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Musk: la sua ricchezza non piace al Papa, ma i droni del fratello illuminano i cieli di San Pietro  

La famiglia Musk (senza Elon) a San Pietro e lo spettacolo dei droni

Tremila droni hanno illuminato il cielo notturno sopra la Basilica di San Pietro in apertura del concerto Grace For The World, a cui hanno partecipato tra gli altri Andrea Bocelli e Pharrel Williams, in Piazza San Pietro, in occasione dell’Incontro Mondiale sulla Fraternità 2025 e il Giubileo 2025.

Uno sciame di luci che ha dato vita ad immagini meravigliose, riproducendo la “Pietà” di Michelangelo, il volto di Papa Francesco, la “Salus Populi”, il celebre contatto delle dita della “Creazione di Adamo”, sempre di Michelangelo e molte altre.
Una tecnologia fornita dalla società Nova Sky Stories, di cui è fondatore e amministratore delegato Kimbal Musk, fratello del più celebre Elon, uomo più ricco al mondo (titolo insidiato dal Presidente e fondatore di Oracle, Larry Ellison) ed ex first buddy del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

Sabato sera c’era tutta la famiglia Musk al completo al Vaticano, a partire dalla signora Maye, mamma di Elon e Kimbal. Mancava però Elon, che comunque è stato ricordato da Papa Leone XIV in un’intervista esclusiva rilasciata a Crux ed El Comercio (in uscita il prossimo 18 settembre).

Papa Leone: “Elon Musk primo trilionario al mondo, se questo è ciò che conta allora siamo nei guai

A quanto riportato da vaticannews.va, il Papa nell’intervista avrebbe puntato il dito contro le diseguaglianze crescenti tra chi ha tanto o troppo e chi non ha più niente, soffermandosi proprio sulla figura di Elon Musk, fondatore di Tesla, xAI e SpaceX: “ho letto che sarà il primo trilionario al mondo. Che cosa significa e di cosa parliamo? Se questo è ormai l’unica cosa ad avere valore, allora siamo un grosso guaio”.

Una riflessione ineccepibile, rafforzata da un’analisi della situazione attuale che non lascia molto spazio a dubbi o fraintendimenti: “Il crescente divario tra i livelli di reddito tra la classe operaia e i soldi che ricevono i più ricchi”, ha dichiarato il Papa secondo quanto riportato dal sito di informazione del Vaticano, “CEO che sessant’anni fa avrebbero forse guadagnato dalle quattro alle sei volte più degli operai, secondo gli ultimi dati che ho visto prendono 6.600 volte di più di un operaio medio”. 

Un invito da parte del Papa a non dimenticare mai le radici delle diseguaglianze che in fondo stanno alla base di guerre, povertà, distruzione (anche ambientale) e sofferenze, perché frutto di comportamenti predatori, messi in atto con la forza per accaparrarsi le risorse naturali del nostro pianeta.

Una violenza cieca, che se spesso troviamo rappresentata al meglio nelle guerre odierne che insanguinano l’Ucraina e Gaza (senza contare le altre in corso in tanti altri Paesi, tra cui Yemen, Siria, Sudan, Etiopia, Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Burkina Faso, Mali, Niger e Sud Sudan, Myanmar e Afghanistan), ma che altrettanto spesso è alimentata da fake news, disinformazione/misinformazione, propaganda e volontà di dominio del settore delle comunicazioni.

G20 dell’informazione, il Vaticano porta a confronto a Roma con i media internazionali

Temi che sono stati affrontati sempre fino a poche ore prima il meraviglioso spettacolo dei droni su San Pietro in occasione del tavolo denominato “World Meeting on Human Fraternity – G20 informazione” (a cui hanno preso parte i CEO delle maggiori testate internazionali da CNN a New York Times, da Sky a AlJazeera, passando per BBC, Le Monde, Reuters e FOX News), su trasparenza e libertà di informazione in un mondo colpito da guerre e conflitti, che si è tenuto il 12 e 13 settembre presso a Sala della Protomoteca del Campidoglio di Roma.

Come riportato sempre da Vatican News, per avere la pace bisogna adoperarsi per la verità e la giustizia tra gli uomini. Per questo è fondamentale rilanciare il concetto di “responsabilità” di chi lavora nei media per promuovere il valore della competenza, dell’approfondimento, della credibilità, nell’epoca del dominio incontrollato dei social e degli algoritmi, della strabordante superficialità degli slogan acchiappa-click e delle imponenti espressioni di odio e violenza da parte degli haters.

Il potere (pericoloso) degli algoritmi

Computer, reti e algoritmi giocano un ruolo chiave in questo discorso. Padre Enzo Fortunato, direttore della Rivista Piazza San Pietro, ha sottolineato che “troppe volte la verità è manipolata e strumentalizzata” nei flussi dell’informazione, mentre Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, riprendendo il pensiero di Papa Leone e parlando della possibilità di un mondo di pace, ha detto: occorre mettere l’attenzione, oggi in particolare, sul potere degli algoritmi, che “rischiano di diventare i guardiani dei nostri pensieri, imprigionando le persone in “bolle” modellate “sulle nostre preferenze”, quindi, di fatto, “in un mondo senza vera libertà, dove nessuna opinione nasce per essere confrontata e anche cambiata, ma solo per essere confermata, in un gioco di specchi senza fine né principio”.

Alla giustizia si arriva anche con una narrazione trasparente, aderente alla realtà dei fatti e senza pregiudizi, ma serve libertà di informazione, giornalismo di qualità e rispetto delle regole. In poche parole, bisogna tornare a dare ‘vera’ voce a chi non ha voce.

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