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Mobilità sostenibile, solo il 43% degli italiani è disposto a spendere di più per acquistare un’auto ecologica. Il report

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Il rapporto 2023 della Fondazione per la Sostenibilità Digitale analizza il ruolo delle tecnologie digitali nell’adozione della mobilità sostenibile nelle 14 città metropolitane italiane

In occasione della settimana europea della mobilità sostenibile 2023, la Fondazione per la Sostenibilità Digitale – la prima Fondazione di ricerca riconosciuta in Italia dedicata ad approfondire i temi della sostenibilità digitale, presenta il rapporto “Sustainable Mobility 2023” che evidenzia quanto il digitale sia trainante nella trasformazione della mobilità urbana nelle 14 città metropolitane italiane.
Poiché i trasporti sono il secondo settore più inquinante in Europa (e tra il 2018 e il 2019 le emissioni derivanti dal settore dei trasporti sono addirittura aumentate dello 0,8%), capire come i cittadini si comportano rispetto a questo tema è di fondamentale importanza per le Istituzioni Italiane, che si sono impegnate a raggiungere l’obiettivo europeo di emissioni-zero di gas serra entro il 2050, come stabilito dal Green Deal europeo. 

L’indagine ha coinvolto un campione rappresentativo di cittadini italiani di diverse fasce d’età, livelli di istruzione e posizioni sulla sostenibilità. I risultati evidenziano il ruolo centrale delle tecnologie digitali nella trasformazione della mobilità urbana, ma anche alcune ambivalenze significative. Il rapporto è basato sul DiSI™ City, l’indice nato dalla partnership della Fondazione per la Sostenibilità Digitale con l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” per misurare quanto il ruolo della tecnologia come strumento di sostenibilità sia percepito da parte dei cittadini delle 14 Città Metropolitane italiane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia.

“Il digitale può avere un ruolo di primo piano nell’evoluzione, sostenibile, del settore della mobilità e dei trasporti. Una parte significativa del cambiamento passerà però dalle scelte dei cittadini, ed è per questo motivo che conoscere i loro punti di vista in merito è un obiettivo di fondamentale importanza anche e soprattutto per le nostre Istituzioni. La mobilità urbana sostenibile è un obiettivo ambizioso, ma il digitale rappresenta una risorsa fondamentale per raggiungerlo. La transizione verso una mobilità più sostenibile richiederà un impegno congiunto di Istituzioni, aziende e cittadini. È essenziale, infatti, garantire che tutti possano beneficiare appieno delle opportunità offerte dalle tecnologie digitali per migliorare la qualità della vita nelle città italiane e per far fronte agli impegni presi dal nostro Paese in Europa.” – ha affermato Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale.

Digitale: un alleato per la mobilità urbana

La ricerca ha rivelato che l’81% degli intervistati ritiene che le tecnologie digitali siano indispensabili nel miglioramento della mobilità urbana. Questo dato sottolinea quanto il digitale sia ormai una risorsa essenziale nel contesto urbano italiano. Sorprendentemente, tuttavia, un cittadino italiano su cinque, ovvero il 19%, non riconosce ancora il potenziale delle tecnologie digitali in questo campo.

Il dato non risulta particolarmente condizionato né dal genere né dalla zona di residenza degli intervistati e, allo stesso modo, gli scostamenti in base a fattori quali l’età o il titolo di studio non appaiono particolarmente significativi.

È tuttavia importante sottolineare lo scarto di oltre 15 punti tra i “Sostenibili Digitali” (89%) e gli “Insostenibili Analogici” (73%), ovvero tra i cittadini che sanno di più sia di digitale che di sostenibilità e quelli che, invece, al contrario, non utilizzano il digitale e non sono sensibili al tema della sostenibilità.

Dati e Intelligenza Artificiale: un italiano su quattro sottostima il potenziale

L’indagine ha esaminato anche le opinioni dei cittadini italiani riguardo all’uso dei dati e dei sistemi di intelligenza artificiale nella mobilità urbana. Il 77% degli intervistati ritiene che l’AI può avere un impatto positivo sul settore, ma circa un italiano su quattro, il 23%, non condivide questa visione.

