Finestra sul mondo

Mosca chiuderà consolato Usa a San Pietroburgo, Trump attacca Amazon, Terrorismo in Italia

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Russia-Usa, Mosca chiudera’ consolato Usa a San Pietroburgo ed espellera’ 60 diplomatici statunitensi

30 mar 11:05 – (Agenzia Nova) – La Russia chiudera’ il consolato Usa a San Pietroburgo ed espellera’ 60 diplomatici statunitensi, in risposta all’espulsione coordinata dei diplomatici russi dagli Stati Uniti e da diversi paesi europei. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Un’azione, sottolinea la “Washington Post”, che da’ nuovo impulso all’escalation della tensione tra Mosca e l’Occidente, che ha avuto inizio con il presunto avvelenamento di un ex agente russo sul suolo britannico con un agente nervino. Lavrov ha detto che l’ambasciatore degli Stati Uniti, Jon Huntsman, e’ stato invitato a comparire presso il ministero degli Esteri, “dove il mio vice ministro Sergei Ryabkov illustrera’ il contenuto di queste misure di ritorsione contro gli Stati Uniti”, ha detto. Lavrov, prosegue il quotidiano Usa, non ha specificato il numero di diplomatici statunitensi che verranno espulsi, ma l’agenzia di stampa “Interfax” ha citato un funzionario del ministero degli Esteri russo secondo cui 58 diplomatici americani dell’ambasciata di Mosca e due del consolato di San Pietroburgo sono stati dichiarati “persona non grata”. Lunedi’ gli Stati Uniti hanno espulso 60 russi.

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Colombia, clan droga cedono mercato Usa ai cartelli messicani

30 mar 11:05 – (Agenzia Nova) – Le organizzazioni criminali colombiane, attratte da mercati emergenti piu’ redditizi, stanno cedendo al Messico il controllo del traffico di droga negli Stati Uniti. Un commercio che da qui al 2019 sembra godere di condizioni favorevoli di crescita. E’ quanto scrive l’Universita’ del Rosario, in Colombia, in un rapporto stilato d’intesa con Insight Crime, agenzia colombiana indipendente sulla ricerca sulla delinquenza. Nello studio, illustrato dal quotidiano messicano “El Universal”, si segnala “che i colombiani hanno ceduto ai messicani il mercato piu’ grande del mondo: gli Stati Uniti”. Non un passo indietro, ma una “saggia decisione mercantile”, dal momento che il mercato a stelle e strisce non e’ per i colombiani “un buon affare”: “i trafficanti corrono un alto rischio di essere intercettati, estradati” e di perdere per “confisca” tutti i loro averi. Nel mercato statunitense “i prezzi all’ingrosso della cocaina oscillano tra i 20 mila e i 25 mila dollari al chilo. I colombiani preferiscono volgere lo sguardo in Europa, dove un chilo di cocaina vale oltre 35 mila dollari, in Cina”, dove il prezzo arriva a 50 mila dollari, o in Australia, terra in cui il prezzo schizza oltre i 100 mila dollari. “I rischi li’ sono minori e gli utili sono maggiori”. sottolinea il rapporto chiarendo che si tratta di un affare “piu’ conveniente”. Consolidata la condizione di fornitori principali dei cartelli messicani, i narcotrafficanti colombiani continuano a coltivare le loro rotte internazionali. Oltre a una strategia “aggressiva” verso nuovi mercati, aumentano anche gli utili nel Vecchio continente. Secondo il rapporto alle organizzazioni criminali colombiane non basta piu’ vendere la merce alle reti mafiose europee, a prezzi all’ingrosso. Ci sono “indizi”, segnala il rapporto, secondo cui stanno cercando di ottimizzare i loro utili “dividendo i carichi di merce e vendendola separatamente a diverse capitale europee. E il mercato della droga colombiana, avverte l’Universita’, gode di condizioni favorevoli da qui al 2019. Innanzitutto perche’ il 2018 e’ anno di elezioni presidenziali e in attesa di scegliere li prossimo capo di stato “non si prendono decisioni politiche strategiche serie”. C’e’ poi da tener presente “il collasso del Venezuela e la criminalizzazione del regime chavista sotto l’amministrazione di Nicolas Maduro, che ha enormi implicazioni per la dinamica criminale colombiana”. Importante e’ anche il peso che il rapporto attribuisce alla “mancanza di direttrici” nell’azione politica degli Stati Uniti e “alle frizioni” tra Washington, la Colombia e il Messico. Scontri, si legge, in gran parte legati alla “minaccia” che ogni anno la Casa Bianca fa di togliere ai due paesi latini il “certificato” di soggetti impegnati nella lotta al traffico di stupefacenti. Tutti elementi che i narcos sono pronti a volgere a loro favore. “Il traffico di droga e’ l’affare piu’ agile del pianeta. Governa miliardi di dollari e sfugge a organismi di sicurezza nazionali e internazionali, si adatta ai cambiamenti molto piu’ in fretta di quanto non facciano i governi e le forze di sicurezza”.

