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Meta e la crisi di talenti, persi la maggior parte del team originale di LLaMA AI

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Degli autori dello storico paper del 2023 che ha presentato LLaMA al mondo, solo tre risultano ancora in azienda. La maggior parte ha abbandonato Meta per unirsi a competitor emergenti o fondare nuove startup, con impatti potenzialmente rilevanti sugli equilibri del settore.

L’emorragia interna di talenti in Meta sta mettendo in discussione la sostenibilità dell’intelligenza artificiale open-source grazie alla famiglia di modelli LLaMA.

Degli autori dello storico paper del 2023 che ha presentato LLaMA al mondo, solo tre risultano ancora in azienda. La maggior parte ha abbandonato Meta per unirsi a competitor emergenti o fondare nuove startup, con impatti potenzialmente rilevanti sugli equilibri del settore.

Da LLaMA a Mistral

Dei 14 firmatari del primo paper LLaMA, solo Hugo Touvron (research scientist), Xavier Martinet (research engineer) e Faisal Azhar (technical program leader) lavorano ancora per Meta. Gli altri undici hanno preso strade diverse, molti dei quali confluendo in realtà come DeepMind, Microsoft AI, Anthropic, Cohere o nella startup parigina Mistral AI, fondata da Guillaume Lample e Timothée Lacroix – due delle figure chiave dietro la nascita di LLaMA.

Mistral AI è oggi una delle startup europee più rilevanti nel campo dell’intelligenza artificiale generativa. Nata nel 2023 a Parigi, è guidata da un team di ex ricercatori di Meta e DeepMind con una chiara missione: rendere l’AI open-source una reale alternativa ai modelli proprietari dominanti. In meno di un anno, Mistral ha raccolto oltre 100 milioni di euro, rilasciato modelli all’avanguardia come Mistral 7B e Mixtral, e ottenuto un forte seguito nella comunità scientifica e open-source.

Con un approccio incentrato sull’efficienza, la trasparenza e la sovranità tecnologica europea, la startup si posiziona come un nuovo polo di attrazione per i talenti fuoriusciti da Meta e un concorrente credibile nella corsa globale all’intelligenza artificiale.

L’ombra di Behemoth e la debole accoglienza di LLaMA 4

La fuoriuscita di personale coincide con difficoltà interne rilevanti. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Meta avrebbe ritardato il lancio di “Behemoth”, il più grande modello AI mai sviluppato dall’azienda, a causa di problemi di performance e leadership. Nel frattempo, LLaMA 4 – l’ultima iterazione della serie – non ha suscitato l’entusiasmo sperato nella comunità di sviluppatori, molti dei quali preferiscono ora modelli open-source più agili come quelli sviluppati da DeepSeek o Qwen.

La situazione è aggravata da cambiamenti nel vertice della ricerca. Joelle Pineau, alla guida del gruppo FAIR (Fundamental AI Research) per otto anni, ha annunciato il proprio passo indietro, lasciando il testimone a Robert Fergus. Quest’ultimo torna in Meta dopo cinque anni a DeepMind, ma eredita una struttura indebolita da uscite silenziose e continue: gran parte del team originale di LLaMA ha lasciato l’azienda nei mesi successivi alla pubblicazione del paper fondativo.

Meta in crisi etica e di governance

Oltre alla perdita di capitale umano e al rallentamento dei suoi progetti interni, Meta è anche coinvolta in una causa per violazione di copyright legata all’uso di libri piratati per l’addestramento dei modelli LLaMA. Nonostante nuove iniziative – come l’integrazione di LLaMA 4 su Amazon Bedrock e il lancio dell’API ufficiale – il futuro del progetto AI di Meta dipenderà dalla sua capacità di ricostruire un team competitivo.

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