L’ESA conferma: ci sarà anche un astronauta italiano nella missione Artemis che riporterà l’uomo sulla Luna
“I primi europei a volare in una missione verso la Luna saranno astronauti dell’ESA di nazionalità tedesca, francese e italiana”.
È quanto affermato da direttore generale dell’Agenzia Spaziale europea (ESA) Josef Aschbacher, a margine della riunione del Consiglio ministeriale dell’ESA a Brema presieduto dal nostro ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. Si tratta dell’equipaggio della missione Artemis IV, che potrebbe prendere il via ufficialmente entro il 2029.
Chi potrebbe essere l’astronauta, uomo o donna che sia, per primo nella storia del nostro Paese si farà una passeggiata sulla Luna?
Difficile da dire. Oggi conosciamo bene i nomi di Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano, due astronauti famosi in tutto il mondo. Forse toccherà ancora a uno di loro di due, magari avremo modo di chiederlo direttamente a Cristoforetti il 3 dicembre a Roma, in occasione della nostra Conferenza “Space & Underwater. Space Economy, Submarine Cables & Cybersecurity” (Parmitano è stato ospite nella prima edizione di Space & Underwater).
Certo non sono gli unici. Considerando che stiamo parlando di una missione che potrebbe prendere il via nel 2029 o addirittura nel 2030 (missioni così complesse, che vedono in collaborazione stretta ESA e NASA, sono sempre suscettibili di possibili rinvii), è molto probabile che la scelta potrebbe cadere su nuove leve di astronauti, come quelli della classe 2022.
Gli astronauti italiani del futuro: Anthea Comellini e Andrea Patassa
Esattamente tre anni fa, l’Agenzia spaziale europea selezionava una squadra di 17 persone tra uomini e donne che avrebbero costituito la nuova classe di astronauti 2022: 5 candidati astronauti e 12 membri della riserva di astronauti europei.
Due gli astronauti italiani che facevano parte della riserva: Anthea Comellini e Andrea Patassa. Cerchiamo di conoscerli meglio.
Quest’anno, Comellini ha seguito il primo dei tre programmi di addestramento di riserva astronautica (ART) della durata di due mesi presso l’European Astronaut Center (EAC) dell’ESA a Colonia, in Germania.
Dal 2022 lavora come ingegnere GNC (Guida, Navigazione e Controllo) e AOCS (Sistema di Controllo dell’Atteggiamento e dell’Orbita) nel dipartimento di ricerca e sviluppo di Thales Alenia Space a Cannes, in Francia. Comellini ha inoltre lavorato per l’ESA come ingegnere di dinamica del volo nella determinazione dell’orbita per missioni interplanetarie presso l’ESOC (European Space Operations Centre) a Darmstadt, in Germania, dal 2021 al 2022, dove ha condotto operazioni di navigazione nello spazio profondo in missioni come BepiColombo, GAIA, Mars Express ed ExoMars Trace Gas Orbiter.
Il primo dei tre programmi di addestramento di riserva astronauti (ART) all’EAC, Patassa l’ha già seguito nel 2024. Ha prestato servizio come pilota da caccia presso il 4 ° Stormo di Grosseto, in Italia, partecipando a numerose operazioni internazionali, fino alla promozione al grado di Capitano dell’Aeronautica Militare nel 2018. Nel 2021 è stato selezionato per diventare pilota collaudatore sperimentale e da allora è stato assegnato al Centro Prove Volo di Pratica di Mare. Ha accumulato oltre 1000 ore di volo su più di 30 velivoli diversi.
Sarà uno di loro due l’astronauta italiano che volerà sulla Luna con la missione Artemis?
Un tedesco, un francese e un italiano: l’ordine in cui gli astronauti europei arriveranno sulla Luna
Non lo sappiamo chi sarà il fortunato tra Comellini e Patassa (o magari toccherà ad entrambi con il succedersi delle missioni), questa è una notizia importante a priori, non solo per il nostro Paese e per l’Agenzia spaziale italiana, ma anche per altri motivi. L’Europa ancora ci crede all’esplorazione spaziale e vuole valorizzare al massimo competenze e capacità, che in alcuni casi sono pari – se non superiori – ai colleghi amici americani della NASA.
Non per ultima cosa, è bene ricordare quello che ha detto il commissario alla Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius, durante la ministeriale di Brema: “Chi controlla lo Spazio, controlla il futuro”. La dimensione spaziale è un fattore strategico imprescindibile da ogni politica economica, politica e di Difesa. Lo Spazio, volenti o nolenti, è un fattore geopolitico chiave in cui si vanno progressivamente accumulando ambizioni, pretese, sfide e tensioni tra superpotenze e medie potenze.
L’ordine con cui Aschbacher ha annunciato l’atteso storico allunaggio di astronauti europei non è però casuale. Secondo i media tedeschi sarà un tedesco il primo, sicuramente con Artemis IV, poi un francese, quindi sarà la volta di un italiano. A noi probabilmente toccherà la missione successiva, forse Artemis V?
Al momento non lo sappiamo e non è possibile saperlo con esattezza.
Perché prima un astronauta tedesco?
La risposta è sempre negli investimenti: chi mette più risorse finanziarie in un progetto, più raccoglie.
La ministra federale tedesca per lo Spazio, Dorothee Bär, ha affermato che la Germania “è ancora una volta” il maggiore contributore all’Agenzia Spaziale Europea (ESA): “Il contributo aumenta del 30%, raggiungendo i 5,4 miliardi di euro”.
L’Italia ci ha messo 3,5 miliardi di euro, aumentando del 13% il suo budget, cioè molto meno dei colleghi tedeschi e queto a quanto pare qualcosa conta nello stabilire l’ordine di chi per primo tra gli europei metterà piede sulla Luna, nonostante i molti punti a favore dell’Italia e della sua Agenzia spaziale, in termini di impegno, competenze, tecnologie ed esperienza accumulati nel tempo.


