Key4biz

Microsoft, nuova ondata di licenziamenti. Continua l’espansione dell’AI?

Microsoft si prepara di nuovo ad una nuova ondata di licenziamenti a partire da luglio. Al centro del piano ci sono le funzioni commerciali, in particolare vendite e marketing.

Secondo Bloomberg e altri media USA, i reparti più colpiti saranno quelli orientati al cliente, ma il ridimensionamento interesserà anche altre aree. Già ad aprile, Microsoft aveva avviato l’esternalizzazione delle vendite rivolte alle PMI, affidandole a fornitori terzi. Con 228.000 dipendenti globali — di cui 45.000 solo tra vendite e marketing — l’obiettivo è ridurre la spesa operativa e concentrarsi su settori strategici, in particolare l’intelligenza artificiale.

I tagli di maggio: 7.000 posti in meno, colpite anche LinkedIn e Xbox

La ristrutturazione segue quella annunciata il 13 maggio: 7.000 licenziamenti, il 3% del personale. La riduzione ha coinvolto tutte le aree geografiche, comprese divisioni come LinkedIn e Xbox. Nello Stato di Washington, sede centrale dell’azienda, sono stati tagliati circa 2.000 posti, soprattutto tra ingegneri e product manager.

Il taglio non è legato a problemi finanziari — Microsoft ha superato i 70 miliardi di dollari di ricavi trimestrali — ma, secondo l’azienda, serve a semplificare la struttura interna: meno livelli gerarchici, più autonomia per i manager. In realtà, è possibile che la vera motivazione sia un’altra: l’intelligenza artificiale sta arrivando a un punto di svolta, e ridurre l’organico in ruoli intermedi potrebbe essere parte di un piano più ampio di sostituzione del capitale umano con l’AI.

80 miliardi sull’AI, ma il rapporto con OpenAI è pessimo

In parallelo, Microsoft sta investendo oltre 80 miliardi di dollari in infrastrutture per l’AI. Data center, server e potenza di calcolo sono le priorità. Ma la relazione con OpenAI, partner chiave nella strategia AI dell’azienda, si sta facendo tesa.

Secondo il Wall Street Journal, OpenAI vuole sganciarsi dal controllo esercitato da Microsoft su risorse informatiche e prodotti, spingendo per completare la propria trasformazione in società for-profit. Le trattative sono diventate così complesse che, in via riservata, i dirigenti di OpenAI hanno ipotizzato di accusare Microsoft di pratiche anticoncorrenziali, coinvolgendo le autorità federali.

Il legame tra le due aziende, nato nel 2019 con un investimento iniziale da 1 miliardo di dollari, è oggi messo alla prova da interessi divergenti. Se Microsoft ha accesso privilegiato ai modelli di OpenAI tramite Azure, le due realtà sono ormai concorrenti dirette su chatbot e strumenti di sviluppo.

OpenAI ha tempo fino a fine anno per finalizzare la sua riorganizzazione societaria, pena la perdita di circa 20 miliardi in finanziamenti. Una rottura tra i due attori cambierebbe gli equilibri di forza nel mercato globale dell’intelligenza artificiale.

Exit mobile version