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Marconi Days 2018, WiFi pubblico per potenziare la banda ultralarga sul territorio

Si è tenuto oggi a Bologna l’annuale appuntamento con i “Marconi Days. L’edizione 2018 si è svolta nel capoluogo emiliano romagnolo con una manifestazione organizzata da Regione Emilia Romagna, Lepida, Fondazione Ugo Bordoni e Fondazione Guglielmo Marconi, articolata in diversi panel.

Dopo il tavolo mattutino dedicato al 5G, nel pomeriggio c’è stato il panel per la promozione del Wifi, con panoramica tra i tanti progetti lanciati negli ultimi tempi sia a livello regionale, che nazionale ed europeo.

Ad aprire quest’ultimo panel dal titolo “WiFi regionale, nazionale, europeo” è stato Gianluca Mazzini di Lepida, che da moderatore ha introdotto il primo degli interventi in agenda, quello di Gabriele Falciasecca della Fondazione Guglielmo Marconi.

Il WiFi è un collegamento radio a brevissima distanza e Marconi, invece, si è distinto in un altro campo, quelle delle lunghe distanze: “I suoi successi sono legati a questo. C’è però da dire che il periodo in cui visse è stato caratterizzato dalla competizione tra radio e cavi. Oggi le due sfere tecnologiche collaborano, non c’è competizione, entrambe sono centrali per lo sviluppo delle infrastrutture chiave. Marconi sarebbe stato contento di vedere l’utilizzo diffuso dei dispositivi mobili, perché significa che la tecnologia delle onde radio ha funzionato”.

A Carlo Pentimalli di Lepida è stato chiesto di tracciare un po’ la storia dello sviluppo del WiFi in Emilia Romagna: “Oggi la mappa della rete WiFi connessa alla Rete Lepida presenta 3.850 punti di accesso. Sono più numerosi in prossimità dei centri urbani, meno nelle aree rurali e montuose. L’obiettivo al 2025 dell’Agenda digitale è un punto di accesso WiFi libero e gratuito ogni 1000 abitanti”.

Il modello di riferimento è certamente in continua evoluzione, ha spiegato Pentimalli, “si è partiti dalla piattaforma Wisper, poi si è navigato attraverso la rete Lepida, poi sono arrivate le credenziali FedERa, quindi alla fine del 2011 si è parlato di WiFi federato, che è inserito nel Piano telematico regionale 2011-2013. Qui arriva il primo access point gratuito per ogni ente collegato in fibra delle Rete Lepida e si arriva presto a 163 Comuni che hanno richiesto l’access point”.

Grazie ad altre iniziative, come il progetto europeo Pitagora, GAL l’altra Romagna, GAL Antico Frignano e Appennino Reggiano, per arrivare nel 2014 alla ‘Proposta WiFi’, il modello di WiFi libero e gratuito per tutti si evolve rapidamente e arriva fino ai giorni nostri, con il bando europeo WiFi4EU.

Sul territorio del Comune di Bologna, oggi, si contano 259 access point attivati”.

L’anno scorso è infine arrivato il piano EmiliaRomagnaWiFi, ha spiegato lo speaker, che prende il posto di Free Lepida, “caratterizzato da navigazione libera, gratuita e senza restrizioni”. “Per il futuro c’è il nuovo bando ‘Adotta un punto EmiliaRomagnaWiFi’, a cui si affianca il progetto ‘wifi.italia.it’ con il medesimo obiettivo di realizzare una rete WiFi libera e diffusa su tutto il territorio nazionale per cittadini e turisti. In Emilia Romagna si sono già attivati 1000 access point su wifi.italia.it, con 4000 utenti unici sulla rete regionale che hanno sfruttato tale login”.

Per la Regione Emilia Romagna è intervenuto Andrea Orlando, “come Regione ci siamo dotati di un piano per l’Agenda digitale, cercando di includere tutti i cittadini nell’utilizzo delle nuove tecnologie. Abbiamo puntato sulle competenze digitali, ma anche sul WiFi”.

Riteniamo che sia il simbolo del riconoscimento ai cittadini della cittadinanza digitale, perché permette a tutti di connettersi alla rete. WiFi come strumento di promozione della rete ultraveloce”.

Partendo da questi obiettivi abbiamo subito monitorato il territorio e c’erano aspetti negativi che limitavano i processi di innovazione. Spostandosi da un luogo ad un altro la connessione si perdeva o vedeva diminuire la qualità del segnale.

Solo una connessione in banda ultralarga permette ad un utente di avere un’esperienza di navigare senza limitazioni e in totale libertà.

Tra i nostri obiettivi c’è l’affiancamento dei tre progetti: EmiliaRomagnaWiFi, WiFi4EU e wifi.italia.it.

