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Meno perforazioni, più data center: la nuova rotta delle aziende petrolifere

Mentre il mercato della perforazione petrolifera evidenzia segnali di rallentamento, i principali attori del settore dei servizi oilfield – tra cui Baker Hughes, Halliburton e SLB – stanno realizzando un’importante riconfigurazione strategica, puntando sull’infrastruttura energetica per data centre.

La crescente pressione sulla domanda globale di trivellazione ha spinto queste aziende a diversificare i propri modelli di business, cogliendo le opportunità offerte dall’esplosione di fabbisogno energetico indotto dall’AI e dalla rapida espansione dei centri di calcolo.

Queste società sfruttano le proprie competenze ingegneristiche e l’esperienza nella gestione di sistemi complessi per fornire soluzioni chiavi in mano per l’alimentazione di data centre ad alta densità.

Baker Hughes ha venduto quasi 1,2 gigawatt di turbine a gas destinate a supportare data centre, mentre Halliburton ha investito in VoltaGrid, fornitore di generatori mobili. SLB, invece, ha registrato un aumento del 140% delle entrate nel segmento legato ai data centre, grazie alla fornitura di batterie, sistemi di raffreddamento e soluzioni integrate per la continuità operativa.

La transizione riflette la crescente insostenibilità del modello esclusivamente basato sull’upstream oil & gas, a fronte di una domanda energetica che potrebbe raggiungere +90 GW negli USA entro il 2030 solo per supportare l’espansione dei data centre.

L’articolo evidenzia come questi attori storici stiano ridefinendo la propria identità aziendale, passando da fornitori per l’industria petrolifera a partner strategici per la nuova infrastruttura digitale globale.

Tale pivot suggerisce un ribilanciamento strutturale nel settore energetico, con potenziali implicazioni su reti elettriche, resilienza industriale e strategie d’investimento nel lungo periodo.

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