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L’Ue vuole zero morti sulle strade entro il 2050, Toninelli ‘Obiettivo possibile grazie alle smart city’

Immaginiamo città con aria pulita, attraversate da automobili e mezzi di trasporto che non emettono sostanze inquinanti. Immaginiamo le nostre case certamente ‘smart’, connesse e automatizzate, ma costruire con criteri di massima sostenibilità ambientale. Tutto un mondo di infrastrutture, servizi e tecnologie che avranno il merito di migliorare sensibilmente la nostra qualità della vita, grazie ad una maggiore attenzione all’ambiente e alla promozione di un’economia decarbonizzata, circolare e sostenuta da energia pulita.

In linea di massima parliamo delle cosiddette smart cities: città vissute da persone attivamente coinvolte nel miglioramento della qualità della vita, che partecipano all’innovazione modificando i propri comportamenti quotidiani, magari usando i mezzi di trasporto pubblici invece dell’auto privata, valorizzando gli spazi verdi a disposizione cercando di ampliarli, vivendo attivamente il quartiere, condividendo informazioni con gli altri e privilegiando la governance urbana partecipata con le amministrazioni pubbliche. In una parola, le smart communities.

Un mondo ancora lontano, nonostante i tanti progetti lanciati nelle città di tutto il mondo, anche in Italia, ma rimasti in molti casi sulla carta, o al più a livello di mera sperimentazione.

Un paradigma tecnologico ed economico che è anche mercato. Secondo uno studio Grand View Research di quest’anno, il settore delle tecnologie e dei servizi smart city potrebbe raggiungere nel 2025 il valore complessivo di 2,57 trilioni di dollari a livello mondiale, in altre parole 2.570 miliardi di dollari.

Ieri il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (Mit), Danilo Toninelli, ha di nuovo rilanciato il tema smart city in Italia e lo ha fatto parlando di sicurezza sulle strade.

Il Governo ha infatti parlato di obiettivo “zero vittime sulla strada entro il 2050”, preceduto da un obiettivo intermedio di riduzione sostanziale degli incidenti automobilistici e stradali per il 2020.

Un obiettivo europeo, è bene precisarlo ancora, a cui tutti i Paesi dell’Unione dovrebbero attenersi e che il Governo ha fatto giustamente proprio, come scritto nero su bianco nella nota di aggiornamento del Def, e come già da me detto chiaramente durante l’esposizione delle linee programmatiche del mio dicastero in Parlamento”, ha dichiarato Toninelli in una nota ministeriale.

Come?

Il Ministro va dritto al punto: “dobbiamo recuperare il gap in cui l’Italia si trova in questo momento. Possiamo farlo investendo, come stiamo facendo, nelle nuove tecnologie – penso ai modelli di smart city in sperimentazione a Torino e Modena – e anche sulla capacità delle buone amministrazioni locali di rendere le proprie strade più sicure. Oltre che su una forte azione culturale e su interventi normativi che riducano al minimo l’uso dei veicoli privati, rendendo più convenienti quelli pubblici o lo sharing”.

Un problema serio, evidenziano dal Mit, con numeri delle vittime su strada che sono davvero agghiaccianti: “Il bollettino nel 2017 è peggiorato, parliamo di 95 vittime in più rispetto al 2016, oltre 3.300 in totale”.

Il Governo, da parte sua, ha rassicurato il Ministro delle Infrastrutture, “metterà in campo tutte le risorse di cui dispone e tutte le tecnologie offerte dalla trasformazione digitale”.

Un primo passo, ad esempio, in termini proprio di infrastrutture e trasporti, sono le smart roads, o smart highways, le strade e autostrade high tech che grazie all’innovazione tecnologica digitale (internet delle cose, intelligenza artificiale, super connettività, 5G, fibra, auto connesse in rete e a guida autonoma, sistemi di comunicazione veicolo-veicolo e veicolo-infrastruttura, sistemi di gestione intelligente del traffico e della mobilità) ci consentiranno, unitamente ad un comportamento più virtuoso degli automobilisti e il ricorso crescente ai mezzi di trasporto pubblico, di ridurre davvero il numero di morti sulle strade.

Sarebbe il caso di capire che ne è stato del grande bando Smart cities & smart communities, lanciato qualche anno fa dal Governo Monti, e che effetti concreti ha prodotto sul territorio nazionale. Soprattutto, sarebbe il caso di riaprire il confronto pubblico sul tema dell’innovazione urbana, di cui il nostro Paese ha da anni bisogno.

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