I dazi imposti dagli Stati Uniti su una lunga lista di beni importati, tra cui PC, abbigliamento e calzature, rischiano di trasformarsi in un vero e proprio salasso per milioni di famiglie americane. Una misura pensata per riequilibrare la bilancia commerciale e difendere la produzione nazionale, ma che – secondo analisi indipendenti – colpisce in pieno i consumatori.
Prezzi in salita, soprattutto per i beni di largo consumo
Le nuove tariffe, introdotte all’inizio del 2025, prevedono un’aliquota base del 10% su tutte le importazioni, con rincari mirati su settori strategici: 20% sui prodotti europei, 25% su auto, acciaio e alluminio. Ma gli effetti più immediati si vedono su abbigliamento, scarpe e dispositivi elettronici.
Secondo uno studio del The Budget Lab at Yale, nato nel 2024 come centro indipendente e apartitico, utilizza modelli pubblici e trasparenti per misurare gli effetti reali delle politiche fiscali, l’impatto combinato dei dazi potrebbe costare fino a 2.400 dollari l’anno a una famiglia media americana. Aumenti fino al 40% su capi di abbigliamento e calzature per bambini. Un vestitino da 24 dollari arriva a costarne 36. Un paio di scarpe da 52 sale a 76. Tutto documentato, cifre alla mano.
Stesso discorso per l’elettronica di consumo. PC, tablet e componenti – spesso importati dall’Asia – subiscono rincari a causa delle nuove tariffe. Per una famiglia con figli in età scolare, il prezzo di un nuovo laptop può impattare in pieno sul bilancio domestico.
I Dazi non aiutano: il mercato dei PC in stallo
Secondo le ultime rilevazioni della società di analisi Idc, la domanda di Pc negli Stati Uniti si è notevolmente raffreddata rispetto al picco registrato nel primo trimestre 2025. Nel secondo trimestre il settore mostra nel paese una crescita su anno piatta, pari allo 0%, contro il 9% per del resto del mondo.
Per gli analisti le ragioni dello stallo sono dovute al fatto che i fornitori statunitensi hanno prodotto e venduto più Pc del previsto per compensare i dazi incombenti e ora che il mercato si aspetta che le tariffe aumentino, la domanda di computer è prevista in calo nella seconda metà dell’anno.
Lenovo guida la posizione di leader di mercato dei PC
Nonostante queste dinamiche, il secondo trimestre si è chiuso con risultati positivi per gran parte dei principali produttori. Lenovo ha consolidato la propria posizione di leader di mercato, registrando spedizioni per 17 milioni di unità e una crescita annua del 15,2%. Segue HP Inc. con 14,1 milioni di unità (+3,2%) e Dell Technologies, che con 9,8 milioni di spedizioni mostra un calo del 3% rispetto al 2024.
Apple è l’azienda che ha segnato la crescita percentuale più alta tra i big del settore, con un incremento del 21,4% rispetto all’anno precedente. Bene anche ASUS, che ha registrato un aumento del 16,7%, portandosi a quota 4,9 milioni di unità. Le altre aziende, che complessivamente rappresentano quasi un quarto del mercato, hanno mantenuto una performance stabile.
In un mercato in cui le previsioni restano condizionate da variabili macroeconomiche e geopolitiche, i produttori si trovano a dover adottare strategie flessibili. Secondo IDC, alcune aziende potrebbero introdurre promozioni mirate per smaltire eventuali eccedenze di magazzino, soprattutto se l’impatto dei dazi comporterà rincari nei mesi a venire