Mobilità sostenibile

MobilitAria 2018, più car/bike sharing e piste ciclabili ma troppe auto in città. E’ l’ora dell’eMobility

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In dieci anni i dati sulla qualità dell’aria e la mobilità sostenibile migliorano in 14 grandi centri urbani italiani. Ancora troppo alto il tasso di motorizzazione e gli sforamenti di PM10 e NO2, ma cresce la mobilità alternativa: piste ciclabili, aree pedonali e car/bikle sharing.

Presentato stamattina a Roma il Rapporto “MobilitAria 2018 del Kyoto Club e CNR-IIA. Obiettivo dello studio è restituire al Paese un quadro complessivo dell’andamento della qualità dell’aria e della mobilità sostenibile nelle 14 principali città italiane nel periodo 2006 – 2016.

Il documento, curato dal Gruppo di Lavoro “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club e dall’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IIA), presentato in occasione della conferenza “Cambiamenti climatici, politiche di mobilità e qualità dell’aria nelle grandi città italiane”, si riferisce alle città di Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia.

Nonostante una lieve diminuzione in valori assoluti, nell’ultimo decennio i superamenti di Particolato atmosferico (PM10 – PM 2,5) e Biossido di Azoto (NO2) rimangono troppo numerosi nelle città italiane, soprattutto quelle del Nord (Milano e Torino in testa).

Per il Biossido di Azoto (NO2) si registrano miglioramenti tra il 36% e il 45% a Bari, Bologna, Catania e Reggio Calabria; si fermano sotto il 20% Firenze, Napoli, Venezia e Palermo.

Diminuiscono anche le concentrazioni di Particolato atmosferico (PM10): i principali decrementi si registrano a Torino (-47%), Genova (-37%), Firenze (-36%) e Roma (-35%). Nonostante il calo diffuso delle concentrazioni, i valori di PM10 sono superiori al limite (35 per anno) soprattutto nelle città di Milano, Torino e Venezia. Per quanto riguarda i valori di PM2,5 le città con riduzioni più vistose sono Bologna (-3%), Napoli (-43%), Roma (-38%) e Cagliari (-36%) mentre rimangono alti i valori a Milano, Torino e Venezia.

Il problema, da cui derivano direttamente i dati appena illustrati, è che resta ancora troppo alto il tasso di motorizzazione in città. Le città maglia nera, da questo punto di vista, sono Catania (684 veicoli/1000 abitanti), Cagliari (646/1000) e Torino (639/1000). Le città che usano più l’automobile sono Cagliari (78%), Reggio Calabria (76%), Catania e Messina (68%).

Aumentano i passeggeri del Trasporto Pubblico Urbano (TPL): sul podio Milano (38%) e Genova (30%), maglia nera per Catania (5%).

Riguardo la promozione della mobilità sostenibile sul territorio nazionale, Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, ha dichiarato: “L’Italia deve recuperare un ritardo storico sulla mobilità elettrica, puntando a superare l’obiettivo di 5 milioni di auto elettriche al 2030 indicato nella SEN. A partire dal prossimo decennio si vedranno poi circolare anche i veicoli elettrici a guida autonoma elettrici e in condivisione: un’evoluzione che, se ben indirizzata, consentirà di ridurre il numero delle auto e darà spazio alle biciclette”.

Dello stesso avviso Anna Donati, curatrice del rapporto e membro del GdL “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club: “Serve potenziare il trasporto collettivo e la cura del ferro a scala metropolitana, aumentando l’uso della bicicletta, ampliando le aree pedonali, promuovendo il veicolo elettrico a partire dagli scooter e puntando sull’uso condiviso dei veicoli. Perché solo in questo modo avremo un miglioramento della qualità dell’aria, della sicurezza stradale e degli spazi urbani”.

Aumentano anche le piste ciclabili: Firenze è la città dove si pedala (9%), seguita da Mestre (8%), Bologna e Milano (6%), Torino (3%). In crescita anche le aree pedonali: Firenze ha l’area pedonale più estesa, Napoli è la città dove si cammina di più (19%), seguita da Venezia e Bari (18%).  In 5 grandi città, dal 2013, decolla il car sharing. Buona la performance del bike sharing a Milano a Torino. A Firenze e Milano via al bike sharing a flusso libero dal 2017.

Lo studio, infine, ci ricorda che la Commissione Europea ha avviato da tempo una procedura di infrazione contro il Governo Italiano e altri Paesi UE – tra i quali Francia, Regno Unito e Spagna – per i problemi di qualità dell’aria ed i superamenti di NO2 e PM10.  Se il nostro Paese non darà le adeguate garanzie, la Commissione si troverà costretta a procedere con azioni legali.