Finestra sul mondo

May contro Merkel e Macron per i negoziati sulla Brexit, Crisi Catalogna, Riforma fiscale USA, Referendum Lombardia e Veneto

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Negoziati sulla Brexit, May contro Merkel e Macron

23 ott 10:57 – (Agenzia Nova) – All’inizio di questa settimana il primo ministro britannico Theresa May e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, si sono incontrati nuovamente, dopo i colloqui telefonici della premier britannica con il cancelliere tedesco Angela Merkel e con il presidente francese Emmanuel Macron per parlare dei negoziati inerenti la Brexit. May, pur sapendo bene che i leader europei non sono disposti a concessioni particolari ha voluto almeno tentare di aprire un nuovo percorso di discussione. In Gran Bretagna gli imprenditori e le banche sono nervosi, e molte di queste ultime stanno cercando sedi a Francoforte o Parigi. Gli europei sono ben consapevoli dei bisogni degli inglesi, e pertanto non intendono ammorbidire le loro posizioni. Il presidente francese Macron e Berlino hanno ribadito che “nessun accordo e’ meglio di un cattivo accordo”. La May sembra consapevole delle conseguenze negative per l’economia britannica, mentre il ministro degli Esteri Boris Johnson pensa che l’accordo non sia necessario. Secondo i calcoli di Bruxelles il Regno Unito dovrebbe fornire alla Ue oltre 60 miliardi di euro (secondo altri calcoli si arriverebbe addirittura a oltre 90) per gli impegni assunti prima della Brexit. A Firenze la May disse che il suo Paese continuera’ a versare al bilancio della Ue fino alla fine del 2020 circa 20 miliardi di euro netti, un’offerta che non soddisfa Berlino e Parigi, i maggiori contributori netti della Ue.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Usa, Bannon dichiara “guerra” al suo partito

23 ott 10:57 – (Agenzia Nova) – Stephen K. Bannon, l’ex consigliere strategico del presidente statunitense Donald Trump e figura di riferimento della “destra alternativa”, ha dichiarato guerra aperta ai repubblicani “problematici” che si presenteranno alle elezioni di medio termine, proprio come fece nell’estate del 1938 il presidente Franklin Delano Roosevelt nei confronti dei democratici “disobbedienti”. Lo sostiene il quotidiano Usa “New York Times”. Nel proporre un parallelismo con Roosevelt, che tento’ l’epurazione di parlamentari democratici non allineati con il suo programma di governo, il quotidiano ricorda che l’operazione fu un vero proprio boomerang. Gli elettori, infatti, irritati dall’intervento del presidente, votarono per i candidati ostracizzati dalla Casa Bianca. Bannon, dopo aver lasciato il suo incarico di consigliere strategico e’ tornato a dirigere Breitbart, la piattaforma d’informazione di riferimento dei nuovi movimenti conservatori statunitensi. Non e’ ancora chiaro se Bannon che “agisce in nome di Trump”, avra’ maggior successo del presidente Roosevelt. Certo e’ che venerdi’ scorso ha annunciato che sta lavorando a “un esercito di gente comune”. Al momento i parlamentari nel mirino di Bannon sono Ted Cruz del Texas (che sfido’ Trump alla primarie repubblicane), Mitch McConnell del Kentucky e Jeff Flake dell’Arizona.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Usa, Trump ottimista sulla nuova riforma fiscale che “sara’ approvata entro l’anno”

23 ott 10:57 – (Agenzia Nova) – Il presidente statunitense Donald Trump si e’ dichiarato ottimista che il Congresso approvera’ entro la fine dell’anno la riforma fiscale che “riduce le aliquote alle grandi aziende” e offre “agevolazioni fiscali” alla classe media. E’ quanto riferisce il quotidiano statunitense “Wall Street Journal”, precisando che Trump ha rilasciato questa ed altre dichiarazioni durante l’intervista del 22 ottobre scorso all’emittente “Fox News”. A pochi giorni dalla non scontata approvazione della bozza di legge di bilancio al Senato, il Partito repubblicano e’ fiducioso di poter portare a casa anche la prima e piu’ ampia riforma fiscale dagli anni ’80. Non appena la Camera dei rappresentanti approvera’ il provvedimento passato dal Senato, sara’ possibile calendarizzare la discussione della riforma delle tasse. I leader repubblicani hanno messo a punto un testo che aumentera’ il budget federale di 1,5 trilioni di dollari (circa 1,274 trilioni di euro) nell’arco dei prossimi 10 anni. Ma i negoziati su quali agevolazioni fiscali eliminare si fanno duri. Nell’intervista Trump ha affermato di non essere preoccupato dell’aumento del deficit che produrra’ la riforma, poiche’ il taglio delle tasse e la deregolamentazione di alcuni settori saranno i motori della crescita economica.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Spagna, il governo contro le cariche politiche che non rispettano la Costituzione

