Lo scenario

Nelle incertezze di una guerra che ha coinvolto l’intera Europa, enormi sono i danni all’economia italiana

di Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell'associazione “Attuare la Costituzione” |

Dalla paura per i missili caduti in Polonia al G20 di Bali, fino alla crisi energetica in corso, le conseguenze per l’economia nazionale secondo il Prof. Paolo Maddalena.

La caduta di un missile russo sul territorio polacco, che ha purtroppo ucciso due uomini, ha tenuto con il fiato sospeso il mondo intero. Poiché, in base all’articolo 5 del Trattato della Nato, un atto di aggressione contro uno dei Paesi aderenti, implica l’immediata reazione bellica da parte di tutti gli altri Paesi.

Paolo Maddalena

Zelensky ha sostenuto che si trattava di un missile lanciato dalla Russia, ma una commissione costituita da polacchi, statunitensi e uomini della Nato, dopo un’accurata perizia, ha accertato che il missile era stato lanciato dall’Ucraina.

Zelensky è tornato sull’argomento e ha ribadito che si è trattato di un’azione bellica della Russia, invocando ancora l’intervento della Nato. 

Come al solito, nello scontro propagandistico di due parti avverse, è difficile conoscere la realtà. Ma quanto accaduto conferma che Zelensky, ignorando le conseguenze mondiali che ciò comporta, fa di tutto per trascinare la Nato nella guerra.

Altro argomento è stata la conclusione del G20, la quale però si è limitata a condividere la necessità di aiutare l’Ucraina come Paese aggredito dalla Russia.

Il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha esaltato il suo incontro con Biden, per ribadire la nostra adesione alla politica estera statunitense, e con il Presidente cinese Xi Jinping, con il quale ha parlato di rapporti commerciali e di tutela dei diritti umani.

Per quanto riguarda le questioni interne al nostro Paese è da segnalare che il Tar Lazio ha dichiarato inammissibili i ricorsi delle imprese energetiche sulla tassazione degli extra-profitti, non per sottolineare l’incongruenza della norma molto mal scritta da parte del ministero dell’economia e delle finanze (tant’è vero che l’ENI, anziché pagare un’imposta di 1,4 miliardi calcolata sull’utile, ha versato solo 70 milioni, come imponeva la norma appena citata, calcolati sull’incremento dell’Iva), ma per affermare la propria incompetenza in materia.

Collegato all’aumento del prezzo del gas è anche l’aumento speculativo della produzione di energia alternativa, contro il quale il governo Draghi aveva sancito, con il Decreto legge Sostegni Ter, un tetto al prezzo di vendita limitatamente alle imprese che avevano ricevuto incentivi.

Viceversa Spagna e Germania hanno giustamente posto tale tetto per tutte le imprese che producono energia pulita, e su questa linea sembra voglia muoversi l’attuale governo, come ha precisato il Vice Ministro dell’economia e della finanza Maurizio Leo.

Quanto alla vexata questio dell’Alitalia (ITA), che durante la propaganda elettorale la Meloni voleva nazionalizzare, c’è da dire che il nuovo Presidente del consiglio di amministrazione Antonio Turicchi, subentrato ad Altavilla, ha ripreso le trattative per la definitiva privatizzazione a favore delle compagnie estere interessate all’acquisto.

È assurdo che un settore come quello del trasporto aereo, che, ai sensi dell’articolo 43 della Costituzione, costituisce una fonte di produzione inalienabile, sia stato posto sul mercato per essere venduto a compagnie straniere, togliendo all’Italia lauti profitti e gettando sul lastrico migliaia di dipendenti, che avevano costruito la fama della nostra nobile compagnia di bandiera.

È questo il risultato dei governi neoliberisti, che pongono tutto sul mercato e ignorano, o fingono di ignorare, la nostra Costituzione e specialmente gli articoli 41, 42 e 43 della stessa.