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Usa, il presidente Trump attacca Amazon: paga poche tasse e fa fallire rivenditori

30 mar 11:05 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ancora una volta attaccato Amazon.com, il gigante della vendita al dettaglio online, dicendo di aver avuto a lungo preoccupazioni circa le pratiche commerciali della societa’. “Ho espresso le mie preoccupazioni su Amazon molto prima delle elezioni. A differenza di altri, pagano poco o nessuna tassa di Stato o locale, utilizzano il nostro sistema postale come fosse il loro fattorino, causando perdite tremende per gli Stati Uniti, e mettendo molte migliaia di rivenditori fuori dal mercato”, ha “cinguettato” il presidente Usa. Trump ha periodicamente criticato Amazon prima e dopo essere diventato presidente. Jeffrey Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon, possiede anche il quotidiano “Washington Post”, tra i piu’ critici nei confronti dell’inquilino della Casa Bianca. L’ultima critica di Trump – scrive proprio il quotidiano Usa – arriva dopo che le azioni di Amazon sono scese mercoledi’ in scia alla pubblicazione di indiscrezioni secondo cui Trump sarebbe “ossessionato” dal gigante della vendita al dettaglio. Le azioni sono scese mercoledi’ di oltre il 4 per cento e hanno continuato a scendere giovedi’. Amazon ha rifiutato di commentare il tweet di Trump. L’uso dei social media da parte di Trump per attaccare singoli individui e aziende e’ senza precedenti per un presidente, accusa proprio la “Washington Post”, che ricorda i commenti del presidente in merito ad Apple, Boeing e General Motors, oltre alle critiche ai maggiori media del paese.

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Catalogna, l’avvocato di Puigdemont portera’ il caso davanti alla Corte costituzionale

30 mar 11:05 – (Agenzia Nova) – L’estradizione dell’ex Presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, potrebbe subire delle complicazioni. Lo riferisce il quotidiano spagnolo “El Pais” che riporta quanto annunciato dall’avvocato tedesco di Puigdemont che portera’ il caso davanti al tribunale Costituzionale di Karlsruhe nel caso in cui il detenuto non dovesse essere rilasciato e se la petizione inviata al governo tedesco non venisse presa in considerazione. L’avvocato Wolfgang Schomburg avrebbe infatti chiesto al governo della Germania di respingere la richiesta di estradizione della Spagna nei confronti di Puigdemont. Il quotidiano “Abc” aggiunge che i fondatori dell’associazione “Basta ya” hanno inviato una lettera alle istituzioni dell’Unione europea per chiedere di “ripristinare l’ordine costituzionale e regole della democrazia” in Catalogna. L’intera Europa soffrirebbe di un eventuale vittoria dei piani separatisti catalani poiche’, si avverte nella lettera, “la Spagna non e’ l’unico paese europeo con al suo interno tensioni separatiste”. Al momento il movimento indipendentista catalano sta attraversando le sue ore peggiori, senza attivita’ istituzionali dalla notte dello scorso 27 ottobre in seguito all’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione da parte del governo spagnolo. Lo sottolinea il quotidiano “La Vanguardia” che aggiunge come Junts per Catalunya ed Erc stiamo pensando a una strategia per riproporre l’investitura di Jordi Sanchez per la carica di Presidente della Generalitat. Il comitato delle Nazioni Unite ha dato sei mesi allo Stato per rispondere alla denuncia contro Sanchez, ma la strategia per l’indipendenza e’ quella di chiedere nuovamente al giudice Pablo Llarena la scarcerazione di Sanchez per partecipare alla cerimonia di investitura. Se il magistrato dovesse respingere la richiesta, l’ordine della Corte Suprema verra’ usato come argomento in una futura causa di natura politica nei diversi fronti giudiziari aperti.

