Gli aiuti

Manifattura digitale e microelettronica, L’UE stanzia 1,75 miliardi per Italia, Francia, GB e Germania

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All’Italia potrebbero andare 524 milioni di euro: Mise, “Si accelerano così investimenti in ricerca e sviluppo abilitanti la digitalizzazione dell'industria e l'elettrificazione della mobilità”.

Ricerca, sviluppo e innovazione, ecco i tre pilastri su cui dovrà basarsi la crescita dell’economia europea nei prossimi anni. La Commissione europea ha dato il via libera oggi al piano di aiuti di Stato da 1,75 miliardi di euro di cui potranno usufruire Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna.

I settori che ne beneficeranno saranno quelli della ricerca e sviluppo, della microelettronica, della manifattura 4.0. Il piano annunciato da Bruxelles potrebbe inoltre incrementare le risorse disponibili, portandole a quasi 8 miliardi di euro grazie alla partecipazione di partner industriali privati.

Nello specifico, la Francia ha chiesto l’autorizzazione per 355 milioni di euro di aiuti di Stato, la Germania fino a 820 milioni di euro, la Gran Bretagna per 48 milioni di euro, l’Italia per circa 524 milioni di euro.

Grazie a questa misura, del tutto inedita e attivata per la prima volta – si legge in una nota odierna del Ministero dello Sviluppo economico (Mise) – l’Italia mette in sicurezza e consolida, con un piano di investimenti, tra fondi pubblici e privati di 3,5 miliardi di euro, il suo presidio manifatturiero nei siti di Catania e di Agrate nel campo dei semiconduttori”.

Si accelerano così significativi investimenti in ricerca e sviluppo nel campo dei sensori discreti e dei sistemi di potenza, fattori questi abilitanti per facilitare la digitalizzazione dell’industria e l’elettrificazione della mobilità”.

Il progetto, inoltre, supporterà l’intera catena del valore dei semiconduttori e dell’elettronica in Europa, che rappresenta un elemento chiave per tutte le industrie dei Paesi partner: “Una delle strategie che questo Governo vuole implementare – ha affermato il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Andrea Cioffiriguarda direttamente la partita sulle nuove tecnologie. Questo comparto rappresenta il futuro prossimo, ma anche il presente, della produzione industriale italiana. Si tratta di un settore che passa prima attraverso la parte cosiddetta di hardware e poi dal software”.

A tal riguardo – ha precisato il sottosegretario – è stata fondamentale l’approvazione del progetto integrato dei quattro Stati membri, sia per il settore della microelettronica che per la concomitante conformazione alla normativa UE”.

Il progetto integrato di ricerca e innovazione coinvolgerà 29 partecipanti diretti, con sede sia all’interno che all’esterno dell’UE. Si tratta per lo più di attori industriali (per l’Italia c’è ST Micro-electronics), ma anche di due organismi di ricerca, di cui uno italiano (Fondazione Bruno Kessler), che realizzano 40 sotto progetti strettamente collegati tra loro. Questi partecipanti diretti lavoreranno in collaborazione con un gran numero di partner, come altri organismi di ricerca o piccole e medie imprese.