La sospensione

Mediaset-MfE. Primo round vinto da Vivendi, che ottiene stop fusione Biscione e controllata spagnola

di |

Il Tribunale di Madrid accoglie la richiesta di Vivendi di sospendere in via cautelare la fusione di Mediaset e la controllata spagnola, "imposta in modo abusivo dal Biscione e dal suo azionista di controllo Fininvest a svantaggio di tutti gli azionisti di minoranza", secondo il gruppo francese. La replica di Cologno Monzese: 'Vivendi non fermerà il progetto espansione europea".

Nell’operazione di Mediaset di creare la holding olandese MfE (Media for Europe) che unisce le attività spagnole e italiane del gruppo, oggi si registra una vittoria di Vivendi, contraria al riassetto.

La media company che fa capo al finanziere bretone Vincent Bolloré, che ha una quota di circa il 29% in Mediaset ed è azionista con circa l’1% in Mediaset Espana, ha chiesto ed ottenuto dal Tribunale di Madrid la sospensione in via cautelare della delibera sulla fusione per incorporazione di Mediaset e Mediaset Espana, che ha annunciato che farà appello “immediatamente” contro l’ordinanza.


Vivendi: “Fusione imposta in modo abusivo”

Il gruppo francese è soddisfatto per la decisione annunciata dal giudice della corte di Madrid.

Il giudice ha riconosciuto che il piano di fusione era stato imposto in modo abusivo da Mediaset e dal suo azionista di controllo Fininvest a svantaggio di tutti gli azionisti di minoranza; il giudice ha anche riconosciuto che tale fusione non risponde ad una ragionevole necessità di business di Mediaset Espana”, ha commentato un portavoce di Vivendi spiegando che “la decisione della Corte spagnola ha sospeso il processo di fusione in Spagna”.

“Vivendi si è anche opposta alle risoluzioni per la fusione adottate in Olanda e in Italia, per dimostrare che la fusione progettata è illegale anche in quelle giurisdizioni”, ha aggiunto il portavoce.

Mediaset: “Vivendi non fermerà il progetto di espansione europea”

“Vivendi non fermerà il progetto di espansione europea di Mediaset”, così il gruppo di Cologno Monzese ha commentato la decisione della corte di Madrid, sottolineando che “l’atteggiamento autolesionista di Vivendi conferma quindi due dati di fatto incontrovertibili”:

  • Il primo, si legge nella nota, è l’assoluta strumentalità delle scelte anti-Mediaset di Vivendi al solo scopo di deprimere il valore di Borsa dei titoli Mediaset per poi provare ad approfittarne. Un comportamento platealmente strumentale che ribadisce l’intenzione di indebolire Mediaset solo per i propri interessi come già avvenne nel 2016, quando iniziò la scalata ostile su cui tuttora indaga la Procura della Repubblica di Milano.
  • Il secondo, continua il gruppo di Cologno Monzese, è l’influenza notevole che il gruppo francese continua a esercitare su Mediaset in violazione – in quanto primo azionista di Tim-Telecom con il 23,9% – delle leggi italiane e delle delibere in materia dell’AgCom.

Vivendi avvia causa anche in Amsterdam contro MfE

Vivendi ha avviato una causa anche ad Amsterdam, contestando lo statuto della holding MfE, il player paneuropeo sognato da Mediaset, che riunisca le principali tivù in chiaro, per sfidare così Netflix, Amazon, Disney+, YouTube and Co.

Vivendi ha dichiarato la sua opposizione al piano riorganizzazione del gruppo perché, a suo dire, sarebbe dannosa per gli azionisti di minoranza e finalizzata unicamente per consentire a Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi, di blindare la maggioranza di Mediaset, di cui detiene il 44,2%. Con una quota del 35,5% di MfE, il gruppo Fininvest arriverebbe infatti a detenere il 50% dei diritti di voto in assemblea. Infine, un player paneuropeo sarebbe uno smacco per Vivendi, che tramite Canal+ accarezza un sogno simile a quello del Biscione, che da oggi è più difficile da realizzare.