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Gran Bretagna, deputati e lord del Partito laborista chiedono la cacciata di Christine Shawcroft per i suoi commenti anti-semiti

30 mar 11:05 – (Agenzia Nova) – Il Partito laborista britannico continua ad essere scosso dalla questione dell’antisemitismo che serpeggia al suo interno: lo scrive il quotidiano fiancheggiatore “The Guardian” riferendo che ieri giovedi’ 29 marzo una quarantina di deputati e Lord laboristi, tra i quali ci sono anche alcuni membri del “governo ombra”, hanno sottoscritto una lettera aperta con cui hanno chiesto al leader Jeremy Corbyn di escludere dal Comitato esecutivo nazionale (Nec) la controversa esponente Christine Shawcroft e di sospenderla dal partito. La Shawcroft, ricorda il “Guardian”, e’ accusata di aver difeso un militante laborista che aveva pubblicamente negato la veridicita’ storica dell’Olocausto e che a sua volta e’ stato sospeso dal partito; la polemica che ne e’ seguita ha costretto all’inizio del mese di marzo Christine Shawcroft a dare le dimissioni dalla sua carica di presidente della potente Commissione disciplinare del Partito laborista. Ma evidentemente per i suoi critici quelle dimissioni non sono state sufficienti, spiega il giornale, soprattutto di fronte alla rinnovata ondata di polemiche sorte nei giorni scorsi sul permanere di posizioni antisemite e di atteggiamenti anti-ebraici all’interno del partito e piu’ in generale della sinistra britannica. La vicenda pone il leader Jeremy Corbyn davanti ad una decisione particolarmente difficile da prendere: Christine Shawcroft infatti e’ anche direttore della corrente Momentum; si tratta di un gruppo di estrema sinistra che ha fornito a Corbyn un aiuto determinante per prendere il controllo del Partito laborista, i cui militanti stanno aumentando in maniera esponenziale e che sta esercitando una crescente influenza sia sugli orientamenti della base laborista che nella selezioni dei candidati alle elezioni locali e nazionali. La lettera aperta dei 40 deputati e Lord laboristi, sottolinea il “Guardian”, e’ la prima aperta ribellione interna alla leadership di Crbyn: una sfida che il leader laborista non puo’ evitare.

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Medio Oriente, la Francia sostiene i curdi siriani

30 mar 11:05 – (Agenzia Nova) – La Francia potrebbe inviare le sue truppe nel Kurdistan siriano. Lo riporta “Le Figaro”, spiegando che secondo una delegazione curda ricevuta ieri all’Eliseo Parigi e’ sul punto di inviare dei rinforzi per contenere l’avanzata turca nel nord della Siria. L’ambasciatore francese ad Ankara e’ stato incaricato di comunicare la decisione al presidente turco, Recep Tayyp Erdogan. “Afrin non e’ piu’ sola” ha detto durante una conferenza stampa Khaled Issa, rappresentante del Rojava in Francia, aggiungendo che Parigi “e’ stata all’altezza del suo impegno nella lotta al terrorismo”. Dal canto suo, l’Eliseo si mostra piu’ prudente, affermando in un comunicato di “non presentare le cose in questo modo”. “Le Monde” scrive che il presidente Emmanuel Macron ha dato “un messaggio di sostegno politico di una portata immensa”. “L’incontro e’ stato molto positivo. Il presidente Macron ci ha confermato il sostegno politico e militare della Francia in un momento critico” ha detto a “Le Monde” Redur Khalil, membro della delegazione. Il quotidiano ha contattato l’ambasciata turca a Parigi per avere un commento sugli ultimi sviluppi. La sede diplomatica ha preferito non rilasciare dichiarazioni in merito. In questi ultimi giorni il presidente Erdogan ha annunciato che le sue truppe continueranno l’offensiva per cacciare i “terroristi” dalla zona di frontiera.

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Francia, l’ex presidente Sarkozy rinviato a giudizio per corruzione e traffico d’influenza

30 mar 11:05 – (Agenzia Nova) – Ieri l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy e’ stato rinviato a giudizio per “corruzione” e “traffico d’influenza” nell’ambito dell’inchiesta che lo vede coinvolto per alcune intercettazioni telefoniche. Lo riporta la stampa francese, aggiungendo che sono stati rinviati a giudizio anche l’ex magistrato Gilbert Azibert e l’avvocato di Sarkozy, Thierry Herzog. La notizia arriva quattro giorni dopo che Sarko’ e’ stato inscritto nel registro degli indagati per i presunti finanziamenti libici alla sua campagna elettorale. L’ex presidente e’ sospettato di aver cercato di ottenere informazioni su un’indagine in corso attraverso Herzog. Il caso risale al 2013, quando erano gia’ cominciate le indagini sui finanziamenti provenienti da Tripoli. Intercettando le telefonate di Sarkozy, gli inquirenti hanno scoperto casualmente i rapporti con il suo avvocato e con il magistrato. Per “Le Monde” questo nuovo episodio “non dovrebbe riconciliare Sarkozy con la giustizia in generale, e con giudici di istruzione in particolare”. Secondo gli inquirenti, Azibert sperava di ottenere un posto nel principato di Monaco in cambi delle informazioni richieste.

