Sanità

Medtech, l’Ue lancia nuova proposta per l’assistenza sanitaria digitale comune

di |

“Il quadro normativo che proponiamo apporterà benefici ai pazienti in tutta l'Europa, incoraggiando l'innovazione, favorendo la diffusione di innovazioni di elevata qualità nel settore medtech e migliorando la sostenibilità dei sistemi sanitari dell'UE”

La spesa in tecnologie mediche (medtech) in Europa rappresenta circa l’8% del PIL. Quella procapite è di poco inferiore ai 200 euro, per un mercato complessivo che nel 2012 valeva circa 100 miliardi di euro e che vedeva tra i Paesi leader del settore Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia al quarto posto.

L’Unione europea (Ue) ospita più o meno 25 mila medtech company, che danno lavoro a quasi 580 mila persone.

Oggi la Commissione UE ha annunciato una nuova iniziativa nell’area “assessing health technology” volta a promuovere e rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri in merito alla valutazione delle tecnologie sanitarie.

L’health technology assessment, spiegano dalle pagine del nostro Ministero della Salute, è un approccio multidimensionale e multidisciplinare per l’analisi delle implicazioni medico-cliniche, sociali, organizzative, economiche, etiche e legali di una tecnologia attraverso la valutazione di più dimensioni quali l’efficacia, la sicurezza, i costi, l’impatto sociale e organizzativo.

Il fine è quello di valutare gli effetti reali e/o potenziali della tecnologia, sia a priori che durante l’intero ciclo di vita, nonché le conseguenze che l’introduzione o l’esclusione di un intervento ha per il sistema sanitario, l’economia e la società.

Diversi gli obiettivi che sono stati definiti dall’iniziativa ue: cercare una maggiore trasparenza per conferire poteri più ampi ai pazienti, garantendo loro l’accesso a informazioni sul valore clinico aggiunto di nuove tecnologie che potrebbero potenzialmente recare loro beneficio; raccogliere un maggior numero di valutazioni per portare a strumenti sanitari efficaci e innovativi, più rapidamente disponibili per i pazienti; arrivare a formulare politiche sanitarie più efficaci sulla base di evidenze più solide; favorire il lavoro delle imprese, che non dovranno più adeguarsi a procedure nazionali differenti.

Il settore dell’assistenza sanitaria costituisce una parte fondamentale della nostra economia, rappresentando circa il 10% del PIL dell’Unione. Il quadro normativo che proponiamo apporterà benefici ai pazienti in tutta l’Europa, incoraggiando nel contempo l’innovazione, favorendo la diffusione di innovazioni di elevata qualità nel settore medtech e migliorando la sostenibilità dei sistemi sanitari dell’Ue”, ha dichiarato il Vicepresidente della Commissione, Jyrki Katainen.

Questa iniziativa – ha poi aggiunto Vytenis Andriukaitis, Commissario responsabile per la Salute e la sicurezza alimentare – determinerà anche un uso più efficiente delle risorse da parte degli Stati membri attraverso la messa in comune di tali risorse e lo scambio di competenze, evitando in tal modo duplicazioni nella valutazione degli stessi prodotti”.

La nuova linea d’azione dell’Ue, relativamente alla valutazione delle tecnologie sanitarie, di nuovi medicinali e alcuni nuovi dispositivi medici, nelle intenzioni dei promotori getterà le basi di una cooperazione di qualità, permanente e sostenibile, grazie a strumenti, metodologie e procedure comuni in materia di valutazione delle tecnologie sanitarie.

La collaborazione si avrà in quattro settori principali: valutazioni cliniche congiunte incentrate sulle tecnologie sanitarie più innovative; consultazioni scientifiche congiunte grazie alle quali gli sviluppatori possono chiedere la consulenza delle autorità di valutazione delle tecnologie sanitarie; individuazione delle tecnologie sanitarie emergenti al fine di riconoscere precocemente le tecnologie promettenti; proseguimento della cooperazione volontaria in altri settori.

La proposta sarà ora discussa in sede di Parlamento europeo e di Consiglio dei ministri, spiega una nota odierna di Bruxelles: “Si prevede che, una volta adottata ed entrata in vigore, sarà applicabile dopo tre anni. A decorrere dalla data di applicazione è previsto un ulteriore periodo di tre anni per consentire agli Stati membri di adeguarsi gradualmente al nuovo sistema”.