Vogliamo almeno 4000 punti di accesso prima della fine del mandato. Ultima frontiera sono i servizi sanitari, con il passaggio alla nuova piattaforma WiFi regionale la connessione ai servizi delle strutture ospedaliere è automatica.

Entro il 2019 c’è da realizzare il “Big project WiFi, col quale si procederà a connettere una spiaggia della riviera romagnola, un grande contenitore di eventi sportivi e una grande stazione ferroviaria”.

Tra i possibili finanziamenti – ha concluso il suo intervento Orlando – abbiamo messo 15 milioni di 120 milioni complessivi messi a disposizione da Bruxelles per il bando WiFi4EU, altri 5 milioni per 6000 hotspot del bando wifi.italia.it. Altra iniziativa è la sponsorship del modello di avviso ‘adotta un WiFi’”.

Gettando un occhio su un’altra realtà regionale italiana, Pier Paolo Gruero (CSI Piemonte) ha spiegato quello che succede ad esempio in Piemonte: “Nella nostra regione ci sono molti Comuni in difficoltà, con 770 Comuni con meno di 1500 abitanti e nessun operatore porterà in queste aree rurali dei servizi. La Regione ha sempre cercato di immaginare delle politiche a sostegno. La banda ultralarga in fibra è arrivata in poche centinaia di enti locali, gran parte delle aree montane e rurali sono scoperte. Li dove l’operatore fisso non è arrivato si è diffuso invece il wireless, il WiFi, che alla fine arriva a coprire il 96% del territorio regionale, portando connettività a cittadini e imprese”.

Quindici anni fa è stata realizzata una dorsale in rete col programma Wi-Pie, per interconnettere tutti i capoluoghi di provincia, da cui ogni operatore poteva partire per offrire propri servizi.

A livello di servizi, la piattaforma Free WiFi in Piemonte è attiva dal 2013 e si tratta di servizi di accesso WiFi pubblici erogati dal CSI Piemonte: grazie a FreePiemonteWiFi a livello regionale ci sono 260 punti di accesso, nella sola Città di Torino oltre 400 con WiFi Città di Torino”.

“Ovviamente – ha concluso il responsabile CSI Piemonte – nostro obiettivo è integrare le reti piemontesi con le iniziative nazionali, come FreeItaliaWiFi e Spid, ma anche promuovere la cybersecurity e prevenire minacce informatiche derivanti dall’uso fraudolento delle reti WiFi, nonché condividere una piattaforma di servizi comuni a tutti gli enti locali.

Tra le opportunità offerte dal servizio WiFi, c’è la federazione con WiFi italia su base regionale, c’è la possibilità di federarsi con WiFi Italia su base regionale ed è iniziata la disseminazione del progetto WiFi4Eu verso gli enti regionali”.

Particolarmente interessante è la piattaforma “Yucca”, per la gestione degli open data: un “ecosistema” digitale che permette di condividere e aggregare informazioni prodotte da differenti fonti, per creare nuove applicazioni e favorire la crescita di un’economia basata sui dati. I flussi di dati provengono sia dal mondo delle cose (telecamere, sensori di traffico, centraline meteo) sia dal mondo delle persone (“Internet of people: tweet”, segnalazioni via smartphone) e sono arricchiti grazie al patrimonio informativo reso pubblico dalla Pubblica Amministrazione.

Al termine del panel c’è stato il collegamento in remoto con due rappresentanti della DG connect della Commissione europea, Carlotta Fontana Reyner e Philippe Lefebvre. La Reyner ha presentato il progetto WiFi4EU per promuovere la rete e l’utilizzo dei suoi servizi a tutti i cittadini dell’Unione, dagli ospedali alle librerie, focalizzandosi sugli elementi della gigabt society e sulla promozione dei servizi innovativi digitali (eGov, eHealth, eTourism e altro).

L’obiettivo è raggiungere le 8000 comunità connesse attraverso un unico sistema di autenticazione per tutta l’Ue.

Il primo bando era di oltre 17 milioni di euro e aveva come obiettivo l’erogazione di 1.183 voucher da 15 mila euro l’uno. Le domande hanno superato abbondantemente le risorse disponibili.

In Italia ci sono 4038 municipalità registrate sulla piattaforma, il 51%. A livello europeo 18.300, il 21% del totale.

Philippe Lefebvre ha invece raccontato per grandi linee quelle che sono le principali funzioni del 5G secondo alcuni progetti che saranno realizzati in Francia e in Romania, cioè abilitare nuove tecnologie, come l’internet delle cose, il broadband mobile, la rete fissa ultraveloce. Una tecnologia che riduce latenza, incrementa la banda disponibile e aumenta la copertura, stimolando innovazione. Ma il 5G consente anche l’integrazione di altre tecnologie, come il 4G ovviamente, il WiFi, il bluetooth e altro ancora, nonché un significante livello di sinergia tra rete fissa e mobile.

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