di approvazione dal Parlamento Europeo, la cifra di 11 miliardi di euro, di cui 6,3 miliardi per il progetto satellitare europeo Galileo, come riferisce  Paul Flament, Head European Commission Satellite Navigation Unit in una intervista a Inside GNSS del 30 Aprile scorso (“Under the MFF [the Multi-Annual Financial Framework, i.e. the overall EU budget] under discussion, the budget for Copernicus, the program formerly known as GMES, is 3.8 billion over the period 2014-2020. For space research we have another 1.5 billion or so. Altogether, we have around 11 billion for all space activities over the period 2014-2020. The EU is putting more and more of its money into ESA activities….originally asked for 7 billion for the Galileo program when the budget talks ended, that had been reduced to 6.3 billionDa: Galileo Conversation: Regulation, Budget, Markets, and International Relations http://www.insidegnss.com/node/3539).

 

Attualmente beni e servizi legati al satellitare generano un effetto complessivo sul reddito stimato, a seconda degli anni, fra il 6% e il 7% del PIL europeo. A questo si aggiunge la preoccupazione che il GPS possa subire delle interruzioni forzate del servizio -essendo un sistema concepito inizialmente per usi militari e non civili al contrario di GALILEO-  (“What does the future Galileo look like, or, better yet, what does it have to offer? After all, we already have GPS.” “Engineers know that reliance on one system — in this case GPS — is never a good idea, especially with so much of our GDP, 6-7 percent, now totally dependent on GNSS,” Flament says. “Still today, GPS is the only reliable system that we can use. If suddenly there is no GPS, for whatever reason, we are in big trouble“)  E qui si entra in un altro sterminato campo di domanda futura potenziale quello per prevenire con mezzi tecnologicamente adeguati la perversa natura umana di rompere le scatole al prossimo. Lo scorso anno la Corea del Nord ha accecato i sistemi GPS della Corea del Sud per un totale di 16 giorni interferendo con 1.016 voli aerei e 254 trasporti navali (“Last year, 1,016 airplanes and 254 ships in South Korea experienced GPS disruptions during 16 days of North Korean jamming, according to Seo and Kim. The frequency and duration of North Korean GPS jamming have continuously increased from four days in 2010” da InsideGNSS April 24, 2013 “North Korea’s GPS Jamming Prompts South Korea to Endorse Nationwide eLoran System). Ma il campo di applicazione di queste tecnologie può esulare dall’area dei conflitti interstatali ed essere invece più opportunamente riferito a diffuse applicazioni civili e tra queste ai cosiddetti “early warning systems” (lo sapevate ad esempio che nel Mediterraneo non è operativa una rete di rilevatori di possibili tsunami che interpretino immediatamente il fenomeno e lancino tempestivi allarmi a tutte le zone costiere ?). Può essere inoltre usato nel comparto dei sistemi intelligenti di trasporto, nelle cosiddette smart cities per ridurre la congestione del traffico urbano, migliorare la logistica urbana e interurbana e ridurre l’inquinamento. Tutti campi che possono generare una consistente domanda di beni e servizi attualmente solo parzialmente soddisfatta.

 

Un ulteriore campo generatore in futuro di forte domanda è quello dei servizi e apparati legati alla sicurezza cibernetica e al comparto aeronautico. Recentemente gli attacchi cibernetici sono evoluti verso una vera e propria guerra con interi apparati statali coinvolti in attività di spionaggio cibernetico come il recente caso di intromissioni cinesi nei comparti di progettazione di apparati bellici del nuovo velivolo F 35, su cui riferisce una agenzia Bloomberg del 2 Maggio (“Beginning at least as early as 2007, Chinese computer spies raided the databanks of almost every major U.S. defense contractor and made off with some of the country’s most closely guarded technological secrets, according to two former Pentagon officials who asked not to be named because damage assessments of the incidents remain classified. A few of the attacks have become public, including the 2007 theft from Lockheed Martin Corp. (LMT) of technology related to the F- 35, the most advanced U.S. fighter jet. Intelligence officials say the damage is far more extensive than the limited public accounting suggests, and that China-based hackers have acquired data on a large number of major weapons systems and many minor ones. One former intelligence official described internal Pentagon discussions over whether another Lockheed Martin fighter jet, the F-22 Raptor, could safely be deployed in combat, because several subcontractors had been hacked.  In a Feb. 18 report, Mandiant, an Alexandria, Virginia- based security firm, attributed 141 major cyber attacks to the Comment Crew without naming the targets. Mandiant identified the Comment Crew as the People’s Liberation Army Unit 61398, which is similar in some respects to the U.S. National Security Agency. Mandiant’s report prompted Tom Donilon, President Obama’s national security adviser, to call on China to stop the hacking of U.S. companies” China Cyberspies Outwit U.S. Stealing Military Secrets). (“Australia announced a significant boost to its military air power on Friday, committing to buy up to new 100 Lockheed Martin Corp F-35 Joint Strike Fighters, as it shifts its focus back to the Indo-Pacific while China and India beef up forces” Intelligence Brief by Cannistraro Associates May 5  2013).

 

E’ poi sterminato il campo dei beni e servizi collegati alle fonti energetiche di ogni tipo (convenzionali e non) a cominciare, nel primo caso, da quelli relativi al contenimento dei disastri chimici e nucleari. Mentre infatti il Giappone offre centrali nucleari alla Turchia di nuova generazione sembra che qualche problema sussista ancora per Fukushima dove intere piscine di acqua radioattiva alimentate da sorgenti sotterranee continuano a sgorgare e inquinare (“After a triple meltdown two years ago that grew into the world’s second worst nuclear disaster, the Fukushima Daiichi nuclear power plant in Japan is faced with a new crisis: a flood of highly radioactive wastewater that workers are struggling to contain. Groundwater is pouring into the plant’s ravaged reactor buildings at a rate of almost 75 gallons a minute. It becomes highly contaminated there, before being pumped out to keep from swamping a critical cooling system. A small army of workers has struggled to contain the continuous flow of radioactive wastewater, relying on hulking gray and silver storage tanks sprawling over 42 acres of parking lots and lawns. The tanks hold the equivalent of 112 Olympic-size pools. But even they are not enough to handle the tons of strontium-laced water at the plant — a reflection of the scale of the 2011 disaster” Intelligence Brief by Cannistraro Associates May 1  2013). Attualmente in Cina le piccole e medie imprese che sfornano capi di abbigliamento hanno magazzino pari a 3 anni di consumi mondiali. Complessivamente è ragionevole pensare che nuovi settori, nuovi stili di vita e nuova domanda per la sicurezza e la conservazione dell’ambiente possano generare più domanda che non quella dei settori tradizionali e possano garantire un miglior sostegno allo sviluppo.                                                                                 

 

Eutimio Tiliacos

 

 

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