Il caso

Mediaset-Vivendi, l’asta per la Champions sancirà la pace?

di |

La prossima asta per i diritti tv della Champions League potrebbe spingere Vivendi e Mediaset a trovare l’accordo.

Per Mediaset e Vivendi, è stato un agosto molto concitato. Il Biscione è stato accusato dai francesi d’aver ‘gonfiato’ i conti di Premium che ha già avviato un’azione legale per chiedere “l’esecuzione coattiva del contratto” stipulato l’8 aprile scorso e il risarcimento dei danni quantificati in 570 milioni di euro che potrebbe arrivare ai 2 miliardi, considerato che Mediaset e Fininvest hanno depositato due distinti atti di citazione.

A complicare le cose anche la recente scoperta da parte di Mediaset che Vivendi ha avviato una procedura all’Antitrust Ue che, stando ai francesi, se non dovesse dare l’ok farebbe saltare definitivamente l’accordo con il Biscione.

In ogni caso Bruxelles non accetterebbe di occuparsi formalmente del dossier fintanto che le parti discuteranno i loro punti di divergenza e il via libera della Commissione potrebbe non essere ottenuto prima del 30 settembre, data alla quale l’accordo decadrebbe.

 

Palla al centro

La pace tra i due gruppi sembra molto difficile ma la prossima asta per i diritti tv della Champions League, che dovrebbe tenersi all’inizio del prossimo anno, potrebbe accelerare una possibile intesa. Vivendi sarà ovviamente interessata, Mediaset deve capire se correre da sola contro Sky o cercare un partner.

Bisogna mettere a punto con anticipo le strategie se si vuole portare a casa questi pregiati diritti tv, per i quali Mediaset ha speso circa 600 milioni di euro per l’ultimo triennio soffiandoli a Sky, che faranno la differenza sul mercato della pay tv.

Un’asta quella della Champions che secondi gli esperti sarà sanguinosa per un importo che potrebbe avvicinarsi al miliardo di euro con la certezza di ammissione delle quattro squadre italiane, sicuramente tra quelle dal bacino di utenza maggiore.

La posta in gioco è molto alta e questo potrebbe spingere Berlusconi e Bolloré ad arrivare a un’intesa. Se così non fosse, Mediaset dovrebbe studiare un ‘piano B’ che punti sulla ricerca di un nuovo ‘socio’, avendo le spalle coperte dal risarcimento milionario che potrebbe avere da Vivendi.

L’alternativa, più verosimile secondo alcune fonti, è che si coinvolgano fondi di investimento disposti a rilevare almeno il 20% di Premium. Una soluzione che sarebbe comunque di emergenza e destinata a un aggiustamento successivo.

 

Canal+ in panne

L’azienda di Bolloré ha bisogno poi di riorganizzare le attività della pay tv Canal+ con perdite che sfiorano i 400 milioni di euro mentre è stata smentita l’ipotesi di un ingresso di Orange anche se i capi delle due aziende si sono visti più volte.

In ogni caso l’amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, ha tenuto a confermare nel corso dell’ultima conference call che “La nostra ambizione resta quella di costruire un gruppo leader nella produzione e distribuzione di contenuti nel sud Europa, e in questo senso l’Italia rimane un Paese chiave, con un progetto immutato”.