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Made in China, Trump impone dazi per 50 miliardi di dollari anche sull’high tech

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Dopo la reazione di Pechino di lunedì scorso, che aveva imposto tariffe per 3 miliardi di dollari, arriva la risposta di Trump con dazi al 25% su 1300 prodotti made in China. L’avvertimento della Deutsche Bank: “Attenzione agli interessi USA in Cina”.

L’amministrazione americana ha diffuso un elenco ‘preliminare’ di circa 1300 prodotti cinesi che saranno sottoposti ai nuovi dazi voluti dal Presidente degli Stati Uniti, in particolare l’attenzione degli agenti della dogana a stelle e strisce sarà posta sui prodotti ad alto contenuto tecnologico.

Il documento pubblicato ieri dal Governo USA elenca una lista di beni su cui saranno imposte tariffe del 25%, per un valore complessivo di 50 miliardi di dollari. Il Presidente Donald Trump ha accusato il grande Paese asiatico di essere responsabile di cyber truffe e allo stesso tempo di lavorare per creare condizioni economiche svantaggiose agli Stati Uniti.

La Cina porta avanti e supporto con ogni mezzo attacchi informatici e spionaggio digitale ai danni delle aziende americane per sottrarre loro informazioni sensibili di natura commerciale ed industriale”, ha tuonato Trump, “Per questi e per altri motivi siamo costretti a difenderci”.

Nelle 58 pagine del provvedimento, ha raccontato la Cbs News, ci sono beni di varia natura, tra cui acciaio, metalli e leghe, automobili e motocicli, semiconduttori, batterie ed accumulatori di energia elettrica, transistor, generatori elettrici, componentistica elettronica e apparecchiature high tech.

In risposta al primo giro di tariffe imposte dall’amministrazione Trump, sulle importazioni di acciaio e alluminio dalla Cina, lunedì scorso Pechino aveva annunciato dazi su 128 prodotti americani, per un valore di 3 miliardi di dollari.

L’Information Technology Industry Council (ITI) di Chicago, in una nota diffusa ieri, ha condannato la guerra delle tariffe inaugurata dalla Casa Bianca, bollandola come inutile e dannosa: “Se la storia ci insegna qualcosa, già sappiamo che queste tariffe non funzioneranno e si dimostreranno totalmente controproduttive. I dazi penalizzano i consumatori americani, perché aumentano i prezzi dei beni tecnologici e non incidono minimamente sulle politiche e le scelte di Pechino”.

Dobbiamo interrompere subito questa catena di reazioni negative, che potrebbe portare a conseguenze peggiori per l’economia nazionale e globale”, hanno concluso dall’ITI.

Anche la Deutsche Bank ha messo in guardia Washington, evidenziando che gli interessi americani in Cina sono molteplici e soprattutto legati al mercato tecnologico. Le imprese statunitensi hanno venduto in Cina per 372 miliardi di dollari, di cui 150 miliardi sono relativi a prodotti realizzati direttamente in Cina e lì venduti.

Una guerra di questa natura potrebbe portare Pechino a prendere decisioni pesanti relativamente gli interessi americani sul territorio cinese.

La Apple, ad esempio, controlla il 10% circa del mercato cinese degli smarphone e il modello iPhone 7 Plus è stato uno dei telefoni più amati e acquistati dai cinesi nel 2017. Attualmente, ci sono più o meno 300 milioni di iPhone attivi in Cina, molti di più che quelli negli USA.

Che ne pensano la Apple e le altre big company americane, che producono direttamente in Cina, di questa guerra dei dazi del terzo millennio?