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Perche’ i porti tedeschi sono un hub per l’uranio

30 mar 11:05 – (Agenzia Nova) – I trasporti di materiale radioattivo avvengono quasi settimanalmente in Germania, ma l’opinione pubblica ne e’ a malapena al corrente, scrive il settimanale “Der Spiegel”. Si tratta perlopiu’ di ossido di uranio, utilizzato per produrre le barre di combustibile per i reattori nucleari, o di esafluoruro di uranio, utilizzato a sua volta per la produzione di materiale fissile; o ancora delle stesse barre di combustibile, che vengono spostate attraverso il paese. Dal 2011, oltre 400 carichi di questo tipo sono transitati da Rostock e Amburgo. Circa 300 di questi carichi sono stati imbarcati su traghetti per auto, spesso regolari traghetti passeggeri. Almeno un centinaio di altri carichi sono stati spediti su treni merci. Questo e’ quanto emerge da una interpellanza parlamentare della Linke, cui ha risposto il governo federale. Nella meta’ dei casi la Germania e’ stata solo un paese di transito per carichi diretti in Scandinavia, Francia o Svizzera. 75 carichi sono stati destinati agli stabilimenti tedeschi di Lingen, nella Germania occidentale, e Gronau nella Vestfalia. Un prodotto particolarmente rischioso e’ l’esafluoruro di uranio. Il materiale passa rapidamente allo stato gassoso quando viene riscaldato solo leggermente. Il composto e’ altamente corrosivo e letale per gli esseri umani, oltre ad essere radioattivo. Il porto di Rostock e’ stato utilizzato per 321 spedizioni, quasi 230 delle quali con le linee di traghetti Scandlines e Stena, tramite camion. “I ponti auto sono chiusi ai passeggeri durante la traversata, dotati di telecamere di sicurezza e controllati dal personale di sicurezza.” La sicurezza degli ospiti e dell’equipaggio e’ “sempre la massima priorita’”, hanno affermato le autorita’. Tuttavia il primo maggio 2013, una nave mercantile lunga quasi 300 metri ha preso fuoco nel porto di Amburgo. A bordo, tra le altre cose, c’erano quasi nove tonnellate di esafluoruro di uranio. Pochi sembrano essere i controlli, lamentano i deputati di sinistra. Per Dirk Seibert, i trasporti sono anche in conflitto con la politica nucleare tedesca: “Se vogliamo davvero uscire dal nucleare, dobbiamo anche chiudere gli impianti nucleari a Lingen e Gronau”, ha dichiarato.

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Roma in stato di allerta per Pasqua dopo una serie di raid anti-terrorismo della polizia italiana

30 mar 11:05 – (Agenzia Nova) – Roma e’ in stato di massima allerta per Pasqua, con migliaia di uomini dell’esercito e delle forze dell’ordine che sono stati dispiegati per garantire la sicurezza della capitale italiana dopo che una serie di arresti di sospetti estremisti islamici ha suscitato timori di un possibile attentato terroristico: la notizia e’ riportata dal quotidiano britannico “The Telegraph”, in un articolo in cui il suo corrispondente da Roma, Nick Squires, ricorda che spesso la propaganda dello Stato islamico (Isis) ha indicato nel Vaticano, il crocevia della Cristianita’ occidentale, un potenziale obbiettivo ed ha affermato di voler issare le bandiere nere del Califfato sulla cupola della Basilica di San Pietro. Finora, sottolinea il “Telegraph”, l’Italia si e’ distinta tra i grandi paesi dell’Europa Occidentale per non aver subito attacchi terroristici di matrice islamica, ma gli arresti effettuati dalla polizia italiana questa settimana fanno temere il rischio di una crescente radicalizzazione nella vasta comunita’ musulmana presente nel paese. Negli scorsi giorni il ministro dell’Interno italiano, Marco Minniti, ha avvertito che sono circa 30 mila i “foreign fighters” in fuga dopo le sconfitte patite dall’Isis in Iraq ed in Siria e che qualcuno di loro potrebbe tentare di infiltrarsi in Europa sui barconi dei migranti in partenza dalla Libia: “Ci sono tra i 25 ed i 30 mila ‘foreign fighters’ che, di fronte alla sconfitta militare, si preparano ad infiltrare la diaspora in Europa approfittando delle rotte che sono ancora aperte e cioe’ soprattutto quella che attraversa il Mediterraneo centrale”, ha detto Minniti. “Questo fa dell’Italia un crocevia cruciale e significa anche che il controllo delle frontiere della Libia, sia al nord lungo le coste che al sud nel deserto del Sahara, sia diventato una questione prioritaria di sicurezza nazionale”, ha aggiunto il ministro a cui va il credito per aver sostanzialmente ridotto il numero dei migranti che raggiungono via mare l’Italia, grazie ad una serie di accordi da lui stretti con vari attori in Libia.

