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Mantovano: “Lo Spazio è ormai militarizzato”

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"La corsa allo Spazio è un fenomeno che presenta sfaccettature scientifiche, industriali e commerciali, ma anche geopolitiche e di sicurezza". Le parole di Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Lo Spazio è una infrastruttura concreta e quotidiana, dalla quale dipendono servizi essenziali e interessi strategici. È questo il messaggio al centro dell’intervento di Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, alla Giornata nazionale dello Spazio, dove il tema della sicurezza emerge come uno degli snodi decisivi del dominio spaziale.

“Lo Spazio è percepito ancora da molti come una dimensione lontana, quasi inaccessibile. In realtà il collegamento con lo Spazio lo abbiamo materialmente nelle nostre tasche e lo attiviamo con un semplice clic mille volte al giorno, se pensiamo, per esempio, a quando vogliamo trovare il tragitto più veloce per raggiungere una destinazione e utilizziamo il GPS. Dalla costellazione di satelliti che orbitano sopra di noi dipendono servizi vitali: dalla trasmissione di comunicazioni e informazioni, anche sensibili, all’acquisizione di immagini in ogni angolo della Terra; dalla generazione di segnali indispensabili per i sistemi di navigazione civili e militari, fino alla fornitura del segnale internet in aree non coperte da rete cablata”.

Mantovano: “Lo Spazio da ambiente cooperativo a teatro di competizione strategica e militare”

Secondo Mantovano, “l’attuale fase è il risultato dell’impulso impresso dal settore privato all’intero dominio spaziale. Investimenti crescenti hanno accelerato lo sviluppo tecnologico e la realizzazione dei programmi, riducendo i costi rispetto al passato. Ne è derivata una vera e propria corsa allo Spazio, con migliaia di satelliti concentrati soprattutto nelle orbite basse, con ricadute scientifiche, industriali e commerciali, ma anche geopolitiche e di sicurezza”.

Per Mantovano “Il deterioramento del contesto globale si riflette anche nello Spazio, trasformandolo da ambiente cooperativo e pacifico, come è stato per decenni, in un teatro di competizione strategica e di potenziale confronto militare. Russia e Cina stanno sviluppando capacità di spionaggio e sistemi in grado di compromettere l’operatività dei satelliti attraverso disturbi elettronici o altri mezzi, con possibili conseguenze dirette sulla vita quotidiana.

“La militarizzazione dello Spazio, spiega il sottosegretario, è già in atto, ha aggiunto. “Mosca prevede di portare in orbita armi nucleari. Pechino continua a lanciare satelliti con tecnologia dual use, potenzialmente in grado di minacciare gli assetti spaziali di Stati considerati ostili o semplicemente competitor. Anche gli Stati Uniti stanno investendo in grandi architetture difensive: il progetto Golden Dome, pensato per proteggere il Paese da attacchi missilistici, si baserà su imponenti costellazioni satellitari. La Francia, a sua volta, ha annunciato satelliti di pattugliamento e sorveglianza per la protezione dei propri assetti.

“In questo quadro, il governo italiano ha approvato nel gennaio 2025 nuovi indirizzi in materia spaziale e aerospaziale, orientati a riallineare i programmi nazionali a quelli europei, tenendo conto delle esigenze di sicurezza. Centrale diventa la protezione dell’intero ciclo di vita dei programmi, a partire dal know-how sviluppato, soprattutto quando è classificato. La legge 89 del 2025 disciplina le attività spaziali degli operatori economici e subordina le autorizzazioni a verifiche per escludere rischi per la sicurezza nazionale, introducendo anche il tema della resilienza cyber e anticipando il dibattito sull’EU Space Act”, ha concluso.

Urso: “Prima lo Spazio apparteneva solo agli Stati. Oggi il principale attore è un privato”

Al convegno è intervenuto anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha sottolineato come lo Spazio non sia più una dimensione esclusivamente pubblica. “Nel passato lo Spazio apparteneva solo agli Stati. Oggi il principale attore è un privato”, afferma, richiamando il caso di SpaceX, che in pochi anni ha raggiunto una capitalizzazione di circa 800 miliardi di dollari. Una cifra che chiarisce perché, secondo il ministro, sia ormai inevitabile una regolamentazione dell’attività dei soggetti privati.

Urso rivendica inoltre il ruolo dell’Italia nell’Agenzia Spaziale Europea, a partire dalla recente ministeriale di Brema. “L’Italia guiderà la presidenza ESA per il prossimo triennio e ha contribuito con 3,5 miliardi di euro, in crescita del 13 per cento rispetto al precedente impegno, all’interno di sottoscrizioni complessive superiori ai 21 miliardi. Un risultato che, secondo il ministro, conferma la solidità del sistema industriale nazionale e la capacità di utilizzare in modo efficace le risorse europee.

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