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Mercato Tlc, 5 previsioni per il 2019. Sarà l’anno del 5G e dell’Open Source

Il 2019 sarà un anno centrale per la industry delle Tlc. Il 5G punta dritto verso il pieno lancio commerciale, mentre stanno emergendo nuovi use case in ambito Cloud computing IoT che richiedono sempre maggior capacità di banda, bassa latenza e connettività. In questo contesto, la industry si sta sempre più spostando verso la fornitura di tutta una serie di nuove tecnologie sulle reti mobili, il che impone alle aziende di capire quali di queste nuove tecnologie saranno davvero essenziali nel 2019.

Ecco cinque previsioni che riguardano il futuro della industry nel 2019 da parte di Nathan Rader, esperto di Tlc, da più di 15 anni nel settore, conosciuto come il padre dell’Lte, che attualmente ricopre la carica di Director NFV Strategy di Canonical, la società che sta dietro a Ubuntu. Articolo tratto dall’eBook gratuito di key4biz ’Tech Trend 2019‘.

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Molti provider realizzeranno il 5G, ma monetizzare sarà difficile

La corsa al primato delle reti e agli standard 5G è in pieno svolgimento. La fase di test è stata avviata da diversi operatori in tutto il mondo ed è destinata ad accelerare nei prossimi mesi. Tuttavia, questa corsa potrebbe essere molto dispendiosa. Il bisogno di 5G da parte degli utenti non è così alto come lo era all’epoca delle precedenti generazioni. Il 4G può già rispondere alle necessità della maggior parte degli ‘use case’ (ad esempio lo streaming, il gaming, la navigazione online ecc.) in modo sufficiente e con velocità ragionevole.

Il principale vantaggio del 5G consiste nel fornire un miglioramento in termini di capacità, non di velocità o latenza, tanto che di primo acchito il nuovo standard rappresenta in prima istanza uno sviluppo tecnico.

Disporre della prima rete 5G sarà più un colpo di marketing, ma di fatto potrebbe non cambiare più di tanto l’offerta destinata ai consumer, diversamente da quello che avvenne con le generazioni passate.

Il 5G su larga scala arriverà prima fuori dall’Europa

Diversamente dal passato (2G, 3G e 4G), questa volta con il 5G gli operatori europei non saranno i primi a sviluppare le nuove reti. In questo caso, la differenza è che il 4G ebbe il merito di armonizzare tutte le reti in Europa, mettendo a fattor comune la tecnologia per creare una rete molto densa e veloce.

Confrontando la situazione europea con quella degli Usa, ci sono grosse differenze. Negli Usa c’è una torre ogni 5-10 miglia, in altre parole la rete esistente è molto meno capillare, il che crea una domanda superiore che in Europa di capacità di rete per il 5G.

Lo stesso discorso vale per la Cina in confronto al resto dell’Asia. E’ per questo che Usa e Cina sono davanti all’Europa per quanto riguarda lo sviluppo su ampia scala del 5G. Allo stesso modo, negli Usa e in Cina c’è un bisogno maggiore di 5G per connessioni fixed broadband nelle abitazioni che si trovano in aree periferiche e remote.

Sempre più Edge Computing applicato al 5G…

L’Edge Computing è considerata la nuova tecnologia più promettente da molti esperti, ma prima che si possa assistere ad una sua ampia diffusione ci vorrà ancora tempo. E il 5G sarà un volano importante in questo senso. Dispositivi edge standalone (autonomi), in grado di connettersi direttamente al cloud, sono ancora una rarità, soprattutto su ampia scala. Detto questo, con il 5G un numero enorme di dispositivi connessi in rete entrerà in contatto con il cloud e si comincerà a parlare di dispositivi per l’edge computing.

…Ma non sarà l’anno dell’Edge Computing (come spera qualcuno)

La domanda che sorge spontanea è chi, per primo, trarrà vantaggio dalle nuove potenzialità dell’Edge Computing? I dispositivi mobili oggi come oggi sono essi stessi molto potenti, e molti di essi sono in grado di supportare processi di Realtà Aumentata in modo effettivo, tanto che non c’è bisogno di aggiungere funzioni di edge computing al dispositivo per migliorare la loro capacità di calcolo. Lo stesso vale per le auto senza pilota, un’altra innovazione che il pubblico attende con ansia legata al 5G. E’ vero che sta crescendo l’interesse per l’edge computing, che di fatto consente di avvicinare i dati all’utente, ma nel caso dell’auto senza conducente l’auto stessa è munita del potere di calcolo necessario per funzionare al suo interno.

E’ vero anche che esistono già degli use case che spingono verso l’adozione dell’ege computing per il 5G, ma il problema è la capacità di monetizzare. Alcuni esempi riguardano use cases specifici per la localizzazione come il connubio fra musei e Intelligenza Artificiale oppure la memorizzazione di contenuti media, e strumenti specifici per telefonini laddove la capacità del WiFi non fosse sufficiente. Però rendere appetibili su ampia scala queste soluzioni è sfida ardua e la industry non sarà certo rivoluzionata da questo genere di soluzioni nel 2019.

Le telco puntino sull’Open Source per reinventarsi fornitori di software

Trovare nuove vie di monetizzazione per le telco grazie al 5G spingerà molti operatori ad allearsi con nuovi player di altri settori. Nasceranno nuove community intorno a specifiche soluzioni e nuove joint venture per la creazione di nuove software company. La sfida vera sarà nella crescente concorrenza, con l’emergere di nuovi galli nel pollaio delle telco, che potrebbero provocare non poca confusione.

La soluzione a questo potenziale problema potrebbe essere l’open source, che consentirà nuove collaborazioni trasversali sul modello di quanto già avvenuto in passato con lo sviluppo di nuove soluzioni di Cloud computing. Basti pensare alla quantità di applicazioni basate su Linux o Kubernets per vedere che si tratta di un business model sostenibile.

Le telco dovrebbero fare lo stesso nel 2019 puntando su nuove reti che funzionino per tutti, migliorandone l’efficienza e aprendo i network a tutte le app presenti sulla loro infrastruttura.   

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