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Matilde Poggi (Fivi): ‘Nuovi accordi bilaterali per la vendita del vino a distanza’

Matilde Poggi

Che il vino italiano sia molto apprezzato sulle tavole straniere è  cosa nota. Quello di cui però si parla meno è la difficoltà delle cantine italiane a sfruttare le innovazioni tecnologiche per varcare i confini nazionali. L’e-commerce è per il mondo del vino italiano una vera e propria chimera persino all’interno del Vecchio Continente dove le merci circolano liberamente e tanti produttori di altri settori hanno fatto fortuna sfruttando la caduta delle barriere doganali. Per questo la Federazione Italiana Vignaioli indipendenti (Fivi) ha ingaggiato una vera e propria battaglia. L’obiettivo è riuscire a sfruttare al meglio il nuovo canale di vendita offerto dallo sviluppo delle nuove tecnologie.

Tanto più che l’Italia, a differenza dei rivali francesi, non può contare su una grande distribuzione nazionale diffusa in ogni angolo della terra. Sulla questione, il presidente della Fivi, Matilde Poggi, ha chiesto l’intervento dei  ministri delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, e dello Sviluppo Economico, Federica Guidi. In una missiva, inviata ai due responsabili dei dicasteri, Poggi ha sollecitato l’adozione di accordi bilaterali per la libera circolazione dei vino all’interno degli Stati membri dell’Unione.

‘Attualmente per inviare vino da un paese all’altro, in Europa, è necessario avviare una pratica doganale e dotarsi di un domicilio fiscale nel paese di destinazione con il quale assolvere al pagamento delle accise – ha spiegato la Fivi in una nota -. Una procedura che non solo rende economicamente sconveniente, se non proprio impossibile, un e-commerce su scala europea, ma complica la vita a tutti i vignaioli che, dopo una visita in cantina da parte di turisti stranieri, devono spesso rinunciare alle vendite che ne potrebbero derivare’.

Da tempo la Fivi, con la Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti, ha chiesto Bruxelles una revisione della materia con l’introduzione di un meccanismo che permetta di assolvere le accise nel paese d’origine. La questione è stata analizzata in sede comunitaria dal gruppo di lavoro Fiscalis che ha rilevato i nodi da sciogliere.

‘Accogliamo evidentemente con favore – scrive ai ministri Matilde Poggi il fatto che la Commissione preveda la creazione di uno sportello unico. Tuttavia, se le tempistiche sono troppo lunghe, l’unica soluzione possibile nel breve termine rimane la conclusione di accordi bilaterali tra gli Stati membri. Abbiamo bisogno di soluzioni concrete e immediate per far si che le nostre aziende rimangano competitive; in attesa di una soluzione comune europea, chiediamo al governo di mettere in atto al più presto gli accordi bilaterali per la vendita diretta dei nostri vini a destinazione degli altri paesi europei’.

Il vino è una risorsa preziosa per il nostro Paese. Basti pensare che l’intero comparto agroalimentare, di cui il vino costituisce un tassello fondamentale, rappresenta il 14% dell’intero prodotto interno lordo del Paese. Si tratta di cifre importanti che potrebbero crescere ulteriormente semplificando la vita ai vignaioli e alle cantine, parte integrante anche del sistema turistico ed enogastronomico del Paese.

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