23 ott 10:57 – (Agenzia Nova) – Il governo spagnolo ha annunciato che sabato prossimo dovranno cessare solo le cariche politiche del presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, del vicepresidente Oriol Junqueras e degli altri consulenti che attuano nell’illegalita’ rispetto a quanto sancito dalla Costituzione. L’esecutivo intende invece mantenere invariate le cariche di circa 180 esponenti politici del governo e delle decine di responsabili delle societa’ pubbliche catalane. Se pero’ queste cariche pubbliche dovessero rifiutare l’ambito della legalita’, il governo spagnolo si dichiara pronto a cessare l’intero Consiglio dei ministri catalano. Questo quanto riportato lunedi’ dal quotidiano “El Pais” e da tutti i principali quotidiani spagnoli, dopo un fine settimana di crescente tensione tra il governo spagnolo e la Generalitat catalana. Secondo lo schema espresso da Mariano Rajoy, una volta approvato l’articolo 155 della Costituzione da parte del Senato si dovrebbe arrivare a elezioni regionali per costituire un nuovo governo in carica che agisca all’interno dell’ordine costituzionale. Nel frattempo Puigdemont continua a rifiutare l’ipotesi di sciogliere il Parlamento catalano e indire nuove elezioni. L’apparato legale della Generalitat sta vagliando diversi percorsi legali che potrebbero essere usati per appellarsi davanti a tribunali spagnoli ma soprattutto europei.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Colombia, presidente Santos autorizza dialogo ex Farc con guerriglia dell’Eln

23 ott 10:57 – (Agenzia Nova) – Una delegazione di alto livello delle Farc (Forza alternativa rivoluzionaria delle comunita’), il partito politico nato all’indomani dell’accordo di pace in Colombia, partecipa al dialogo per la fine delle ostilita’ che la guerriglia dell’Esercito di liberazione nazionale (Eln) sta sostenendo con il governo di Juan Manuel Santos. Lo ha detto lo stesso presidente Santos spiegando ai media locali di aver “autorizzato” il viaggio a Quito, capitale dell’Ecuador, di alcuni uomini della ex segreteria delle Farc. Il presidente, riferisce “El Espectador”, si augura che gli uomini delle Farc possano spiegare al gruppo armato le ragioni dell’accordo di pace raggiunto nel novembre del 2016. Dal 1 ottobre e’ entrato in vigore un accordo di cessate il fuoco firmato a settembre da Eln e governo.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Regno Unito, uccidere i “foreign fighters” dell’Isis e’ “l’unica soluzione”

