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Microsoft taglia 10mila dipendenti. Le big tech verso 181mila licenziamenti dall’inizio della crisi

Microsoft taglia migliaia di posti di lavoro nelle divisioni hr e ingegneria. Il CEO Satya Nadella ha annunciato, in un post sul blog, il taglio del 5% della forza lavoro dell’azienda, circa 10mila risorse.

“Oggi stiamo apportando modifiche che comporteranno la riduzione della nostra forza lavoro complessiva di 10.000 posti di lavoro fino alla fine del terzo trimestre dell’anno fiscale del 2023. Ciò rappresenta meno del 5 percento della nostra base totale di dipendenti. È importante notare che mentre stiamo eliminando ruoli in alcune aree, continueremo ad assumere in aree strategiche chiave”, ha spiegato Nadella.” Sappiamo che questo è un momento difficile, per questo sia io che il gruppo dirigente senior ci impegniamo a farlo nel modo più ponderato e trasparente possibile”.

Attualmente l’azienda fondata da Bill Gates, che vale più di 1.700 miliardi di dollari, conta oltre 220.000 lavoratori. La società, dovrebbe rendere noti gli utili del secondo trimestre la prossima settimana.

I colossi tecnologici hanno accusato una dura contrazione ad inizio 2022, successivamente accompagnata da uno stop alle assunzioni e seguita da ondate massicce di licenziamenti anche nel 2023. Secondo i dati di Layoffs.fyi, da inizio 2022 ad oggi sono stati oltre 181.000 i posti di lavoro tagliati nelle aziende tecnologiche di tutto il mondo.

Tutti i licenziamenti delle big tech: Amazon licenzia 18 mila dipendenti

Oggi Amazon darà al via al licenziamento di massa più consistente mai portato avanti da una big tech. Non più 10mila dipendenti come sia era ipotizzato qualche mese fa ma 18mila. L’annuncio era stato dato lo scorso 5 gennaio dal amministratore delegato Andy Jessy in un post sul blog ufficiale dell’azienda, annunciando dunque i tagli a causa dell“economia incerta” e le “rapide assunzioni degli ultimi anni”.

Le lettere di licenziamento partiranno oggi e interesseranno soprattutto i dipendenti dei negozi, come Amazon Fresh e Amazon Go, e le sue organizzazioni Pxt, che gestiscono per esempio le risorse umane.

Nonostante il taglio Amazon non rischia nessun cenno di crisi in quanto ha una forza lavoro molto più grande rispetto alle altre aziende della Silicon Valley. A fine settembre 2022 poteva contare su più di 1,5 milioni di dipendenti, così che gli ultimi tagli annunciati rappresenterebbero circa l’1% della forza lavoro.

In Italia le rappresentanze sindacali di Filt-Cgil e di Uiltrasporti hanno annunciato che non “non ci sarà nessun piano di ridimensionamento del personale di Amazon dipendente in Italia”. I sindacati sostengono di aver ricevuto, nelle ore scorse, rassicurazioni direttamente dalle due aziende italiane operanti per conto del colosso americano del commercio online, Amazon Italia Logistica srl, e Amazon Italia Transport srl, che rappresentano la quasi totalità degli oltre 10mila addetti impiegati in Italia.

Meta 11mila dipendenti

Il 9 novembre 2022 Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook e capo indiscusso di Meta, ha annunciato per la prima volta nella storia della società un taglio del personale da record a causa della crisi globale e delle politiche di investimento “scellerate” che ha lui stesso ha attuato sul metaverso. “Oggi condivido alcuni dei cambiamenti più difficili che abbiamo fatto nella storia di Meta. Ho deciso di ridurre le dimensioni del nostro team di circa il 13% e lasciare andare più di 11.000 dei nostri talentuosi dipendenti”, ha dichiarato il CEO.

Zuckerberg nella lettera ai dipendenti ha parlato anche dell’adozione di “una serie di ulteriori misure per diventare un’azienda più snella ed efficiente, tagliando le spese discrezionali ed estendendo il blocco delle assunzioni fino al primo trimestre”.

Zuckerberg si è preso la responsabilità dei passi falsi della società, incluso un eccesso di ottimismo che l’ha portato a sovrastimare la crescita di Facebook e quindi a far ingigantire troppo il suo organico.

Twitter 3700 dipendenti

Anche Elon Musk, dopo avere preso il controllo di Twitter ad ottobre, ha tagliato circa la metà della sua forza lavoro, eliminando 3.700 dipendenti (molti altri se ne sono andati volontariamente). Le partenze hanno incluso ingegneri di lunga data, alcuni con più di un decennio di esperienza in azienda, nonché un elenco crescente di leader aziendali come il ceo Parag Agrawal, il chief financial officer Ned Segal, il responsabile degli affari legali e della policy Vijaya Gadde e il general counsel Sean Edgett

Alphabet: la controllata Verily licenzia il 15% del personale

Il 12 gennaio 2023 Verily, la divisione dedicata alle life sciences di Alphabet, la società che controlla Google, ha annunciato un taglio del 15% dei posti di lavoro a causa di un ridimensionamento di alcuni programmi di ricerca. I tagli riguarderanno circa 240 persone,

Verily, specializzata in scienze della salute, è una delle consociate di Google, che opera all’interno della casa madre di Google, Alphabet.

Big tech: le cause di una crisi

Diverse sono le cause della fine dell’inarrestabile crescita del settore. Nel 2020 le principali aziende della Silicon Valley crescevano costantemente con l’aumentare del flusso web causato dalle restrizioni. Non solo i ricavi di molte di queste società tecnologiche sono saliti alle stelle, ma anche il loro numero di dipendenti che, con il crollo dei profitti, si sono poi trasformati in esuberi tradotti in annunci di tagli del personale.

Inoltre si è aggiunto il calo della raccolta pubblicitaria nel 2022. Negli ultimi anni molti budget sono stati destinati alle piattaforme online. Ma oggi il fenomeno sembra aver perso parte del suo slancio. Un’altra sfida per le big tech è la concorrenza. La concentrazione dei mercati come quella caratterizzata dal monopolio di Google nella ricerca e di Meta nei social media è destinata a finire. Ne è un esempio il successo di TikTok, che ha portato a sé parte degli utenti di Meta.

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