Il voto USA

Lungo testa a testa Trump-Biden, decideranno una manciata di Stati

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Chi si aggiudica i grandi elettori di Pennsylvania, Michigan, Georgia e Carolina del Nord, vince la corsa alla Casa Bianca. Uno dei più lunghi testa a testa della storia americana.

Le elezioni presidenziali americane del 2020 saranno forse ricordate, pandemia di Covid-19 a parte, per un lungo e drastico testa a testa tra i due contendenti: Donald Trump, Presidente in carica repubblicano, e Joe Biden, sfidante democratico.

Nonostante tutti i sondaggi snocciolati in televisione e sui social, gli exit poll e le interviste agli esperti di ogni provenienza, le previsioni avanzate su una facile vittoria dei democratici sono state, ancora una volta, come quattro anni fa, rovesciate dai dati ufficiali che piano piano stanno uscendo dalle urne.

Elezioni record per l’affluenza e il voto postale

Forse per via della pandemia, i voti espressi dagli americani per posta hanno raggiunto la cifra record di 100 milioni.

Sommando chi ha votato via posta (absentee ballot) e chi si è recato ai seggi, sono 160 milioni gli americani che hanno deciso di partecipare alla tornata elettorale, qualcosa di mai visto hanno commentato gli storici, superando anche il precedente record del 1908.

L’absentee ballot o voto per posta risale al tempo della Guerra civile ed è stato ideato per permette di votare a chi non può recarsi al seggio della propria città di residenza. È usato in 34 Stati su 50 della nazione.

Altra particolarità di questa tornata elettorale è il tempo necessario per il conteggio dei voti. La gran parte di questi è arrivata via posta e sarà vagliata dagli scrutinatori per ultima (ma dipende dai singoli Stati).

Potrebbero servire alcuni giorni, almeno fino a venerdì per conoscere il vincitore della sfida, hanno commentato sui media diversi esperti.

Ora, stando a molti analisti, la sfida all’ultimo voto, che si potrebbe protrarre almeno fino a domani, si andrà tutta giocando su tre Stati americani in particolare: Pennsylvania, Georgia e Carolina del Nord.

Gli Stati in bilico

In Georgia Biden spera ancora di poter avere la meglio sul rivale repubblicano. Qui i voti a favore dei democratici arrivano dall’area urbana di Atlanta e dai suoi sobborghi. Questo Stato esprime 16 grandi elettori, quindi è uno dei più ambiti.

Idem in Pennsylvania, dove al momento è in vantaggio Trump e dove i due candidati si contendono 1,4 milioni di voti rimanenti ancor da assegnare in scrutinio. Questo Stato esprime 20 grandi elettori, quindi conterà tantissimo per la vittoria finale per la corsa alla Casa Bianca.

La Carolina del Nord, infine, è quasi al termine del conteggio delle schede elettorali, circa il 95%, con un leggero vantaggio di Trump su Biden. Chi si aggiudica questo Stato si assicura 15 grandi elettori.

In Michigan rimonta in corso di Biden, secondo gli ultimi aggiornamenti, che recupera terreno ed è a solo mezzo punto percentuale da Trump. Qui si assegnano 16 grandi elettori.

Secondo l’analista Nate Silver, si legge sul quotidiano La Stampa, uno dei più ascoltati sondaggisti negli Stati Uniti, “Joe Biden potrebbe vincere le elezioni anche senza conquistare la Pennsylvania, dove è indietro nel conteggio delle schede rispetto a Donald Trump”. A suo dire, si legge nell’articolo, “al candidato democratico basterebbe vincere in Arizona, Nevada, e Wisconsin per assicurarsi la Casa Bianca”.

Grandi elettori e voto popolare

I grandi elettori negli Stati Uniti sono 538, numero che corrisponde alla somma dei deputati (435) e dei senatori (100), più 3 grandi elettori che provengono dalla Capitale Washington.

Chi si aggiudica l’appoggio di almeno 270 di questi grandi elettori diventa Presidente degli Stati Uniti.

Come riportato dall’Ansa, al momento, il candidato democratico Joe Biden è in vantaggio con 238 elettori conquistati, mentre Donald Trump finora può contare su 213 grandi elettori.

Risultati ancora lontani dalla soglia dei 270 grandi elettori, necessari per conquistare la vittoria.

Negli Stati Uniti, non bastano i voti popolari raccolti dagli sfidanti.

Nel 2000 George W. Bush diventò Presidente dopo aver ricevuto l’appoggio di 271 grandi elettori, nonostante Al Gore avesse ottenuto 500mila voti in più a livello nazionale.

Stessa accade con Trump nel 2016, che vinse le presidenziali grazie al sostegno di 304 grandi elettori, anche se a livello nazionale Hillary Clinton conquistò quasi tre milioni di voti in più.