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Minori e porno, da metà novembre al via il Parental Control. Intervista a Laura Aria (AGCom): “Le nostre linee guida per rendere la misura efficace”

LAURA ARIA COMMISSARIA AGCOM

Il Governo è a lavoro sull’introduzione di una norma per stoppare i contenuti violenti e pornografici sugli smartphone dei minori, dopo la violenza di gruppo a Palermo e a Caivano, in provincia di Napoli.

In attesa del testo, ricordiamo che una misura esiste già. È la legge 30 aprile 2020, n. 28 in materia di “sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio”, che prevede, nei contratti per i semplici consumatori, l’implementazione di sistemi di parental control da parte degli operatori sia sugli smartphone sia sui siti web. Sono esclusi dall’ambito di applicazione i contratti rivolti ad una clientela di tipo business.

E l’operatività del sistema di controllo parentale scatterà da metà novembre circa, come prescritto dalla delibera AGCom, del 25 gennaio 2023 con le linee guide per gli operatori, poi pubblicata sul sito dell’Autorità il 21 febbraio successivo. Per saperne di più abbiamo intervistato la Commissaria AGCom Laura Aria.

Key4biz. Entro il 21 novembre prossimo, ossia entro 9 mesi dalla pubblicazione sul sito dell’Autorità della delibera AGCom 9/23, avvenuta il 21 febbraio 2023, gli operatori dovranno implementare un parental control su smartphone e siti web per impedire l’accesso ai minori a siti web o ad app che contengono materiale inappropriato per la loro età. Nell’attesa, quali sono i passi che si stanno compiendo ora?
Laura Aria. È in corso l’attività di raccolta delle comunicazioni previste dai provvedimenti adottati dall’Autorità a carico degli operatori del settore tenuti a riferire all’AGCom le soluzioni tecniche adottate, le categorie di contenuti da bloccare individuate e i soggetti terzi utilizzati come partner tecnologico ai fini della realizzazione del sistema di parental control. È un provvedimento che presuppone la cooperazione degli Internet Service Provider (ISP).


Key4biz. Questa misura nasce dalla ‘norma Pillon’ inserita nella legge 30 aprile 2020, n. 28 in materia di “sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio”. Poi qual è stata l’attività dell’AGCom?Laura Aria. L’Autorità, che da sempre pone al centro della propria agenda la tutela dei minori, all’indomani dell’approvazione della normativa, ha avviato una complessa attività preistruttoria chiedendo la collaborazione dei principali operatori e delle associazioni di categoria perché fornissero le informazioni di dettaglio in relazione alle misure già adottate al fine di proteggere i minori dai rischi connessi al cyberspazio. 

L’intento era quello di verificare come intervenire più efficacemente con l’elaborazione di linee guida volte ad indicare i requisiti minimi e opzionali dei sistemi di parental control, in ordine alle modalità di realizzazione degli stessi, alle modalità di configurazione, alla fornitura di informazioni chiare e trasparenti sulle modalità di utilizzo da parte dei titolari dei contratti di servizi di comunicazione elettronica. 

Allora, si è deciso di prevedere che gli operatori, alla luce della convergenza tra i due comparti regolamentari in rilievo (comunicazioni elettroniche/contenuti), assicurino, quale misura minima di controllo parentale, il blocco dei domini e dei siti che ospitano contenuti inappropriati ai minori e pertanto necessariamente oggetto di filtro. 

Per garantire celerità ed efficienza, nelle more della definizione da parte dell’Autorità dei criteri di dettaglio per l’individuazione puntuale di tali contenuti, si è valutato opportuno consentire agli operatori di utilizzare liste di domini e contenuti determinate secondo proprie specifiche di servizio sulla base delle migliori prassi esistenti ovvero fornite da soggetti terzi, purché individuati sulla base di puntuali parametri di serietà e capacità professionale, avuto riguardo alla idoneità degli stessi a perseguire gli scopi della legge e alle migliori prassi. 

Nelle stesse linee guida, l’Autorità ha comunque fornito una preliminare elencazione delle principali categorie soggette al filtro dei sistemi di Parental control, tra cui Contenuti per adulti, Gioco d’azzardo/scommesse, Armi, Violenza, Odio e discriminazione, Promozione di pratiche che possono danneggiare la salute alla luce di consolidate conoscenze mediche.

Inoltre, in base alle Linee guida, i sistemi di controllo parental devono essere gratuiti, inclusi e preattivati nelle offerte dedicate ai minori.


Key4biz. Prima dell’introduzione del parental control, cosa manca ancora per la sua operatività?
Laura Aria. Il Collegio dell’AGCom attenderà dagli uffici le risultanze derivanti dall’attività di raccolta ed esame preliminare delle comunicazioni previste. Approfondite le soluzioni tecniche implementate, oltre alle categorie da bloccare, saremo pronti per le attività di vigilanza di nostra competenza. Di particolare rilievo, sarà, inoltre, la campagna comunicativa chiara, trasparente ed esaustiva che gli operatori sono tenuti a realizzare in modo da fornire alle famiglie e, più in generale, agli utenti una corretta informazione sui sistemi di classificazione, sui sistemi di controllo parentale e sui contenuti distribuiti sul web, sulle piattaforme streaming, in televisione, in radio. Con una collaborazione corale si potrà raggiungere una maggiore consapevolezza riguardo anche l’uso del parental control e, quindi, una più effettiva protezione dei nostri ragazzi.

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