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Media e Social: il 77% dei genitori li considera pericolosi (non solo) per i minori

Bambini

Bambini al pc

Il 77% dei genitori ritengono che i media siano pericolosi non solo per i minori ma anche per gli adulti. Questo il risultato delle anticipazioni di un’indagine del Censis sul temi dei media ed il loro rapporto con gli utenti minori, condotta su un campione significativo di bambini dai 3 ai 13 anni e di genitori in una fascia di età compresa fra i 35 e 40 anni. L’indagine sarà presentata ufficialmente a gennaio.

Esiste una forte relazione tra contenuti mediatici e valori dei più giovani che pone agli adulti la questione dei valori e dei modelli di vita che attraverso i media sono trasmessi ai ragazzi. Un fenomeno che con il diffondersi dei social sulla rete sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti, anche per i genitori stessi, come dimostra il nostro sondaggio”. Così Elisa Manna, responsabile per il Censis del settore cultura e curatrice del seminario di studio sul tema “Media & minori”, organizzato dal Corecom Lazio stamattina.

In sostanza l’espansione dei nuovi media, che per un verso ha prodotto molte opportunità di crescita per i minori, ha anche moltiplicato i rischi, acuendo le problematiche legate alla tutela dei minori, che – come ha detto il presidente del Corecom Lazio, Michele Petrucci, nel suo saluto introduttivo sono tra le più “complesse e delicate coinvolgendo soggetti di mercato con interessi che possono confliggere con quello che , secondo la Convenzione Onu sui Diritti del Fanciullo, è “il superiore interesse del minore.  

In tale contesto, ha continuato Petrucci quello della tutela dei minori è un tema sul quale i Corecom, possono giocare un ruolo importante grazie al trasferimento delle specifiche deleghe da parte dell’Agcom. Un tema – ha aggiunto Petrucci che il Corecom Lazio intende affrontare con incisività e determinazione in sinergia con gli indirizzi messi a punto, per conto del Mise, dal Comitato nazionale per l’applicazione del Codice di autoregolamentazione Media e minori.

Obiettivo del seminario e, più in generale del progetto, è stato quello di approfondire l’azione conoscitiva sul tema, con una focalizzazione sulla realtà territoriale del Lazio, un vero e proprio laboratorio/cantiere con il contributo dei principali stakeholders regionali di sistema, allo scopo di condividere le linee guida di un efficace intervento mediatico-educativo e porre in essere azioni coerenti ed efficaci. Tra gli argomenti approfonditi l’ adeguatezza dei sistemi di tutela disponibili in Italia sia per la televisione sia per il web, con particolare attenzione ai sistemi di parental control e le tecniche di tutela e le regole a confronto a livello europeo e internazionale, esaminato da una ricerca condotta dal Centro di ricerca sulle amministrazioni pubbliche “Vittorio Bachelet” della Luiss.

 “La televisione e gli altri mezzi di comunicazione non sono minacce assolute, anzi, grazie ad essi l’offerta culturale, didattica, informativa e sociale è aumentata – ha aggiunto il presidente Petrucci – ma serve una nuova e più moderna regolamentazione del settore e una maggiore presenza delle istituzioni affiancate da tutti gli attori principali . A tale riguardo – ha concluso Petrucci – il Corecom Lazio si impegna a fare la sua parte”.

Al seminario, tra gli altri, hanno partecipato rappresentati di Agcom, Save the Children; Dipartimento di giustizia minorile, Fondazione Abio, Scuola superiore di avvocatura oltre ad alcune associazioni di utenti come Codacons, Federconsumatori, Unione nazionale consumatori, Udicon, e operatori dei media, radio, tv e dei servizi audiovisivi del Lazio.

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