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Microsoft indagata in Usa. Tangenti per vendere il software in Ungheria?

Microsoft è indagata per corruzione e abuso di ufficio nell’ambito della vendita di software in Ungheria. A darne notizia è il Wall Street Journal riferendo che la multinazionale americana è al centro delle indagini del Ministero della Giustizia Usa e della Sec (Security and Exchange Commission), la Consob americana.

 

Microsoft avrebbe ceduto alcuni software come Word ed Excel a prezzi scontati ad intermediari ungheresi che poi li avrebbero rivenduti ad agenzie governative tra il 2013 e il 2014 a prezzo quasi pieno. Le indagini dovranno chiarire se le compagnie intermediarie abbiano utilizzato la differenza per pagare tangenti a funzionari del governo.

La replica di Microsoft

Microsoft ha detto di essersi mossa rapidamente per indagare dopo essere venuta a conoscenza di “potenziali illeciti” nelle sue operazioni ungheresi nel 2014, secondo una dichiarazione rilasciata al Wall Street Journal dal deputy general counsel della società, David Howard. Il gruppo si è inoltre detto pronto a collaborare con il Dipartimento di giustizia e la Sec.

“Siamo impegnati in pratiche commerciali etiche e non comprometteremo questi standard”, ha affermato Howard. Il gruppo ha sottolineato di aver licenziato quattro dipendenti legati alle questioni ungheresi, tra cui il suo country manager, Istvan Papp. La compagnia ha poi ricordato terminato la collaborazione con quattro partner commerciali in Ungheria e ha assicurato di aver aumentato gli sforzi per migliorare la trasparenza sulla scontistica.

Papp, in un messaggio WhatsApp al WSJ, ha scritto che era un “dipendente rispettato” della “famiglia” di Microsoft e di aver “ricevuto solo un feedback positivo dalla direzione”. Ma ha rifiutato di commentare ulteriormente.  In un comunicato stampa del giugno 2015, Microsoft ha citato l’Ungheria come “filiale dalle migliori prestazioni … per due anni consecutivi” negli ultimi cinque anni.

Le autorità statunitensi hanno un ampio mandato per indagare e perseguire accuse di corruzione e corruzione societaria all’estero ai sensi della Foreign Corrupt Practices Act statunitense. La legge proibisce alle aziende di pagare tangenti per piazzare i suoi prodotti o servizi.

Già nel 2013 l’azienda di Bill Gates era stata indagata per dinamiche molto simili messe in atto in Cina, Russia, Pakistan, Italia e Romania. Ma, ha scritto il Wall Street Journal, “Non è stato possibile capire se gli Stati Uniti stanno continuando a indagare su Microsoft in uno di questi Paesi”.

Invece sia le autorità della Repubblica Ceca stanno indagando su Microsoft sulle accuse di comportamento anticoncorrenziale sia la Romania, in cui è previsto per il mese prossimo l’interrogatorio dell’ex country manager Microsoft Călin Tatomir, accusato di riciclaggio di denaro e complicità nell’abuso di un incarico pubblico durante il periodo in cui è stato il leader della società. I pubblici ministeri dicono che ha aiutato gli intermediari che vendono software Microsoft al governo a ottenere “un indebito vantaggio” attraverso diversi metodi di corruzione. Ma Microsoft non è accusata di alcun illecito.

In tutta questa vicenda è solo vittima? Vedremo.

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