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Network sharing delle reti mobili, un miliardo di sterline per le zone rurali in Uk

Tim-Vodafone

Il Governo britannico ha siglato un accordo da un miliardo di sterline con gli operatori per migliorare la scarsa copertura nelle aree rurali del paese. Si tratta del primo contratto globale di questo genere per la condivisione delle infrastrutture e dei tralicci di rete mobile per combattere il digital divide mobile. L’accordo è stato accolto positivamente dagli operatori e contestualmente dalla Country Land & Business Association (CLA).

Il progetto prevede la copertura mobile di 280mila ulteriori abitazioni e uffici, così come di 16mila chilometri di strade, e migliorerà la copertura 4G per raggiungere il 95% del territorio entro il 2025. I quattro operatori mobili nazionali (Vodafone, O2, Three, BT/EE) hanno avanzato un accordo da 530 milioni di sterline per una rete rurale condivisa per contrastare almeno in parte la mancanza di copertura in quelle aree dove arriva soltanto un operatore, ma gli altri sono assenti. Questo investimento prevede la realizzazione di una nuova rete di tralicci e pali in condivisione.

Questo progetto può andare avanti di pari passo con un altro investimento da 500 milioni di sterline da parte del Governo, che prevede la copertura di tutte le aree completamente scoperte del paese.

L’infrastruttura di rete realizzata dal Governo rientra nel Network nazionale dei servizi di emergenza e sarà messa a disposizione degli operatori, raggiungendo un ulteriore 2% di copertura nelle aree più periferiche del paese. La nuova rete porterà i maggiori miglioramenti in Galles, Irlanda del Nord e Scozia e consentirà agli operatori di raggiungere una copertura del 92% entro il 2025.

L’investimento di 532 milioni a carico degli operatori avrà una durata ventennale pari alla durata del progetto, con il contributo dei singoli operatori proporzionale alla copertura inziale.

L’investimento governativo sarà classificato come aiuti di stato e quindi soggetto al vaglio della Commissione Ue (Brexit permettendo) e al via libera dell’antitrust nazionale.  

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