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Minerali critici per smartphone, batterie e chip, ecco quanto gli Stati Uniti dipendono dalla Cina

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Trenta su cinquanta dei minerali critici considerati strategici per l’industria americana sono forniti principalmente dalla Cina. Il 94% dell’Ittrio, il 74% delle Terre rare, il 65% del Bismuto, tutte voci fondamentali per la produzione di batterie, smartphone, telecamere, tecnologie green. Ecco l’elenco.

Minerali critici, cosa sono e a che servono

L’elenco dei minerali critici di cui ogni Paese può disporre e in quali quantità è da qualche anno una questione strategica, sia a livello industriale, sia geopolitico.

Smartphone, dispositivi dell’internet delle cose, i chip, le batterie dei veicoli elettrici, i mille usi industriali, fino alla metallurgia, i minerali critici sono a dir poco fondamentali per l’economia moderna e la loro domanda è in forte aumento.

Secondo visualcapitalist.com, attualmente, gli Stati Uniti hanno stilato un elenco con 50 voci relative ai minerali critici più importanti e si stima che almeno per 30 di queste ci sia una forte dipendenza dalle forniture cinesi.

I 10 minerali critici più importati dalla Cina

Ecco la lista dei primi 10 minerali critici che secondo lo US Geological Survey sono particolarmente rilevanti per l’industria nazionale. Per ognuno di essi è indicato la quota di importazione dalla Cina e relative forniture in tonnellate.

  1. Ittrio, il 94% importato dalla Cina, per circa 1000 tonnellate
  2. Terre rare, 74% importato dalla Cina, 11.940 tonnellate
  3. Bismuto, 65% importato dalla Cina, 2.800 tonnellate
  4. Antimonio, 63% importato dalla Cina, 25.590 tonnellate
  5. Arsenico, 57% importato dalla Cina, 5.400 tonnellate
  6. Germanio, 54% importato dalla Cina, 29.000 tonnellate
  7. Gallio, 53% importato dalla Cina, 12.000 tonnellate
  8. Barite, 38% importato dalla Cina, 2.300 tonnellate
  9. Grafite naturale, 33% importato dalla Cina, 82.000 tonnellate
  10. Tungsteno, 29% importato dalla Cina, 14.000 tonnellate

Dagli smartphone alla Difesa, ecco quanto sono importanti i minerali critici

I dati in questione si riferiscono al periodo 2018 -2021. Per alcuni di essi, come l’Ittrio, gli Stati Uniti dipendono al 100% da forniture estere e il 94% di queste proviene direttamente dalla Cina.

L’Ittrio è un minerale molto utilizzato come additivo per le leghe, per produrre filtri, radar e come catalizzatore nel processo di polimerizzazione dell’etilene (fondamentale per l’industria della plastica).

Stesso discorso per le Terre rare, con gli Stati Uniti che dipendono per tre quarti del totale importato dalle forniture cinesi. Le Terre rare sono fondamentali per produrre smartphone, telecamere, LED, in molte delle tecnologie della transizione ecologica e nell’industria militare.

Approvvigionamenti, una questione geopolitica

Ovviamente, come anticipato, si tratta non solo di importazioni strategiche per l’industria americana, ma anche in chiave geopolitica. Pechino è il principale competitor americano su più livelli e il rallentamento, la riduzione o addirittura il blocco delle forniture avrebbe ripercussioni enormi su tutte le catene di approvvigionamento dei minerali in questione.

Solo per fare un esempio, all’inizio di quest’anno, la Cina ha aumentato i controlli sulle esportazioni di germanio e gallio. Gli Stati Uniti fanno affidamento sulle forniture cinesi per circa il 54% della domanda interna di entrambi i minerali, utilizzati per la produzione di chip, pannelli solari e fibre ottiche.

Una decisione che Washington ha visto come mossa ostile nei suoi confronti. Come risposta sono state limitate subito le forniture di chip, software di progettazione e macchinari per la litografia dei chip alle aziende cinesi.