23 ott 10:57 – (Agenzia Nova) – Per i “foreign fighters” britannici dello Stato islamico in Iraq e Siria (Isis), “l’unica soluzione” e’ che vengano uccisi in Medio Oriente piuttosto che permetter loro di rientrare in patria e minacciare la sicurezza interna della Gran Bretagna: la scioccante ammissione e’ stata fatta dal sottosegretario Rory Stewart in un’intervista concessa alla rete radiofonica della “Bbc” ieri domenica 22 ottobre e ampiamente rilanciata dal quotidiano conservatore “The Telegraph”. Si stima che negli anni scorsi circa 850 giovani britannici si siano recati in Siria ed in Iraq per combattere sotto le bandiere nere dell’Isis: una meta’ di loro sarebbero gia’ tornati in patria e si teme che molti altri tenteranno di fare altrettanto nei mesi a venire man mano che nuove citta’ e territori vengono sottratti all’organizzazione terroristica dalle offensive delle forze siriane, curde ed irachene. “Si tratta di persone che hanno dedicato la loro vita allo Stato islamico e credono convintamente in una dottrina piena di odio che li spinge ad usare la violenza e la brutalita’ ed ad uccidere se’ stessi e gli altri”, ha detto il sottosegretario Stewart: “Queste persone sono un un pericolo per la nostra societa’ e purtroppo ritengo che in quasi tutti i casi l’unico modo di trattarli sia semplicemente ucciderli”, ha concluso. Le scioccanti dichiarazioni del giovane esponente del governo britannico sono in diretto contrasto con quanto affermato negli scorsi giorni da Max Hill, un famoso avvocato incaricato dal Parlamento di guidare una commissione indipendente per la revisione delle leggi anti-terrorismo; secondo il quale invece molti giovani britannici si sarebbero uniti all’Isis a causa della loro “ingenuita’” e di un “lavaggio del cervello” e che percio’ dovrebbe esser loro consentito rientrare in patria ed essere reintegrati nella societa’. A quanto pare, nota il “Telegraph”, la disponibilita’ “buonista” esposta dall’avvocato Hill non e’ affatto condivisa dal governo conservatore britannico. Nei giorni scorsi, ricorda il quotidiano, anche il ministro della Difesa Michael Fallon era stato molto duro con i “foreign fighters” britannici dell’Isis: “Se qualcuno ha scelto di unirsi ad un’organizzazione che tra le altre cose prepara ed inspira attentati nelle nostre strade, quella persona e’ diventata automaticamente un obbiettivo legittimo” dei raid dell’aviazione della coalizione internazionale anti-Isis, aveva detto Fallon; e’ ovvio, aveva concluso il ministro, che “in ogni momento del giorno puo’ rischiare di essere colpito da un missile sparato da un aereo della Raf” (Royal Air Force, l’aviazione militare britannica; ndr).

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Francia, gli effetti delle riforme intraprese dal governo del presidente Macron

23 ott 10:57 – (Agenzia Nova) – Secondo gli analisti del think thank Coe-Rexecode, gli effetti delle riforme intraprese dal governo del presidente Emmanuel Macron dovrebbero portare a una crescita del Pil compresa tra l’1 e l’1,5 per cento nel 2022. Lo riporta “Les Echos”, aggiungendo che le scelte dell’esecutivo dovrebbero creare tra i 250mila e i 230mila posti di lavoro. Fondamentali i punti riguardanti la formazione dei disoccupati, che riceveranno un finanziamento di 14 miliardi di euro durante il quinquennio, insieme alla soppressione dell’Imposta sulla fortuna. “La Francia soffre di un disequilibrio sul mercato del lavoro dei poco qualificati, con una parte che e’ lontana dall’impiego” ha affermato l’economista Jean Pisani-Ferry. Sulla soppressione dell’imposta sulla fortuna, Michel Didier, presidente di Coe-Rexcode, spera in un impatto che porti un aumento dello 0,6 per cento del Pil entro il 2022. Secondo il quotidiano economico, sopprimendo quella che e’ stata ribattezzata come “la tassa dei ricchi”, molti imprenditori potrebbero tornare in Francia causando un importante ritorno di capitali. In questo modo si migliorerebbe la competitivita’ creando nuovi posti di lavoro.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Francia, la scommessa del presidente Macron sui lavoratori distaccati

23 ott 10:57 – (Agenzia Nova) – “Les Echos” e “Le Figaro” parlano della riforma europea della direttiva sui lavoratori distaccati, il “primo vero test” del presidente Macron in ambito comunitario. Oggi i ministri europei del lavoro e degli affari sociali si riuniscono per cercare un accordo su un tema che, secondo il quotidiano, e’ diventato l’emblema dell'”Europa che protegge”. All’inizio del suo mandato il capo dell’Eliseo ha voluto estendere il progetto di riforma previsto da Bruxelles inserendo alcune misure riguardanti la lotta contro la frode e la durata del periodo di distacco. “Les Echos” sottolinea che quello di oggi e’ un passaggio fondamentale per la Francia in Europa non solamente per la linea da adottare ma anche per il “metodo”. “Le Figaro”, invece, ricorda che per il capo dell’Eliseo si tratta di una scommessa “piu’ politica che economica”, visto che ne va del suo “impegno europeo”. Il quotidiano spiega che Macron deve cominciare ad ottenere risultati in campo europeo per avviare la “rifondazione” promessa. Per realizzare i suoi obiettivi il presidente francese avra’ bisogno di solidi alleati in questa battaglia per finalizzare al piu’ presto il progetto e per contrastare i paesi dell’est contrari alla riforma.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Aumenta il numero delle minacce terroristiche in Germania

