Tesla ha avviato ad Austin, in Texas, i test pubblici dei suoi primi robotaxi Model Y a guida autonoma. Il progetto si fonda su un sistema completamente basato su telecamere e intelligenza artificiale, senza radar né lidar, in controtendenza rispetto a player come Waymo.
La flotta iniziale comprende dieci veicoli con guida autonoma di livello 4, attiva in zone circoscritte della città dove ha sede il quartier generale di Tesla. A bordo è comunque presente personale di sicurezza, pronto a intervenire in caso di necessità. Gli inviti per i primi passeggeri – selezionati tra influencer e clienti fidelizzati – sono stati inviati da Tesla nei giorni scorsi, con corse a tariffa flat di 4,20 dollari
Tuttavia, i primi test non sono stati privi di criticità: alcuni robotaxi hanno mostrato frenate improvvise in prossimità di veicoli della polizia, senza motivazioni apparenti. In almeno un’occasione è stato richiesto il supporto remoto da parte di Tesla.
Nonostante la presentazione dei futuristici Cybercab nel 2024, il servizio attuale si basa su versioni aggiornate del Model Y dotate di software Full Self-Driving in modalità “non supervisionata”. Le videocamere interne restano disattivate durante il viaggio, salvo necessità o alla fine della corsa. Gli utenti possono registrare la propria esperienza, ma Tesla si riserva il diritto di sospendere l’accesso in caso di violazioni o contenuti inappropriati.
Tesla: nel 2025 vendite in calo e tensioni con la Casa Bianca
L’avvio del servizio arriva in una fase critica per Tesla. Le vendite globali sono in calo nel 2025, mentre gli obiettivi annuali si allontanano. A complicare il quadro, il titolo ha subito diversi downgrade da parte degli analisti e fatica a riprendersi dopo il crollo di inizio giugno, dovuto allo scontro tra Elon Musk e il presidente Trump sulla legge di bilancio, accusata di penalizzare il settore della mobilità elettrica.
Nel premercato, però, si segnala una lieve ripresa: alle 11:24 (ora italiana), il titolo guadagna l’1,5%, attestandosi a 327 dollari.
Anche xAI brucia miliardi
Mentre Tesla scommette sulla guida autonoma, un’altra iniziativa di Musk si gioca tutto sull’intelligenza artificiale. La sua startup xAI, creatrice del chatbot Grok, ha avviato una maxi-raccolta da 9,3 miliardi di dollari, tra equity e debito.
Secondo quanto trapelato, oltre metà della somma sarà bruciata nei prossimi tre mesi, con una spesa pianificata per il 2025 pari a 13 miliardi di dollari e un deficit di cassa mensile superiore al miliardo. I principali costi riguardano chip, data center e potenza di calcolo, mentre i ricavi restano marginali.
xAI punta a competere con OpenAI e Google, ma non ha ancora un modello di business sostenibile. Secondo le fonti, i fondi servono a garantire la continuità operativa e a finanziare lo sviluppo di nuove funzionalità. Ma l’equilibrio finanziario è fragile e i prossimi mesi saranno decisivi per il futuro dell’azienda.