emendamenti della manovra

Non più norma sul Pos, Governo punta a ristoro per commissioni. E su cybersecurity 8 milioni al fondo Innovazione della Nato

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Le novità su digitale, innovazione e cybersecurity negli emendamenti del Governo alla manovra

Anche se l’ha assicurato il ministro dell’Economia “la norma sul Pos esce dalla legge di bilancio”, c’è ancora chi sostiene che la misura o verrebbe del tutto depennata o si limiterebbe ad un tetto di 30 euro. Al momento, è stato “soppresso”, si legge nel testo dell’emendamento depositato dal Governo, l’articolo che esentava i commercianti ad accettare pagamenti elettronici sotto i 60 euro. Così resteranno in vigore anche le sanzioni per chi non accetta la moneta elettronica. Così, dopo i rilievi della Commissione europea, che seguivano quelli di Bankitalia e della Corte dei conti, il governo di Giorgia Meloni ha scelto di rinunciare alla norma in sede di legge di bilancio, vista l’incompatibilità con gli impegni presi nelle milestone del Pnrr di combattere l’evasione incentivando i pagamenti digitali.

Ritorna il credito d’imposta per dare rimborsi a chi usa il Pos?

Ma il Governo non molla nel dare un aiuto a chi consente i pagamenti digitali. “Ci rimettiamo alla Commissione per eventuali forme di ristoro per gli operatori, che io caldeggio da trovare di fronte ad un maggiore onere per le commissioni applicate su queste transazioni “, ha detto Giancarlo Giorgetti. Così, ora si punta, nel testo finale che dovrebbe uscire oggi dalla Commissione Bilancio della Camera, a possibili compensazioni, come ristabilire il credito di imposta, per i commercianti e professionisti per sostenere il costo delle transazioni per i pagamenti digitali. 

Il Governo del “banchiere” Draghi ha portato, dal primo luglio 2021 al 30 giugno 2022, il credito d’imposta al 100% per le transazioni effettuate, con il paletto del fatturato fissato a 400mila euro. Significa che gli esercenti che hanno acquistato, noleggiato o utilizzato strumenti che consentivano forme di pagamento elettronico, hanno avuto diritto al rimborso integrale delle spese sostenute per l’utilizzo dei Pos. Inoltre, il precedente esecutivo ha anche introdotto il bonus fino a 320 euro, cumulabile con il precedente, per l’acquisto, il noleggio o l’utilizzo di Pos, che consentivano anche la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi, nell’anno 2022.

POS, crolla il costo per gli esercenti. Fino alla fine del 2023 PagoBancomat ha azzerato tutte le commissioni sotto i 5 euro

Il costo del Pos e dei pagamenti elettronici è crollato per gli esercenti: -59% rispetto al 2017, come emerge da questo recente studio. E per quanto riguarda le commissioni sui micro-pagamenti, fino alla fine del 2023 PagoBancomat ha azzerato tutte le commissioni sotto i 5 euro, si legge nell’inchiesta del Corriere della Sera. Conti alla mano, la colazione al bar pagata con bancomat non ha nessun costo per il barista, mentre se saldata con carte di credito le commissioni sono in media dell’1,2%. Significa, ecco un altro esempio fatto dal quotidiano, che su un conto di 20 euro in pizzeria il margine per l’esercente viene eroso di 24 centesimi. A tutto questo bisogna poi aggiungere il canone per l’uso del Pos, in media 14 euro al mese. E poi c’è da pagare anche il canone mensile del Pos? È di 9 euro la media del costo periodico: una spesa affrontabile rispetto al rischio di perdere clienti, che, ora, usano sempre di più la monetica elettronica.

Vedremo, allora, la soluzione finale quale sarà per mantenere la promessa della premier Giorgia Meloni di “non far pagare ai negozianti le commissioni sui piccoli pagamenti”.

Digitale, innovazione e cybersecurity: le novità negli emendamenti del governo alla manovra

In attesa, quali misure legate al digitale, all’innovazione e alla cybersecurity ci sono negli emendamenti del governo alla manovra?

  • Il Fascicolo digitale del fabbricato.
  • I Servizi Ict dell’Agenzia-entrate Riscossione passano a Sogei.
  • 8 milioni per il 2023 per alimentare il Fondo Innovazione della Nato.
  • L’Iva per il 2023 scenderà al 5% per il teleriscaldamento.

