e-fuel

Nasce il carburante sintetico. Una soluzione di transizione verso l’auto elettrica o una sua sostituzione?

di Veronica Sgro |

Porsche ha comunicato l’azione comune con Siemens, AME, Bosch ed altre aziende per la realizzazione di un carburante industriale, un e-fuel, alternativo e carbon neutral, ha suonato come una nuova e gradevole musica per molte orecchie sensibili del settore.

Quando Porsche ha comunicato l’azione comune con Siemens, AME, Bosch ed altre aziende per la realizzazione di un carburante industriale, un e-fuel, alternativo e carbon neutral, ha suonato come una nuova e gradevole musica per molte orecchie sensibili del settore.

Lo scopo della partnership è costruire in Cile un impianto di produzione del nuovo carburante a emissione zero, che non modifichi il tradizionale meccanismo di rifornimento e non implichi l’utilizzo di colonnine di ricarica, come nel caso dei veicoli elettrici, salvando così il motore a combustione interna dall’estinzione.

Cos’è un e-fuel?

Il nuovo e-fuel, che la cordata guidata da Porsche intenderebbe produrre, è un carburante sintetico realizzato grazie alla combinazione di idrogeno e metanolo, il primo estratto dall’acqua tramite elettrolisi sfruttando l’energia eolica e il secondo prodotto tramite un reattore che converte la CO2 presente nell’atmosfera in materia prima per la sintesi del metanolo stesso. Un processo sicuramente non semplice, il cui risultato sarebbe un nuovo idrocarburo facilmente utilizzabile in qualsiasi motore a combustione interna, con poche modifiche rispetto al meccanismo ci combustione preesistente.

Quali sono i piani di Porsche in merito al nuovo carburante sintetico?

La società automobilistica tedesca ha già anticipato che le corse della Porsche Supercup saranno completamente alimentate dal nuovo e-fuel che sarà prodotto nella fabbrica cilena. Inoltre, la Porsche ha sottolineato come l’utilizzo del carburante sintetico sia essenziale per la sopravvivenza di modelli della propria produzione, il cui 70% è ancora in circolazione e sembra essere poco incline a una svolta verso l’elettrificazione. Il che lascerebbe intravedere il posizionamento dell’e-fuel come uno stadio di transizione verso la elettrificazione totale, un processo che prenderà ancora molti anni.

Il consorzio dietro al progetto cileno, inoltre, conta di riuscire a raggiungere la produzione di 55 milioni di litri di e-fuel entro il 2024, e sfiorare i 500 milioni entro il 2026.

Progetti ambiziosi e apparentemente convenienti per tutti… ma allora perché si parla così poco di carburanti sintetici?

Possibili dubbi e svantaggi dell’e-fuel

Che esistano vantaggi importanti nella produzione di un carburante a basso impatto ambientale è indubbio e questo è il caso non solo del progetto promosso da Porsche, ma anche di altri marchi globali che stanno investendo nel settore.

Tuttavia, ci sono ancora aspetti che destano perplessità e che fanno pensare che il nuovo carburante potrebbe non funzionare a dovere nel sostenere il trapasso verso l’elettrificazione. Vediamo ora quali sono le complicanze riguardo agli e-fuel e le reazioni di alcune associazioni impegnate nel settore della mobilità futura.

L’aspetto economico: cosa dicono i numeri?

Al momento, il nemico più insidioso è costituito dai numeri. Produrre 500 milioni di litri di e-fuel entro il 2026 è sostanzialmente una goccia rispetto ai 40-50 miliardi di litri di carburante consumato ogni anno individualmente da Paesi come la Gran Bretagna, l’Italia o la Francia o rispetto agli oltre 460 miliardi di litri consumati ogni anno solo negli USA.

Tra i sostenitori del progetto figura il gruppo di advocacy E-Fuel Alliance, secondo cui questi numeri possono non rappresentare un problema, in quanto l’introduzione del nuovo carburante sarà progressiva e sostituirà gradualmente la benzina e i suoi derivati in percentuale crescente anno dopo anno. Sempre secondo lo stesso advocacy group, l’e-fuel potrebbe avere un costo di poco superiore a quello degli attuali carburanti, ma con una tendenza al ribasso, contro la tendenza al rialzo degli altri carburanti per effetto della emergenza climatica, il che incentiverebbe ulteriormente l’utilizzo dell’e-fuel nel prossimo futuro. Al contrario, un altro organismo, l’International Council On Clean Transportation, dubita che la produzione di carburante industriale possa arrivare ad una contrazione di prezzi al pubblico.

Zero emissioni nella produzione, ma nella distribuzione e nell’uso?

Rimane un altro fatto rilevante. Se è vero che il carburante sintetico può essere prodotto con zero emissioni, non si può dire lo stesso riguardo al suo utilizzo e al suo trasporto. Sì, è vero, entro qualche decennio tutto il settore degli autotrasporti dovrebbe essere più pulito e più sostenibile, ma se si pensa al trasporto marittimo, c’è ancora molto da aspettare e, forse, è più urgente trovare alternative ecosostenibili che non contemplino l’utilizzo di carburante. Altro dato non convincente è l’emissione di CO2 da parte delle automobili che si alimentano con l’e-fuel, emissione comunque ridotta dell’85%, ma, per l’appunto, non del tutto debellata.

L’idrogeno impiegato nella produzione dell’e-fuel è totalmente verde?

Anche se il team cileno ha garantito che l’idrogeno che verrà utilizzato proverrà esclusivamente dallo sfruttamento dell’energia eolica, persistono dei dubbi sulla concretezza della dichiarazione. Infatti, buona parte dell’idrogeno prodotto globalmente è realizzato sfruttando l’energia dei combustibili fossili, e – per essere del tutto sinceri – produrre idrogeno green tramite elettrolisi richiederebbe capacità infrastrutturali che, al momento, la maggior parte dei Paesi non ha. Secondo un altro gruppo di difesa della mobilità sostenibile al livello internazionale, il britannico Transport and Environment, se solo il 10% di tutte le macchine e furgoni del Regno Unito utilizzasse il carburante sintetico al posto della benzina, l’intero Paese avrebbe bisogno del triplo dell’energia rinnovabile attualmente utilizzata con i motori elettrici.

Stando a queste considerazioni, dunque, l’impiego di un nuovo carburante al posto della completa elettrificazione del sistema di trasporti, potrebbe risultare una bad bet, ovvero una cattiva scommessa, un investimento non del tutto conveniente o un progetto non proficuo, tesi avvalorata al momento anche dalla scarsa domanda sul mercato.

Ciononostante, bisogna riconoscere che è presto per parlare di un cambiamento radicale e che l’e-fuel potrebbe comunque risultare appetibile per i consumatori se i prezzi dei veicoli elettrici, al momento molto più alti rispetto a quelli a carburante, non si abbasseranno in un immediato futuro (la parità sarà prevista entro il 2028, con un drastico calo dei prezzi a partire da quella data). I veri cambiamenti, quindi, saranno probabilmente visibili entro qualche anno e, solo allora, si scoprirà se il carburante sintetico della Porsche sarà stato realmente una bad bet.

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