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MailUp, intervista a Miriam Bertoli su digital marketing e PMI

Secondo l’Unione europea, la soglia che distingue le piccole e medie imprese (PMI) da quelle grandi è fissata in 250 dipendenti, oppure 50 milioni di fatturato annuo, o ancora un bilancio complessivo non superiore ai 43 milioni di euro.

Inizia così l’intervista di Maria Giulia Ganassini pubblicata sul blog di MailUp a Miriam Bertoli, Digital & Content Marketing Strategist freelance, tutta incentrata sul rapporto esistente tra piccole e medie imprese e l’ecosistema digital marketing.

Sappiamo bene quante difficoltà hanno queste aziende ad integrare le nuove tecnologie digitali con i classici strumenti ‘non digitali’, o anche l’online con l’offline, negli ambienti e nei processi di lavoro, e Bertoli suggerisce chiaramente una strada, partire dalle persone: “dai loro bisogni, abitudini, competenze digitali. Se parto dal mio cliente o potenziale cliente difficilmente terrò “digitale” e “non digitale” separati perché, salvo rare eccezioni full digital o full offline, il mio cliente ha un percorso di acquisto che tocca indifferentemente punti di contatto digitali (un post sponsorizzato su Facebook) e non digitali (un rivenditore, un negozio, ecc)”.

Tre le parole chiave per il 2019 utili a favorire lo sviluppo del marketing digitale nel mondo PMI: conversazioni, distribuzione e acceleratori di customer journey.

Per quel che riguarda l’aspetto conversazionale, Bertoli ha dichiarato: “in questi ultimi anni c’è è il passaggio di un numero sempre maggiore di scambi da luoghi pubblici one-to-many (il post aziendale sulla Pagina Facebook) a luoghi chiusi one-to-few (i gruppi, per esempio) o privati one-to-one (le chat, le email)”.

Di fatto, a partire da tutti questi ambiti, “l’aspetto della conversazione – dall’etimologia latina del trovarsi insieme – assume sempre più forza”.

Col termine distribuzione, invece, si intende il processo che consente di fare arrivare “il mio messaggio/la mia campagna/i miei contenuti” ai clienti e potenziali clienti, e per far questo servono “budget dedicati alla distribuzione (per promuovere il video su YouTube, il post su Instagram etc.) e database di contatti ben profilati (e in regola con quanto previsto dal GDPR, naturalmente)”.

Per il terzo punto chiave, invece, Bertoli ha precisato che “molte aziende troveranno la chiave del successo in campagne, strumenti, tecniche per ridurre questa complessità accelerando il customer journey dei clienti e portandoli rapidamente da awareness a consideration e poi, soprattutto, da consideration a decision e a tutte le preziose fasi post-vendita”.

Parlando di content marketing, infine, l’esperta ha affermato: “Capire quale formato funziona meglio a seconda della piattaforma in cui verrà distribuito, rimanere aggiornati sulle novità delle piattaforme, sulle evoluzioni degli algoritmi di Google e mondo Facebook, è sempre più importante per fare in modo che il contenuto generi davvero nuovi clienti o clienti più soddisfatti”.

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