Che cos’è il fascicolo digitale del fabbricato

Il fascicolo digitale del fabbricato è istituito mediante la raccolta organica di informazioni, anche disomogenee, urbanistiche, catastali, edilizie, impiantistiche, strutturali, redatte da professionisti abilitati. Il fascicolo concorre mediante la conoscenza dell’edificato alla prevenzione del pericolo idraulico, del pericolo idrogeologico, del pericolo sismico nonché altre sorgenti di rischio e concorre alla messa a punto di forme di classificazione e riduzione del rischio.

Il fascicolo ha natura esclusivamente digitale, opera secondo i princìpi e le tecnologie della cooperazione applicativa, di cui all’articolo 73 del Codice dell’amministrazione digitale, e rispetta e favorisce la raccolta e lo scambio di informazioni secondo i criteri degli open data ed è implementato in modo indipendente dalle caratteristiche del sistema hardware impiegato per la sua consultazione. Il fascicolo è liberamente consultabile, fatta salva la possibilità di prevedere sezioni a consultazione limitata ed è coerente con i princìpi di rispetto della privacy e di cybersecurity.

Perché i servizi Ict dell’Agenzia-entrate Riscossione passano a Sogei

L’Agenzia delle entrate-Riscossione, per ottimizzare i servizi informatici strumentali al servizio nazionale della riscossione, si legge nell’articolo 50-bis proposto dal Governo, trasferisce, entro il 31 dicembre 2023, le attività relative all’esercizio dei sistemi ICT, demand and delivery riscossione enti contribuenti e demand and delivery servizi corporate alla società SOGEI, mediante cessione del ramo di azienda e trasferimento dei lavoratori e lavoratrici presso la stessa in-house del MEF.

Partecipazione all’Innovation Fund della Nato con 8 milioni per il 2023

Con l’articolo 130-bis, il governo Meloni, per la partecipazione dello Stato italiano quale sottoscrittore del fondo multi-sovrano di venture capital denominato Nato Innovation Fund, prevede la spesa di 8 milioni di euro per l’anno 2023.

Il fondo Innovazione della Nato è stato lanciato il 30 giugno scorso e punta a stanziare 1 miliardo di euro per sostenere le tecnologie dual-use all’avanguardia tra cui i big data e l’intelligenza artificiale che possono aiutare ad affrontare le attuali sfide di sicurezza. Le tecnologie da finanziare sono quelle selezionate da un’altra iniziativa Nato in ambito tecnologico: il Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (DIANA). Tra le nuove tecnologie da sostenere in ambito NATO per rafforzare la cybersecurity dei Paesi alleati c’è, sicuramente, il computer quantistico, che tra diversi anni potrà finire anche nelle mani di cyber gang e Stati ostili. 

Perché oggi occorre investire per proteggersi dal rischio della computazione quantistica?

Tra i motivi c’è quello che viene chiamato “Harvest now, decrypt later”. I cyber-attaccanti raccolgono oggi i dati criptati e poi, quando avranno un computer quantistico abbastanza potente, andranno a decriptarli. E i dati in mano alle agenzie governative e Servizi Segreti non possono correre questo rischio. 

Il secondo motivo è la crypto agility: conoscere adesso come sono criptati i dati, quelli delle infrastrutture critiche di un Paese, ed essere pronto a cambiarla con una crittografia a resistenza quantistica. Il presidente degli Stati Uniti con il memorandum del 4 maggio scorso ha chiesto alle agenzie USA di eseguire, entro 1 anno, un inventario per i sistemi di sicurezza nazionale delle crittografie che potranno essere vulnerabili a un computer quantistico di dimensioni e sofisticazione sufficienti – noto anche come computer quantistico cripto-analisi (CRQC). L’obiettivo è capire se un computer di questo tipo sarà in grado di rompere gran parte della crittografia a chiave pubblica utilizzata sui sistemi digitali negli Stati Uniti e in tutto il mondo, Italia compresa.

DIS, come evitare fughe di notizie sulle intercettazioni telefoniche

Infine, con l’articolo 123-bis, il Governo punta a modificare anche le spese relative all’intercettazioni telefoniche preventive realizzate dall’Intelligence, ora “pagate” dal ministero della Giustizia. Si vorrebbe collocare, invece, questa voce all’apposito programma di spesa concernente il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica iscritto nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze. In tal modo, ecco la motivazione, si consente anche di evitare la circolazione al di fuori del Comparto intelligence di documentazione contabile contenente elementi di natura sensibile, come numeri telefonici e autorità giudiziaria autorizzante, che rende riconducibile la relativa attività ai Servizi di informazione, determinando un evidente vulnus alle esigenze di riservatezza che caratterizzano le suddette operazioni.