L'accusa

“Microsoft condivide i dati dei clienti aziendali con Facebook”. Class action in California. E nel resto del mondo?

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Microsoft citata in giudizio negli Usa con l'accusa di condivisione, senza il consenso, dei dati delle aziende che utilizzano Office 365 e Exchange a terze parti, tra cui gli sviluppatori di app per Facebook, partner e subappaltatori.

Microsoft è stato citata in giudizio negli Usa con l’accusa di condivisione, senza il consenso dei clienti, dei dati delle aziende che utilizzano Microsoft Office 365 e Microsoft Exchange a terze parti, tra cui gli sviluppatori di app per Facebook, partner e subappaltatori.

La causa, come riporta il sito The Register, è stata intentata presso il Tribunale distrettuale degli Stati Uniti a San Francisco da Frank Russo, Koonan Litigation Consulting e Sumner Davenport & Associates, tutti clienti di Office 365.

Le accuse a Microsoft

Nella denuncia (eccola in PDF) i querelanti accusano Microsoft di:

  • aver regolarmente condiviso – e continua a condividere – i dati dei suoi clienti aziendali con Facebook e altre terze parti. 
  • dati vengono condivisi anche quando né i clienti né i loro contatti sono utenti di Facebook.
  • Aver condiviso i dati con centinaia di subappaltatori quando non è necessario per i servizi acquistati e che alcune di queste società a valle hanno subito violazioni dei dati.
  • Utilizza regolarmente le e-mail, i documenti, i calendari, i dati sulla posizione e i file multimediali dei clienti aziendali per sviluppare nuovi prodotti, raccogliere informazioni commerciali e ottenere vantaggi commerciali.

Tutto questo, secondo la class action vìola le leggi Usa e contraddice le promesse di Microsoft sulla protezione dei dati dei clienti aziendali.

La replica di Microsoft

“Siamo a conoscenza della causa e la esamineremo attentamente. Siamo fiduciosi che il nostro uso dei dati dei clienti sia coerente con i nostri impegni contrattuali”, ha detto un portavoce di Microsoft a The Register.

Secondo i querelanti, Microsoft avrebbe violato il Wiretap Act, lo Stored Communications Act e le leggi sulla protezione dei consumatori e sulla privacy di Washington per la presunta condotta. Gli avvocati alla guida della class action chiedono provvedimenti ingiuntivi, restituzione degli utili ingiustamente ottenuti, recupero dei pagamenti per i loro servizi Microsoft, un ordine di cessazione e di sequestro e un risarcimento per danni e costi.

Questa vicenda giudiziaria, di cui attendiamo l’esito finale, fa venire in mente l’indagine condotta dal Garante privacy europeo sull’utilizzo da parte delle istituzioni dell’UE di prodotti e servizi Microsoft.

Ecco il verdetto: “Microsoft è il responsabile del trattamento in modo non trasparente dei dati dell’Unione europea”. Quali sono i dati a cui si fa riferimento?

I dati personali, legali, finanziari, politici e commerciali di oltre 45mila dipendenti delle istituzioni dell’UE sono elaborati ed archiviati con prodotti e servizi Microsoft

Inoltre, il personale dell’Unione europea utilizza gli stessi prodotti e servizi della società fondata da Bill Gates per elaborare i dati personali di cittadini che non fanno parte del personale.