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Moneta elettronica: il costo del Pos oscilla da 25 a 180 euro all’anno

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Resi noti i primi risultati emersi al tavolo del Mise sui costi reali di gestione del POS. Previsti altri incontri con commercianti, artigiani e professionisti. Sergio Boccadutri (Pd): ‘Operazione verità al tavolo del Mise’.

Da un minimo di 25-60 euro ad un massimo di 120-180 euro all’anno. Questo il costo medio annuo per esercenti e professionisti del POS, obbligatorio dal primo luglio (ma non sono previste sanzioni per gli inadempienti) per consente ai clienti di pagare con carta per tutte le transazioni superiori ai 30 euro. E’ questo il risultato emerso al termine delle prime due giornate di confronto al tavolo sul Pos, avviato alMinistero dello Sviluppo Economico insieme alla Banca d’Italia e al Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Dopo le polemiche e le resistenze da parte degli esercenti nei confronti del Pos, l’obiettivo del tavolo è incentivarne l’utilizzo nel nostro paese, dove il contante rappresenta ben oltre l’80% del controvalore delle transazioni complessive, rispetto agli altri principali Paesi europei, dove non si supera il 60%.

Il tavolo di lavoro, fa sapere il ministero, ha già svolto due riunioni, nel corso delle quali sono stati incontrati rappresentanti dell’ABI, dell’AIIP (Associazione Italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica), del Consorzio Pagobancomat, dei gestori dei circuiti internazionali Visa eMastercard e di alcuni operatori di mercato attivi in particolare nel settore dell’acquiring. Saranno organizzati ulteriori incontri, in particolare con le organizzazioni di categoria dei commercianti, degli artigiani e dei professionisti, per condividere i risultati di questo monitoraggio e per favorire una più ampia diffusione dei pagamenti elettronici nel nostro Paese e una corretta ripartizione dei costi e dei relativi benefici tra tutti i soggetti interessati.

Il nodo dei costi

Uno dei nodi da sciogliere riguarda i costi che esercenti e professionisti devono sostenere per dotarsi di un terminale di accettazione (POS) di carte di debito, mettendosi quindi nella condizione di rispettare il dettato normativo attualmente in vigore. Costi che, come emerso al tavolo, presentano una componente fissa e una variabile.

Costi fissi

I costi fissi coprono la disponibilità dell’apparecchiatura POS e dipendono dalle diverse funzionalità che il terminale può offrire e dal tipo di tecnologia utilizzata per il collegamento. I terminali più innovativi, il cui funzionamento è basato su un collegamento via internet o attraverso una rete mobile sono, di regola, meno costosi rispetto a quelli tradizionali, collegati alle reti interbancarie dedicate.

Il costo fisso per i terminali più innovativi si aggira in media intorno ai 2-5 euro mensili, mentre per le apparecchiature più tradizionali la media è di 10-15 Euro mensili. L’onere che in media deve sostenere un esercente o un professionista per dotarsi di un POS è quindi mediamente intorno ai 25-60 Euro all’anno nel primo caso e a 120-180 Euro nel secondo.

Costi variabili

I costi variabili sono, invece, legati al numero e all’ammontare delle transazioni effettuate dalla clientela e dipendono dal tipo di circuito utilizzato. L’utilizzo dei POS consente peraltro di ridurre l’impatto dei costi legati all’utilizzo del denaro contante, che sono complessivamente stimati intorno al 1-1,5% rispetto all’entità delle transazioni.

Spesso le due componenti di costo (fissa e variabile) sono fra loro collegate: a costi fissi più alti possono essere associati costi variabili più bassi (e viceversa). Su questi costi impattano anche il decreto che regola le commissioni applicate alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento (cd. merchant fee) del 14 febbraio 2014 e gli interventi normativi europei in discussione a Bruxelles, inclusa la proposta di Regolamento comunitario sulle interchange fee degli schemi di carte.

Secondo quanto emerso negli incontri, esistono già oggi sul mercato soluzioni che offrono diverse combinazioni di servizi e condizioni, fra le quali ciascun esercente o professionista può scegliere quella più adatta alle proprie esigenze, in base alle sue previsioni di utilizzo e ai collegamenti disponibili. Alcuni operatori di mercato hanno anche lanciato delle offerte commerciali che prevedono, nell’ambito di un più ampio pacchetto di servizi, la disponibilità gratuita del Pos.

Pos, Sergio Boccadutri (Pd): ‘Operazione verità al tavolo del Mise’

“Voglio esprimere grande apprezzamento per il lavoro svolto dal tavolo promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico a circa un mese dall’entrata in vigore dell’onere dei Pos”, ha detto Sergio Boccadutri, deputato del Pd e primo firmatario della proposta di legge sull’epayment, commentando la nota del Mise sulle prime valutazioni emerse dopo i tavoli convocati dal Ministero con alcuni operatori di mercato attivi in particolare nel settore dell’acquiring. Boccadutri prosegue: “Si tratta di una vera e propria operazione verità: con dati molto chiari e incontrovertibili si dimostra il reale costo annuo dei Pos, inferiore tra l’altro per le tecnologie più recenti, e la necessità di incentivare l’uso dell’epayment, ancora marginale nel nostro Paese, che farebbe risparmiare i costi e i rischi notevolissimi del contante che si scaricano in grandissima parte su consumatori e piccoli esercenti. Sarebbe davvero interessante sapere cosa ne pensano i tanti che in questo mese hanno sposato la crociata anti-Pos“.