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Mobilità sostenibile: ecco il Piano nazionale da 3,7 miliardi e in città c’è chi va a piedi e in bicicletta

Il Governo italiano, su proposta del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit), ha adottato il nuovo Piano nazionale della mobilità sostenibile che, puntando sul trasporto pubblico, avrà come obiettivo strategico il rinnovo del parco autobus locale con mezzi meno inquinanti e più moderni, quindi elettrici, a metano o a idrogeno.

Lo stanziamento statale complessivo raggiunge i 3,7 miliardi di euro e si sviluppa su un arco temporale di quindici anni, 2019 al 2033.
A partire da quest’anno, si legge nella nota del Mit, “le risorse del Piano verranno erogate in 3 periodi quinquennali, in base a criteri prefissati (che terranno conto ad esempio del numero di passeggeri trasportati e del numero di mezzi circolanti) su tre graduatorie distinte: una per i comuni capoluogo di città metropolitane e Comuni capoluogo di provincia ad alto inquinamento di PM10 e biossido di azoto (a cui verranno assegnati limitatamente al primo quinquennio di applicazione 398 milioni di euro); una per i comuni e le città metropolitane con più di 100.000 abitanti (a cui andrà 1,1 miliardi  di euro); una per le Regioni (a cui verranno ripartiti 2,2 miliardi di euro)”.

Il Piano, inoltre, prevede che al Sud andrà non meno del 34% delle risorse stanziate, mentre è stabilito che le risorse assegnate nel primo triennio, sino al 50% del contributo concesso, possono essere destinate alla realizzazione della rete infrastrutturale per l’alimentazione alternativa a metano, idrogeno ed elettrica.

Sempre in tema di mobilità sostenibile, qualità della nostra vista e dell’ambiente che abitiamo, mercoledì scorso è stato presentato il Rapporto MobilitAria 2019 di Kyoto Club e CNR-IIA (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto sull’Inquinamento Atmosferico), in collaborazione con OPMUS, l’Osservatorio sulle Politiche di Mobilità Urbana Sostenibile di ISFORT.
Il documento, secondo quanto affermato dai promotori, traccia l’andamento della qualità dell’aria e delle politiche di mobilità urbana nelle 14 città e aree metropolitane italiane nel periodo 2017-2018, che sono: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia.

Uno scenario che non sembra esser mutato rispetto agli anni passati: c’è un lieve miglioramento della qualità dell’aria in città, ma continuano gli sforamenti dei limiti normativi; aumentano gli spostamenti della mobilità attiva a piedi ed in bicicletta e tiene il trasporto pubblico, ma cresce ancora il numero di auto e moto nelle città e nelle aree metropolitane.
Il rapporto rileva una riduzione dei livelli medi di biossido di azoto (NO2), con alcune città in decremento come Messina (-23%), Cagliari (-21%), Roma (-12%), Torino (-12%) e Bologna (-11%). Al contrario Reggio Calabria e Catania segnalano un superamento dei valori. Tra le città che nel 2018 hanno superato i limiti ci sono Milano, Roma e Torino.
Per le concentrazioni medie di PM10, in genere al di sotto dei limiti, per diverse città è avvenuto il superamento dei limiti giornalieri, che ricordiamo non dovrebbero superare i 35 sforamenti l’anno. Tra queste la peggio del 2018 è Torino (89 giorni) seguita da Milano (79 giorni), Venezia (63 giorni), Napoli (40 giorni) Cagliari (49 giorni).
In termini generali, per la qualità dell’aria, lo studio registra un miglioramento che tuttavia non certifica per tutte le città il rispetto dei limiti normativi previsti dalla Direttiva europea. L’Italia, inoltre, per il continuo superamento dei limiti normativi di PM10, è stata già deferita alla Corte di Giustizia dell’Unione europea per non aver preso misure adeguate nel contrastare l’inquinamento dell’aria.

Per l’uso del Trasporto pubblico urbano (TPL) aumentano gli utenti a Bologna (+18%) e Torino (+12%), Cagliari (+9%), maglia nera per Catania (-10%). La sharing mobility cresce a Milano, Torino, Firenze, Roma, Palermo e Cagliari, sbarca a Bologna per la prima volta, ma nelle altre città non decolla. Ed ecco il dato negativo: dopo anni in costante diminuzione, nel biennio 2017-2018 torna a salire l’indice di motorizzazione di automobili sia nelle città che aree metropolitane: Torino è la peggiore (+5%, 674 veicoli/1000 abitanti), seguita da Bologna (+3%, 531 veicoli/1000 abitanti).

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