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#cosedanoncredere: Quando auto e benzina rischiano di andare fuori strada

Italia


Lanciamo oggi la nuova rubrica settimanale sulle politiche del consumerismo, curata da Massimiliano Dona, Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori (www.consumatori.it) per Key4biz, che sarà pubblicata ogni giovedì. La nuova rubrica nasce con l’intento di offrire ai lettori una maggior consapevolezza sulle tematiche del consumo e dei servizi, pubblici e privati.


Sono #cosedanoncredere tutte quelle raccontate da certi spot che non ingannano i consumatori ma informano in modo incompleto o descrivono offerte che esistono solo per sedurre possibili acquirenti. Talvolta le pubblicità sono opache, altre volte i messaggi omettono informazioni  rilevanti o le inseriscono con caratteri microscopici mettendo in evidenza solo gli aspetti più accattivanti. Non sono necessariamente ingannevoli (anche se spesso sono di cattivo gusto), ma agiscono come un’esca per i consumatori che si accorgono delle reali condizioni dell’offerta soltanto una volta scelto il prodotto (o il servizio) nella convinzione di fare un affare.

 

L’Unione Nazionale Consumatori denuncia ogni anno decine di campagne segnalandole all’Autorità Antitrust ed allo IAP, competenti in materia di pubblicità ingannevole. Ma a volte la condanna arriva in ritardo, quando gli spot hanno già provocato il loro effetto. Per questo abbiamo lanciato l’iniziativa #cosedanoncredere su Twitter e Youtube per spiegare, attraverso alcuni video, cosa c’è dietro gli spot più diffusi.

 

Alcune piccole vittorie le abbiamo già conquistate: in molti avranno visto la nuova campagna Eni3 che propone gas, luce e carburante in unica soluzione; prima ancora di studiarla per capirne la trasparenza, abbiamo segnalato all’azienda un aspetto discutibile. Nella prima versione, infatti, compariva un “graffitaro” che scriveva l’offerta sul muro: l’abbiamo segnalato ad Eni e nella seconda versione il writer è scomparso.

 

Guarda il video #cosedanoncredere: “la pubblicità Eni “scopri Eni3”.

 

Le nostre denunce poi, alle volte sortiscono altri effetti: ricordate lo spot Fiat “1 euro al litro?” Solo in una nota a piè di pagina si spiegava che l’offerta era valida soltanto per alcune stazioni di servizio (distributori di carburante IP) ma, soprattutto che per ogni vettura era previsto un limite massimo di litri acquistabili a prezzo scontato. Non tre anni ad un prezzo da sogno, dunque, come promuoveva la pubblicità, ma solo una manciata di litri presso i distributori convenzionati.

 

A cinque mesi dalla fine della promozione, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato alla quale abbiamo denunciato lo spot lo ha dichiarato ingannevole multando Fiat per 200 mila euro!

 

Guarda il video #cosedanoncredere: la pubblicità FIAT “blocca il prezzo del carburante 1 euro al litro”

 

Succederà lo stesso anche con la pubblicità della Smart che chiede quasi ironicamente da tutti gli angoli delle strade: “Veramente sono 95 euro al mese?”

Anche queste sono cose da non credere: la casa automobilistica propone infatti un finanziamento con rate da 95 euro, ma lo spot manca di dire tutta la verità; solo con un carattere minuscolo, infatti, sul cartellone si chiarisce che per avere l’autovettura è necessario versare un sostanzioso anticipo di 2200 euro ed è prevista una maxi rata finale da 5548 euro. Come se non bastasse, lo slogan principale tace il numero delle rate (nella nota si scopre che sono 35). Infine, solo leggendo il testo con l’asterisco si capisce che l’offerta non vale per tutte le Smart, ma è limitata ad un determinato modello.

Ci auguriamo che almeno questa volta (se di ingannevolezza si tratti), chi di dovere se ne occupi in maniera tempestiva.

Guarda il video #cosedanoncredere: la pubblicità SMART “veramente sono 95 euro al mese?”

 

 

 

 

 

 

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