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Metroweb: un mese per i negoziati tra Enel-F2i

Francesco Starace

Dovrebbero partire oggi i negoziati esclusivi tra F2i ed Enel per l’acquisto di Metroweb. Le trattative, che si protrarranno almeno per un mese, serviranno a limare molti dei dettagli più delicati dell’operazione, che prevede la fusione della società della fibra milanese in Enel Open Fiber, il veicolo creato dalla società elettrica per realizzare il piano di sviluppo della fibra ottica in 224 città.

Dal momento poi che F2i sembra intenzionato a restare nell’azionariato della società della fibra, dovranno essere chiarite le modalità dell’investimento del Fondo guidato da Renato Ravanelli, che potrebbe ottenere uno scambio azionario oppure acquisire di una quota di Enel Open Fiber attraverso un veicolo partecipato anche altri investitori già presenti nel Fondo.

Appena avviate le trattative esclusive ci sarà poi da ottenere il via libera du Fastweb, che controlla il 10,6% di Metroweb Milano e può dire l’ultima parola sui cambiamenti nell’azionariato grazie a una clausola di lock-up fino al 2017. La società controllata dagli svizzeri di Swisscom sembra orientata a dare il suo ok all’operazione, già per altro approvata da F2i, che controlla il 53,8% di Metroweb e dalla CDP, che controlla il 46,2%. Ma pare voglia ottenere anche qualche beneficio sul fronte dei contratti per l’accesso alla rete.

Contratti, quelli offerti da Enel, che secondo l’ad di Vodafone, Aldo Bisio, “sono più convenienti rispetto alle alternative potenziali di investimento da soli o a quelle potenziali di acquisto in wholesale dall’incumbent”.

Vodafone, che insieme a Wind ha siglato accordi commerciali con Enel, copre con la sua rete in fibra FTTC 8,7 milioni di abitazioni e offre servizi in 300 città. “Attraverso l’accordo con Enel vogliamo valorizzare i nostri investimenti nell’FTTC con un passaggio al fiber to the home che crediamo sia l’unica tecnologia veramente a prova di futuro”, ha aggiunto Bisio, che dice di considerare la società elettrica “un operatore efficiente, con il quale poter realizzare un contributo fondamentale per il Paese”.

L’importante, gli ha fatto eco il presidente di Metroweb, Franco Bassanini, è che l’Italia si doti finalmente di una rete in fibra ottica e faccia emergere la domanda latente. Se poi le reti saranno due, visto che Telecom ha già posato 11 milioni di chilometri di fibra e in molte delle città più ricche c’è la possibilità di due infrastrutture sovrapposte, potrebbe non essere un problema secondo Bassanini, dato che “ci sono altri paesi in cui la concorrenza c’è , tra costruttori di infrastrutture e Cable TV, e funziona”.

Su questo punto non manca invece di inviare una frecciata a Telecom Italia il sottosegretario Antonello Giacomelli, secondo cui la concorrenza in ogni caso fa bene . “Se poi possono esistere o meno due infrastrutture concorrenti io mi fido degli operatori; se pensassi diversamente dovrei forse pensare che Telecom Italia è intervenuta a Perugia con la nuova rete solo per contrastare Enel? Penso che abbiano valutato che ci sia una richiesta del mercato”, ha affermato Giacomelli, escludendo comunque che nella discesa di Enel nel mercato della fibra ottica vi sia ‘lo zampino’ del Governo.

“Enel – ha detto il sottosegretario – ha fatto la sua valutazione sulla base del nostro piano, che qualunque imprenditore probabilmente avrebbe fatto, valutando che era possibile la sinergia” con il proprio piano in particolare con la sostituzione di 30 milioni contatori con dei contatori con quelli cosiddetti ‘intelligenti’.

Il 16 giugno, ha anticipato Giacomelli, sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto ministeriale sul Catasto nazionale delle infrastrutture mentre entro l’estate dovrebbero uscire tutti bandi per la fibra ottica nelle aree a fallimento di mercato ed “entro l’anno partiranno tutti i cantieri”, ha assicurato il sottosegretario Claudio De Vincenti, dicendosi soddisfatto dell’accelerazione impressa dagli operatori. Le telco, ha detto il sottosegretario, hanno investito anche oltre le aspettative ma i soldi messi sul piatto dal Governo non per questo diminuiranno. “Quei 5-600 milioni che ci avanzano non rimarranno fermi, ma ci consentiranno di accelerare ulteriormente la rete” a banda ultralarga, ha detto De Vincenti.

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