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Terrorismo in Italia, allarme dal ministero dell’Interno

30 mar 11:05 – (Agenzia Nova) – Dopo gli arresti di numerosi islamisti nei giorni scorsi, il ministro dell’Interno italiano, Marco Minniti (Pd) ha lanciato l’allarme. In una conversazione con il quotidiano “La Stampa” di mercoledi’ scorso, il ministro uscente ha avvertito del pericolo di un attacco terroristico in Italia, “mai cosi’ grande come in questo momento”, ha dichiarato. Martedi’ scorso le forze speciali della polizia hanno arrestato il capo di un centro culturale islamico a Foggia, in Puglia. L’uomo di 58 anni egiziano ha invitato i bambini a lui affidati all’educazione religiosa islamica per “combattere gli infedeli, tagliare le loro teste con le spade o farli esplodere con cinture esplosive”, hanno detto le autorita’. Come parte dell’operazione di polizia “Bad Teacher” contro gli egiziani naturalizzati, sono stati congelati i suoi conti bancari. Secondo la polizia, il centro culturale di Foggia era anche frequentato da un sospetto terrorista proveniente dalla Cecenia, arrestato nel luglio 2017 e poi rimpatriato. In un’altra azione la polizia ha arrestato mercoledi’ mattina a Torino la ventitreenne Elmahdi Halili, per appartenenza e propaganda all’organizzazione terroristica Isis. Oltre agli italo-marocchini sono state fermate per interrogatori altre persone a Bergamo, Milano, Modena, Napoli e Reggio Emilia. Anche l’attacco terroristico di Carcassonne, in Francia, ha fatto lanciare a Minniti l’allarme, ricordando come l’Italia abbia combattuto con successo finora contro il terrorismo islamista. Oltre alla Francia sono state colpite la Gran Bretagna, il Belgio, la Germania e la Danimarca. L’Italia e’ stata fortunata? Quasi due milioni di musulmani vivono in Italia, almeno il doppio in Francia. Secondo le informazioni fornite dal ministero dell’Interno a Roma, negli ultimi anni circa 130 musulmani, prevalentemente giovani, sono andati in Siria e in Iraq per unirsi all’Isis. Nello stesso periodo, piu’ di 1.700 musulmani provenienti dalla Francia avranno probabilmente aderito all’Isis. Al successo sinora conseguito dall’Italia nel contrasto al terrorismo, scrive la “Frankfurter Allgemeine Zeitung”; ha certamente contribuito una politica piu’ intransigente. Minniti ha sottolineato nella conversazione con la “Stampa” che, solo quest’anno, 29 terroristi sospettati sono stati rimpatriati nei loro paesi d’origine. Nel 2017 i rimpatri erano stati 132, e nel 2015 e nel 2016, rispettivamente, circa 60. Francesco Marone, esperto di terrorismo dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi) di Milano e’ convinto che “i rimpatri italiani sono stati cruciali per il successo del paese nel prevenire attacchi islamici”. L’Italia ha espulso piu’ estremisti di qualunque altro paese europeo, ha affermato Marone. In Italia, la strada per gli immigrati verso la cittadinanza e’ piu’ difficile e lunga che nella maggior parte dei paesi della Ue. Di conseguenza, gli estremisti che dispongono della cittadinanza italiana sono relativamente pochi, ed e’ dunque possibile procedere all’espulsione verso i paesi d’origine. Anche gli anni di esperienza dei pubblici ministeri italiani nella lotta contro la criminalita’ organizzata hanno contribuito al successo nella prevenzione degli attacchi. Ma Minniti ora avverte: “Nessuno ha mai detto che sia finita”. Al contrario, le minacce si sono intensificate. Il successo degli iracheni e siriani nella lotta contro le roccaforti Mosul e Raqqa hanno ridotto il territorio della “Califfato”. Ma i combattenti fuggiti sono ora una crescente minaccia per l’Italia e altri Stati dell’Unione europea.

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