23 ott 10:57 – (Agenzia Nova) – Secondo il quotidiano “Welt am Sonntag”, che cita informazioni dell’autorita’ di polizia, il procuratore generale ha lanciato quest’anno piu’ di 900 accuse di terrorismo, di cui piu’ di 800 a islamisti radicali. Questo vuol dire un aumento significativo rispetto agli anni precedenti. Secondo il procuratore federale Peter Frank, a partire dall’estate del 2016 ci sono stati quasi 240 nuove procedure, di cui circa l’85 per cento riguardavano l’islamismo; nel 2013 erano stati poco meno del 70. Tali numeri sono confermati dall’Ufficio del procuratore federale di Karlsruhe. Sven Rebehn, direttore nazionale dell’Associazione dei giudici tedeschi, ha dichiarato: “Il rapido aumento dei casi di terrorismo ha messo in sovraccarico il sistema e causa un collo di bottiglia nell’applicazione della legge”. A meta’ agosto i conti di Frank ammontavano dalle 800 alle 900 nuove indagini. Hans-Georg Maassen, presidente dell’Ufficio per la protezione della Costituzione tedesca aveva sottolineato all’inizio del mese che la situazione della sicurezza e’ oggi molto piu’ complessa che nel passato. Attualmente ci sono 10.300 salafisti in Germania, e oltre 1.800 persone nello spettro terroristico islamico. Inoltre c’e’ stato un aumento dell’estremismo violento di destra e di sinistra, nonche’ una crescente minaccia di attacchi informatici. Secondo l’Ufficio federale di polizia penale (Bka), circa 700 persone sono state classificate come possibili bersagli della cerchia del terrorismo islamico.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Milano e Venezia votano per la riduzione delle tasse

23 ott 10:57 – (Agenzia Nova) – Due delle piu’ ricche regioni italiane ieri domenica 22 ottobre hanno tenuto dei referendum per avere una maggiore autonomia; ma al contrario della Catalogna, a spingere gli elettori di Lombardia e Veneto ai seggi sono state considerazioni economiche piuttosto che vaghi sogni di liberta’. Lo scrive il quotidiano inglese “The Times”, in un articolo in cui il suo corrispondente da Roma, Tom Kington, sottolinea come l’obbiettivo dei promotori dei due referendum e’ quello di dimezzare i circa 70 miliardi di tasse che lo Stato itaiano raccoglie nelle due regioni: in Lombardia e Veneto vive un quarto dell’intera popolazione italiana e insieme le due regioni producono il 30 per cento dell’intero Pil nazionale; a cio’ si aggiunge che le due citta’ capoluogo, Milano e Venezia, in questo momento sono teatro di un impressionante sviluppo economico. Alla chiusura dei seggi, alle 11 di ieri sera, secondo i dati parziali il 59,7 per cento degli aventi diritto al voto si era recato alle urne in Veneto: abbondantemento aldisopra del quorum del 50 per cento; in Lombardia invece, dove non era previsto alcun quorum, ha votato circa il 32 per cento degli elettori. I critici dei due referendum, che hanno valore solo consultivo, sostengono che si sia trattato solo di uno spreco di denaro pubblico; ma i governatori delle due regioni rivendicano il fatto che un chiaro mandato popolare gli da’ maggior forza nelle trattative con il governo centrale di Roma: “E’ chiaro che piu’ potere contrattuale ho, piu’ soldi riusciro’ a riportare a casa”, ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. A sue volta il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha tenuto a precisare che “l’autonomia non ha niente a che fare con l’indipendenza: indipendenza significa staccare un pezzo di un paese e farne uno Stato; autonomia invece significa restare all’interno di un paese diventando molto piu’ forti”.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata