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Maturità, il 38% dei diplomati lavora a due anni dal diploma

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Ma quanti sono gli studenti che decidono e riescono a trovare un lavoro a due anni dal diploma? Sono il 38%. Le percentuali cambiano sensibilmente in base all’indirizzo dei maturandi, i liceali che firmano un contratto di lavoro a due anni dalla maturità sono il 25%, salgono al 49% quelli che escono dagli istituti tecnici e arrivano al 60% i diplomati dei professionali.

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Il 60% tra i maturandi professionali, i liceali si fermano al 25%

Al via gli esami di maturità 2023 per circa 536mila studenti in tutta Italia. Dopo la classica notte prima degli esami, le studentesse e gli studenti iniziano con la prima prova, il tema d’italiano con ben 7 tracce tra cui scegliere uguali per tutti gli indirizzi scolastici del Paese.

I maturandi possono scegliere tra tre tipologie di tema, la prima è analisi del testo, due le opzioni disponibili per saggiare l’abilità dei discenti nella parafrasi; o la poesia post-ermetica di Quasimodo Alla nuova luna o la prosa del romanzo d’esordio di Alberto Moravia, Gli Indifferenti, pubblicato dall’autore romano nel 1929 a soli 17 anni. Se la letteratura non è tra le corde dei futuri adulti c’è la categoria argomentativa, il saggio breve insomma, con un classico come Intervista con la storia di Oriana Fallaci o, in alternativa, Federico Chabod con L’idea di Nazione Piero Angela con il pamphlet Dieci cose che ho imparato.

Le tracce del tema d’italiano alla maturità 2023

Chiude il gruppo di sette proposte per il tema d’italiano della maturità 2023 la tipologia d’attualità, quello che un tempo era chiamato tema giornalistico. Gli studenti che hanno scelto questa tipologia potranno optare per la Lettera aperta al Ministro Bianchi sull’esame di Maturità o in alternativa “buttarsi” su Marco Belpoliti con Elogio dell’attesa nell’era di Whatsapp. Ma quanti sono gli studenti che decidono e riescono a trovare un lavoro a due anni dal diploma? Sono il 38%. Le percentuali cambiano sensibilmente in base all’indirizzo dei maturandi, i liceali che firmano un contratto di lavoro a due anni dalla maturità sono il 25%, salgono al 49% quelli che escono dagli istituti tecnici e arrivano al 60% i diplomati dei professionali.

Maturità 2023, il 12,7% dei giovani decide di non sostenerla

In Italia i giovani che decidono di abbandonare la scuola prima della maturità sono il 12,7%. Una percentuale alta che vede l’Italia al terzo posto in Europa, ancora più frettolosi sono gli spagnoli dove i ragazzi che decidono di abbandonare gli studi prima della maturità sono il 13,3%. Primi in classifica i ragazzi della Romania, qui il 15,3% si accontenta del diploma di scuola media. A livello europeo la percentuale media di abbandono è del 9,7%. Sono soprattutto i ragazzi a decidere di smetterla con i banchi di scuola, per la precisione l’11% dei giovani europei contro l’8% delle ragazze.

Abbandono scolastico: in Campania, Puglia e Sicilia la quota di rinunciatari ben oltre il 15%

Il problema dell’abbandono scolastico riguarda soprattutto il meridione, ecco i dati: partiamo dalla media italiana che oggi si attesta al 13% in flessione rispetto al 2009 anno in cui gli abbandoni riguardavano il 19% degli studenti. Tuttavia se confrontiamo i dati a livello ragione ecco che si rileva la, purtroppo storica e cronica, differenza di velocità tra le regioni italiane: alcune regioni italiane già si attestano al di sotto della soglia Ue del 9,7%: si tratta di Emilia-Romagna, Veneto, Lazio, Basilicata, Friuli Venezia-Giulia, Abruzzo, Marche e Molise. Mentre in 3 regioni del mezzogiorno, come Sicilia, Puglia e Campania la quota di abbandoni supera il 15%. Nello specifico prima è la Sicilia con il 21,20% di abbandoni, seconda Puglia 17,60%, terza Campania 16,40%.

Università 2023, ecco quali sono le più ambite dagli studenti italiani

Vediamo ulteriori statistiche sulle iscrizioni all’università e i laureati: nell’anno accademico 2021/2022, sono stati registrati 1.822.141 iscritti ai corsi universitari e si sono laureati 370.758 studenti. Ma quale facoltà preferiscono le nuove generazioni? Le facoltà più ambite dagli universitari italiani sono Economia, Medicina, Ingegneria. Naturalmente questa  tendenza è influenzata dal mercato del lavoro, poiché laurearsi in queste materie offre maggiori opportunità lavorative e retributive. Al contrario, facoltà come Architettura e Giurisprudenza hanno registrato una diminuzione delle iscrizioni negli ultimi anni. E per quanto riguarda la città dove studiare durante gli anni più spensierati della vita? Sul podio troviamo La Sapienza di Roma, l’Alma Mater di Bologna e la Federico II a Napoli. Inoltre, si sta verificando un aumento dei corsi offerti dalle università telematiche sospinto soprattutto dal caro affitti.

Università in Italia, lo studio è in rosa il lavoro no

Non c’è storia le donne stracciano gli uomini per possesso della laurea. Il rapporto tra donne e uomini laureati in Italia infatti mostra una percentuale di donne laureate del 46% mentre quella degli uomini si ferma al 35%. Stesso discorso per il diploma, anche se qui il divario è più limitato, con il 65,1% delle donne che possiede il diploma rispetto al 60,5% degli uomini. Tuttavia, nonostante il vantaggio femminile in termini di istruzione, ciò non si traduce in un vantaggio corrispondente nel campo lavorativo.

I dati si riferiscono al: 2021-2023

Fonte: Miur – Eurostat – Istat