#cosedanoncredere: non è tutta colpa della crisi economica!

di di Massimiliano Dona (Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori) |

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Massimiliano Dona

Rubrica settimanale #cosedanoncredere, curata daMassimiliano Dona, Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori (www.consumatori.it), per Key4biz. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

 

E’ colpa della crisi. Le casse del Comune piangono, i fondi latitano, le tasche dei consumatori sono vuote. Giornalmente sentiamo questo tipo di constatazioni che purtroppo riassumono lo stato di difficoltà del Paese, ma alle volte si ha l’impressione che rappresentino dei veri e propri alibi.

 

“Non ci sono soldi per sistemare le strade”, rispondono le amministrazioni chiamate in causa per il dissesto urbano; “mancano le risorse per garantire servizi migliori”, si giustificano i destinatari delle lamentele dei cittadini. Nessuno, però, dice che la macchina s’inceppa anche a causa d’incapacità, negligenze e malaffare, che fino ad oggi sono stati purtroppo tollerati, ma che, in un momento di ristrettezze, contribuiscono a portare il sistema al default.

 

D’altra parte, complice la crisi, molte aziende si sentono legittimate a rendere più aggressivo il loro marketing per supplire al calo delle vendite che ha colpito quasi tutti i settori dell’economia; ma la crisi non può essere il paravento dietro il quale nascondere scorrettezze e inganni. Non possiamo accettare che, per vendere un’automobile, un’impresa taccia nei suoi spot le reali condizioni del finanziamento, né che una compagnia telefonica nasconda dietro un jingle accattivante un’offerta poco chiara o si esaltino le fantomatiche proprietà di un alimento con il solo scopo di venderne una confezione in più.

 

Questo discorso (e so che tocco un tasto dolente) andrebbe applicato anche ai commercianti delle nostre città: da un po’ di tempo a Roma infuria la polemica tra il Comune e i negozianti delle vie del Centro che protestano contro l’ordinanza che ha vietato i tavolini abusivi. I negozianti rivendicano il loro diritto (sacrosanto!) di lavorare, ma ciò non può accadere a discapito del decoro della città. Roma sembra Sharm el Sheik (ma purtroppo è un discorso che non riguarda solo la Capitale) tra tavolini di plastica colorati sui marciapiedi, costruzioni improvvisate e chioschi abusivi: è una vergogna che i turisti debbano fare slalom tra i tavolini per passeggiare a piazza Navona e intravedere la Fontana di Trevi tra bancarelle e tendoni.

 

Il nostro Paese sta sicuramente vivendo una fase difficile, ma non possiamo accettare per questo una regressione dei diritti e dei doveri: domani giustificheremmo chi non fa gli scontrini solo perché non ce la fa ad arrivare alla fine del mese?