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IlSocialPolitico: Renato Brunetta e Roberto Speranza sui social network. L’ex ministro più popolare, ma il giovane democratico più interattivo

Italia


IlSocialPolitico è una rubrica settimanale promossa daKey4biz e @Social_politico.

 

Per parecchi anni il loro secondo mestiere è stato quello di presentarsi davanti a telecamere e taccuini per la dichiarazione di rito. I presidenti dei gruppi parlamentari hanno però da qualche tempo trovato degli alleati per bypassare il cronista di turno: affidare le loro parole direttamente ai social media.

Twitter e Facebook molto spesso vengono utilizzati, toppando in pieno la strategia comunicativa, come un semplice megafono per  arrivare agli utenti della rete. Sono davvero pochi quei leader politici che hanno capito come questi strumenti siano invece un efficace investimento per aumentare il proprio livello di “social value” (mix di attività, interattività e popolarità sul web). Abbiamo messo uno contro l’altro i neo eletti presidenti Renato Brunetta (quota pdl) e Roberto Speranza (quota pd) proprio per vedere se i due leader sono riusciti a costruirsi una buona reputazione sui social network.

 

Twitter

Renato Brunetta si dimostra più attivo di Speranza su Twitter: gli ultimi 200 tweet dell’ex ministro della Funzione Pubblica sono stati inviati con una frequenza media di 6,5 tweet al giorno. Speranza ha una media di 1,6 tweet al giorno. Il coordinatore della campagna per le primarie di Bersani si rivela però più attento di Brunetta nel costruirsi un migliore rapporto di interazione con gli altri utenti di Twitter.  Per citazioni e menzioni di altri profili Speranza viaggia su numeri altissimi: dei suoi ultimi 200 tweet in 177 tweets uno o più utenti di Twitter sono stati menzionati; in totale 351 volte qualche utente è stato citato e sono 120 i differenti profili menzionati. Le risposte ad altri utenti di Twitter sono 57. Ecco invece i numeri di Brunetta: nei suoi ultimi 200 tweet abbiamo trovato che in 99  uno o più utenti di Twitter sono stati menzionati; in totale 130 volte qualcuno viene citato; sono 28 i diversi utenti  menzionati ed una le risposte. Il livello di popolarità dei due politici è differente e va ad appannaggio del più “famoso” Renato Brunetta. Il capogruppo del Pdl ha 84.336 follower e dei suoi ultimi 200 tweet 163 sono stati retwettati dagli utenti di twitter per un totale di 1,249 volte. Il capogruppo del Pd ha numeri più modesti: 4.232 follower e dei suoi ultimi 200 tweet solo 52 sono stati retwettati per un totale di 411 volte.

 

Facebook

Anche su Facebook Renato Brunetta, con i 69.864 “Mi piace” prodotti dalla sua fanpage, risulta molto più popolare di Roberto Speranza (6.138 “Mi piace”). Il discorso cambia ancora una volta sul livello di interattività con gli utenti. Sotto questo aspetto Speranza con i suoi 727 “ne parlano” accorcia le distanza da Renato Brunetta  (1.020 ne parlano). Quest’ultimo indicatore – calcolando post, like, commenti e condivisioni – ci da il termometro di quante conversazioni un politico riesca ad innescare con i propri fan di Facebook.

 

Google trends:

Abbiamo confrontato Renato Brunetta e Roberto Speranza anche su Google Trend, lo strumento che rivela, attraverso un grafico, l’andamento che hanno le parole digitate nel motore di ricerca più utilizzato al mondo. L’output che ci restituisce Google Trend mette in luce come nell’intervallo di date che va dal 2008 fino al 2012, su una scala da 1 a 100,  Brunetta risulti avere moltissime ricerche a discapito di uno “sconosciuto” Speranza. Le cose cambiano dal settembre 2012 quando c’è un primo pareggio sul volume di ricerche fatte sui due politici. Brunetta cala moltissimo da quando non è più il ministro anti-fannulloni e il neo capogruppo del Pd ne approfitta sorpassandolo, fresco di nomina, con una rimonta compiuta negli ultimi 30 giorni (24/02-24/03).

 

 

Sul grafico, il numero di ricerche web eseguite con un termine specifico rispetto al numero totale di ricerche effettuate su Google nel tempo. Non rappresentano valori assoluti di volume di ricerca, perché i dati sono normalizzati e presentati su una scala da 0 a 100.

 

Dati raccolti dal 18 al 23 marzo

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