Le opinioni non variano in modo significativo sulla base di fattori come età, genere o titolo di studio degli intervistati, mentre al contrario di quanto si possa pensare, il livello di competenza digitale non sembra essere un fattore di influenza: c’è infatti solo uno scarto di 4 punti tra coloro che sono attenti alla sostenibilità e fortemente digitalizzati, i “Sostenibili Analogici” (l’80%), e gli “Insostenibili Digitali”, non digitalizzati e non sensibili ai temi della sostenibilità (il 76%).

Digitale e mobilità: pessimista il 30% degli intervistati

L’indagine ha analizzato anche la percezione degli utenti riguardo agli effetti delle tecnologie digitali e la loro esperienza di mobilità urbana e dei trasporti relativamente ai prossimi sei mesi. Quasi un cittadino italiano su tre, il 30%, ritiene che l’esperienza utente non migliorerà attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali. Interessante notare come questo scetticismo è più pronunciato tra gli utenti meno digitalizzati e meno sensibili ai temi della sostenibilità rispetto coloro che non fanno uso del digitale e che sono attenti alla sostenibilità.

Analizzando i dati emerge anche che i cittadini più attenti alla sostenibilità, indipendentemente dal proprio livello di competenza in materia di digitale, sono anche coloro che riconoscono maggiormente i benefici che la tecnologia può offrire all’esperienza utente del settore.

Auto ibride/elettriche: quale impatto sull’ambiente?

Il rapporto ha anche esaminato il ruolo delle auto ibride e/o elettriche nel contesto della sostenibilità ambientale dal punto di vista dei cittadini. La maggioranza degli intervistati, il 71%, ritiene che queste auto abbiano un impatto positivo sull’ambiente nonostante il 50% degli stessi concordi anche con l’affermazione opposta, secondo cui queste auto inquinano tanto quanto le auto a benzina o diesel.

Le opinioni variano notevolmente in base al livello di attenzione alla sostenibilità di ciascun cittadino: il 77% dei “Sostenibili Digitali”, digitalizzati e sostenibili,  e il 76% dei “Sostenibili Analogici”, che non utilizzano il digitale e non sono attenti alla sostenibilità, credono nell’efficacia ambientale di queste auto, mentre il 59% degli “Insostenibili Digitali”, cioè non sostenibili e digitalizzati e il 70% degli “Insostenibili Analogici”, non attenti alla sostenibilità e non digitalizzati, condivide l’affermazione contraria.

Gli italiani e le auto “green”: si, ma a parità di prezzo!

Il rapporto ha rivelato che il 43% dei cittadini intervistati non sarebbe disposto a spendere di più per acquistare un’auto ecologica. Osservando i dati nel dettaglio, maggiore disponibilità a spendere di più si osserva tra gli abitanti del territorio del comune (62%) rispetto a quelli dell’area metropolitana (53%), così come tra i più giovani – il 72% nella fascia dai 16 ai 17 anni – e tra coloro che hanno un più elevato titolo di studio.

Gli utenti più “sostenibili” sono quindi maggiormente inclini a investire di più per un’auto “green,” essendo proprio la sostenibilità ad essere elemento centrale nella decisione d’acquisto. Ancora una volta, quindi, il livello di sostenibilità incide fortemente sulle convinzioni dei cittadini.

La condivisione dei mezzi non è sostenibile per 1 italiano su 5

Il rapporto ha anche esaminato le applicazioni di condivisione dei mezzi di trasporto, come il car sharing e il bike sharing, strumenti, questi, che intercettano fortemente le tematiche della sostenibilità. Sebbene l’80% degli intervistati riconosca il loro potenziale positivo, il 20% ritiene che queste applicazioni non abbattano i costi e non influiscano positivamente sui consumi energetici. Le opinioni variano significativamente in base all’età, con il 96% dei giovani tra i 16 e i 17 anni che crede nel loro potenziale positivo.

Ancora una volta, nonostante si parli di un tema attinente al digitale, ad aumentare la consapevolezza circa i possibili vantaggi della tecnologia a beneficio della sostenibilità, non sono le competenze digitali ma, ancora una volta, è la sensibilità delle persone verso i temi della sostenibilità.

Guardando più nel dettaglio al car sharing, emerge che i cittadini delle città metropolitane, nella scelta degli operatori di car sharing, preferiscono usare veicoli ecologici anche se costano di più nel 61% dei rispondenti.

