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Mercato Tlc, vendite di infrastrutture in vista con il nuovo Codice Ue

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Secondo Crédit Suisse, il nuovo quadro regolatorio in Europa con l’adozione del nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche implicherà che ‘diversi operatori dovranno decidere se vendere tutte o in parte le loro infrastrutture’.

Le telco europee stanno tornando in carreggiata e nel 2019 diversi fattori caratterizzeranno la performance del settore nel suo complesso. Secondo un report appena pubblicato da Crédit Suisse, i ricavi da Mobile miglioreranno leggermente nei prossimi mesi, grazie ad un calo della pressione regolatoria e “all’aumento del consumo di dati” che produrranno un miglioramento dell’Arpu di pari passo con la diffusone di connessioni fisso-mobile che trainerà il broadband mobile.

Secondo Crédit Suisse, peggiorerà ulteriormente la perdita di ricavi su linea fissa degli incumbent, di pari passo con l’incremento dei ricavi da mobile. “Sul lungo periodo vediamo un rischio crescente per il fisso dalla sostituzione della fibra per il 5G”, con previsioni di perdita dell’1% dei ricavi per gli incumbent nel 2019.

Il nuovo quadro regolatorio in Europa con l’adozione del nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche implicherà che “diversi operatori dovranno decidere se vendere tutte o in parte le loro infrastrutture. TI (Telecom Italia) sta facendo il primo passo fra gli incumbent e molti altri stanno valutando se vendere parte delle loro infrastrutture (ad esempio Vodafone/Deutsche Telekom per quanto riguarda le torri)”. Gli analisti della banca d’affari ritengono che la cessione dell’infrastruttura in fibra di Altice possa rappresentare un altro esempio per gli operatori che stanno valutando la cessione di parte del loro business.

Per quanto riguarda il 5G, l‘Europa è indietro di un paio d’anni rispetto ad altre parti del mondo, visto che lo spettro radio è ancora in fase di assegnazione in diversi paesi. Per questo il capex resterà poco variato nel breve periodo, aggiungono gli analisti.

Per quanto riguarda le prossime aste 5G, la banca d’affari non vede grossi sussulti sul fronte dei prezzi in Germania e Svezia, dove la gara è fissata nel primo semestre del 2019, mentre la gara più interessante sarà quella francese prevista per la seconda metà dell’anno prossimo.

Il mercato delle torri “continuerà la sua forte crescita, trainato dall’aumento dell’uso di dati con possibili fusioni ed acquisizioni nel settore”, aggiunge Crédit Suisse.