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Microsoft ridurrà la dipendenza da OpenAI acquistando soluzioni AI dal rivale Anthropic

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Microsoft ha deciso di ampliare le proprie collaborazioni strategiche nel settore dell’AI annunciando un accordo con Anthropic per integrare i suoi modelli, in particolare Claude Sonnet 4, all’interno delle applicazioni di Office 365 come Word, Excel, PowerPoint e Outlook.

Microsoft ha deciso di ampliare le proprie collaborazioni strategiche nel settore dell’AI annunciando un accordo con Anthropic per integrare i suoi modelli, in particolare Claude Sonnet 4, all’interno delle applicazioni di Office 365 come Word, Excel, PowerPoint e Outlook.

Questo cambiamento segna una svolta nella politica della multinazionale, che fino ad ora si era affidata esclusivamente a OpenAI per il supporto tecnologico dei propri strumenti di produttività.

Secondo fonti vicine all’operazione, la decisione non rappresenta una semplice manovra negoziale, ma rispecchia una valutazione tecnica favorevole ai modelli di Anthropic, ritenuti superiori in alcune funzionalità, come la generazione di presentazioni visivamente più sofisticate.

Questa mossa rientra in una strategia più ampia di Microsoft volta alla diversificazione delle fonti di AI e alla riduzione della dipendenza da un unico partner tecnologico.

Parallelamente, l’azienda sta sviluppando internamente modelli proprietari, tra cui MAI-Voice-1 e MAI-1-preview, per aumentare l’autonomia nel settore. Il rapporto con OpenAI resta attivo, ma è evidente che le due realtà stanno seguendo percorsi più autonomi.

OpenAI, da parte sua, sta avviando progetti infrastrutturali propri, incluso lo sviluppo di chip AI in collaborazione con Broadcom, e ha recentemente annunciato una piattaforma per l’impiego che potrebbe competere con LinkedIn.

La collaborazione con Anthropic non solo rafforza il portafoglio tecnologico di Microsoft, ma testimonia l’evoluzione di un ecosistema AI in cui le alleanze sono sempre più fluide e dettate dalla qualità dei modelli e dalla capacità di innovazione.

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La CFO di OpenAI avverte: l’AI potrebbe sconvolgere il settore del software-as-a-service

Durante una conferenza tecnologica organizzata da Goldman Sachs a San Francisco, la CFO di OpenAI, Sarah Friar, ha lanciato un avvertimento chiaro: l’adozione accelerata dell’AI potrebbe rivoluzionare profondamente il settore del software-as-a-service (SaaS).

Secondo Friar, l’utilizzo di strumenti di codifica basati su AI consente oggi alle aziende di sviluppare software internamente in modo più efficiente e su misura, mettendo così in discussione l’intero modello economico fondato sull’acquisto di soluzioni standardizzate. Il confronto tra ‘acquistare o costruire’ software non è mai stato così acceso.

Friar ha paragonato l’attuale trasformazione al fenomeno del ‘fast fashion’, che ha ridisegnato le regole nel commercio al dettaglio, affermando che le aziende che non integreranno tempestivamente l’AI nei propri processi rischieranno l’obsolescenza.

Citando esempi concreti, ha illustrato come il team finanziario di OpenAI – significativamente più snello rispetto ad aziende simili – stia già utilizzando agenti AI per automatizzare compiti interni, aumentando la produttività e riducendo i costi. Questo cambiamento rende sempre meno sensato acquistare software preconfezionati per funzioni come la pianificazione o la gestione degli acquisti.

Friar ha sottolineato che il vero pericolo non deriva dall’AI in sé, ma da coloro che la impiegano in modo strategico e profondo. In un contesto in cui gli ingegneri erano una risorsa scarsa, l’acquisto di software era la norma; oggi, l’autonomia nello sviluppo potrebbe diventare la nuova prassi.

La dichiarazione alimenta un dibattito già acceso a Wall Street, dove molti analisti vedono nei colossi tecnologici e nelle startup AI una minaccia crescente per oltre 100 aziende software quotate in borsa.

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