Legge di bilancio

Manovra, la tassa sulle sim aziendali colpirebbe 9,5 milioni di cellulari (1 su 10 in Italia)

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Il Governo potrebbe trarre 95 milioni di euro applicando una tassa di 10 euro a cellulare sulle sim aziendali. Ne vale la pena?

Il governo potrebbe trarre esattamente 95 milioni di euro di coperture in manovra se decidesse di introdurre la cosiddetta tassa sui cellulari aziendali, con un balzello di 10 euro a cellulare. Un’ipotesi, la tassa sulle sim business, non ancora esclusa, contro cui però si è levata la protesta non solo degli operatori ma anche di alcune componenti del governo, come la viceministra al Tesoro Laura Castelli.

Questa sera in programma il consiglio dei ministri sulla manovra 2020, in vista dell’invio della bozza del provvedimento a Bruxelles entro la mezzanotte.

Meno di 100 milioni di euro

Una somma nemmeno troppo elevata, visto che all’appello per trovare le coperture della legge di bilancio mancano circa 5 miliardi. Ma vale la pena di tassare le sim aziendali per un ritorno economico non così elevato?

L’introduzione di un balzello, anche se soltanto di 10 euro a singola sim, potrebbe spingere le aziende a fare a meno del cellulare aziendale tagliando una fonte non indifferente di business per gli operatori, già alle prese con condizioni di mercato difficili.

Grafico sim business (fonte Osservatorio Agcom)

Le sim business nel nostro paese sono 9,5 milioni, pari all’11,6% di tutte le sim attive presenti in Italia ed utilizzate da privati cittadini pari a 72,7 milioni. I dati del marzo 2019 arrivano dall’Osservatorio trimestrale dell’Agcom.

Sim business, la classifica degli operatori

Nei contratti privati l’operatore più diffuso è Wind Tre, che gestisce il 33,4% di sim residenziali. Secondo posto per Tim e terzo per Vodafone. Nel comparto business la gerarchia cambia. Wind Tre scende al terzo posto, superata da Tim a sua volta tallonata da Vodafone. Tim controlla più di 3 milioni e mezzo di sim business, pari al 37% del totale. Vodafone si ferma a 3,4 milioni (35,7%).

Sim business, mercato stabile

L’Osservatorio Agcom mostra che rispetto al marzo 2015 si è registrata una contrazione netta dei contratti residenziali. Nel marzo di quattro anni fa le sim di privati erano 79,3 milioni, oggi sono 72,7 (-6,6 milioni). Sostanzialmente stabile invece il comparto business delle sim business: rispetto a quattro anni fa c’è stato un calo di sole 700 mila utenze, ben più contenuto di quello residenziale. Introdurre un balzello sulle sim business, come detto, rischia di colpire negativamente un comparto che regge e che funziona nonostante la crisi dalla quale il settore sta faticosamente tentando di uscire.