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Lte broadcast all’orizzonte: ecco perché ha senso il polo unico delle torri

torri

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Il futuro della Tv in Italia? Passa per lo sviluppo dell’Lte broadcast, la trasmissione del segnale televisivo sulle frequenze 4G. E’ questo il messaggio implicito dell’ultima perentoria proposta della Commissione Europea, che vuole anticipare di due anni al 2020 il passaggio della banda 700 Mhz al broadband mobile (4G e 5 G), mantenendo invece la cosiddetta banda sub-700 (470-694) ai broadcaster.

Una posizione, quella assunta dalla Commissione Europa – in attesa del via libera di Consiglio e Parlamento – che spinge i broadcaster a ripensare il loro modello di business tenendo a mente che la trasmissione del digitale terrestre via etere, come la conosciamo oggi, è sul viale del tramonto, garantita fino al 2023 ma poi andrà ridiscussa a livello internazionale in ambito Itu.

Che cos’è l’Lte broadcast

L’Lte Broadcast – noto anche come Multimedia Broadcast Multicast Service (eMBMS) evoluto – non appesantisce la rete con alcun carico aggiuntivo, consentendo agli utenti di smartphone e tablet che si trovano in zone ad alta concentrazione di dispositivi connessi (ad esempio stadi di calcio), di vedere i canali televisivi in alta qualità.

Per trasmettere il segnale ad un numero illimitato di destinatari, il servizio si serve della tecnologia Single Frequency Network (come per esempio la DVB-T). L’utente deve solo disporre di un dispositivo abilitato all’LTE e di una app per l’LTE Broadcast.

 

Torri di trasmissione e polo unico

 

Spostare il segnale televisivo sull’Lte broadcast implica adeguamenti tecnologici non indifferenti dal punto di vista delle torri di trasmissione, nell’ottica sempre più diffusa del ‘low tower, low power’, impianti di trasmissione sempre più bassi e capillari sul territorio, come quelli per la propagazione del segnale wireless.

E’ per questo che l’idea di un polo unico delle torri in Italia, di cui si parla con sempre maggiore insistenza, sembra più che calzante anche dal punto di vista tecnologico.

Ben presto RaiWay ed Ei Towers, le società delle torri di trasmissione di Rai e Mediaset, dovranno fare i conti con il trasloco dalla banda 700 Mhz destinata al 4G e 5G e con il cambio di paradigma dell’Lte Broadcast. La Rai ci sta già pensando, come dimostra la sperimentazione in tandem con TIM all’Expo di Milano per la diretta Tv di eventi mirati in 4G.

Gli impianti di trasmissione che oggi veicolano il segnale del digitale terrestre, fatti di torri molto alte e potenti per raggiungere bacini molto ampi di utenza, saranno in pochi anni superati e con il passaggio dei broadcaster alla banda sub-700 sarà urgente dotarsi di torri più basse, adatte a veicolare il segnale Tv più adatto per smartphone e tablet.

Le aziende che fanno soltanto trasmissione su torri alte sono destinate a subire un calo verticale del business, perché (secondo i desiderata di Bruxelles) il digitale terrestre sui 700 Mhz va superato.

 

Le torri di Inwit

E’ per questo che un’eventuale acquisizione delle quote di Inwit, la società delle torri di Telecom Italia, da parte di Ei Towers avrebbe senso in prospettiva Lte broadcast. In questo modo, Ei Towers potrebbe integrare i suoi impianti del digitale terrestre con quelli più bassi e capillari di Inwit, disegnati per la trasmissione più densa del cellulare, da riadattare in ottica di Lte broadcast.

C’è da dire però che se Ei Towers (gruppo Mediaset) dovesse spuntarla sui concorrenti, fra cui la spagnola Cellnex e altri possibili acquirenti delle quote di Inwit (Telecom Italia), allora il valore di RaiWay – ancorata all’attuale modello di torri alte e potenti legate al digitale terrestre – sarebbe destinato a subire un tracollo.

In questo contesto – un futuro prossimo nel quale le torri basse di trasmissione mobile saranno riadattate per il broadcasting Lte – si comprende (dal punto di vista tecnologico) l’intervento a gamba tesa del Governo, per bocca del sottosegretario Antonello Giacomelli, verso la nascita di un polo unico delle torri “a controllo pubblico” (in questo senso, si è parlato di un possibile intervento della Cdp).

Un unico soggetto, per il controllo delle torri di trasmissione Tv (torri basse, disegnate per l’Lte broadcast del futuro) che non lasci a piedi RaiWay.

Vedremo come andrà a finire la vendita delle quote Inwit (interessata peraltro alle torri e alle frequenze di 3 Italia nell’ambito della fusione con Wind), operazione che assume un valore strategico non indifferente per la direzione che prenderà la Tv italiana nel prossimo futuro.

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