Gli strumenti di “digital mobility” più utilizzati dai cittadini italiani

L’indagine ha esaminato anche l’uso di diverse applicazioni e servizi digitali relativi alla mobilità urbana. Mentre le app per la navigazione satellitare sono le più utilizzate (65% degli intervistati), altri servizi come le app per l’acquisto di biglietti per il trasporto pubblico, le app per la mobilità dolce e la mobilità integrata, e le app per il monitoraggio del consumo e dell’impatto ambientale dei mezzi di trasporto, sono ancora poco diffusi.

Tuttavia, emerge che gli utenti più “sostenibili” sono più inclini a utilizzare queste applicazioni, anche se non necessariamente più competenti dal punto di vista digitale.

Nel dettaglio:

  • app di car sharing e/o bike sharing: (cartogo, citybike, etc) sono utilizzate soltanto da un italiano su cinque, di cui soltanto una quota residuale (5%) ne fa un uso regolare. L’utilizzo diminuisce all’aumentare dell’età dei rispondenti: si va dal 31% della fascia dai 18 ai 24 anni al 12% di quella dai 55 ai 64.
  • app di carpooling per la condivisione dei mezzi di trasporto con altre persone: (blablacar, etc),in questo caso, ad utilizzarli, raramente o con regolarità, è meno di un cittadino italiano su cinque (16%). Anche rispetto a questi servizi, l’età dei rispondenti si conferma un fattore di influenza: più alte nella fascia tra i 18 e i 34 anni e tra coloro che possiedono un elevato titolo di studio, mentre scendono in quelle di età più avanzata. L’assenza di competenze digitali per una fascia della popolazione rappresenta un limite, che ostacola la conoscenza e l’utilizzo di servizi che consentirebbero di realizzare scelte più sostenibili di mobilità.
  • app o i siti per la navigazione satellitare: ne fanno uso il 65% degli intervistati. Lievi scostamenti nelle percentuali si registrano in base all’età degli intervistati, al loro titolo di studio e alla loro zona di residenza: leggermente più diffusi nell’area metropolitana (68%) rispetto al territorio del comune (60%), ma non tali da considerarli reali fattori di influenza. A confermare ulteriormente la familiarità di questi servizi, conosciuti dall’86% degli utenti, c’è il fatto che la frequenza d’uso, che comunque aumenta all’aumentare delle competenze digitali dei cittadini, resta elevata anche tra coloro che sono meno digitalizzati. Si passa infatti dal 52% dei «Sostenibili Analogici» al 46% degli «Insostenibili Analogici».
  • app o i siti per l’acquisto di ticket per il trasporto pubblico: sono usate dal 30% dei cittadini italiani, anche se soltanto un intervistato su dieci dichiara di utilizzarle con regolarità. Guardando agli altri dati di dettaglio, le utilizzano maggiormente i cittadini con un elevato titolo di studio (37%) e appartenenti alle fasce d’età centrali della popolazione, in particolare in quella dai 31 ai 34 anni (45%).
  • app o i siti per la mobilità dolce e la mobilità integrata: si tratta di servizi che promuovono modalità di spostamento più sostenibili e che indicano il percorso più veloce utilizzando diversi mezzi di trasporto. Servizi che vengono usati da un cittadino italiano su quattro, raramente (15%) o con regolarità (10%). Questo tipo di applicazioni risulta più familiare ai più giovani e ai cittadini appartenenti alle fasce d’età centrali della popolazione, meno a quelle più avanzate; la frequenza d’uso, inoltre, decresce al diminuire del titolo di studio dichiarato. È interessante notare come molto spesso anche gli utenti più attenti ai temi della sostenibilità rinunciano alla possibilità di mettere in atto i migliori comportamenti sostenibili poiché si rifiutano di sviluppare adeguate competenze digitali.
  • app o dei siti a supporto della mobilità elettrica: che aiutano, ad esempio, nella localizzazione delle stazioni di ricarica. Le percentuali di utilizzo salgono leggermente nell’area metropolitana per scendere di poco sotto la media nel territorio del comune, per uno strumento che però, nel complesso, stenta ancora ad essere usato con regolarità da parte degli utenti (6%).