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Lotta a fake news, Commissione Ue ‘Codice degli Ott su buone pratiche, fact checking e più fondi ai giornali’

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Per contrastare la disinformazione online la Commissione Ue ha proposto una serie di misure: alle piattaforme online di redigere, entro luglio, un codice di buone pratiche e agli Stati membri sia il sostegno a una rete indipendente di fact checking sia più fondi per il giornalismo di qualità.

La Commissione europea oggi ha proposto una serie di misure sia contro le fake news sia nuove regole per gestire i rapporti commerciali tra piattaforme digitali e aziende. Quest’ultime norme sono volte a porre fine alla concorrenza sleale sul web e creare un contesto imprenditoriale equo, trasparente e prevedibile per le piccole imprese e gli operatori commerciali minori che utilizzano Internet per la promozione e vendita dei servizi e prodotti.

Misure per contrastare la disinformazione online

Per contrastare la disinformazione online, definita dalla Commissione Ue “informazione rivelatasi falsa, imprecisa o fuorviante concepita, presentata e diffusa a scopo di lucro o per ingannare intenzionalmente il pubblico, e che può arrecare un pregiudizio pubblico”, sono state proposte 8 misure:

  1. Un codice di buone pratiche sul tema della disinformazione: entro luglio, come primo passo, le piattaforme online dovrebbero mettere a punto e applicare un codice comune di buone pratiche con l’obiettivo di:garantire trasparenza circa i contenuti sponsorizzati, in particolare per quanto riguarda i messaggi pubblicitari di natura politica, restringere il numero di possibili bersagli di propaganda politica e ridurre il profitto dei vettori di disinformazione;
    • fare maggiore chiarezza in merito al funzionamento degli algoritmi e consentire verifiche da parte di terzi;
    • agevolare la scoperta e l’accesso da parte degli utenti di fonti di informazione diverse, che sostengano differenti punti di vista;
    • applicare misure per identificare e chiudere gli account falsi e per affrontare il problema dei bot automatici;
    • fare in modo che i verificatori di fatti, i ricercatori e le autorità pubbliche possano monitorare costantemente la disinformazione online;
  2. Una rete europea indipendente di verificatori di fatti: la rete stabilirà metodi di lavoro comuni, scambierà le migliori pratiche e opererà per conseguire la più ampia copertura possibile di correzioni fattuali in tutta l’UE; i verificatori saranno scelti tra i membri dell’UE facenti parte della rete internazionale dei verificatori di fatti (International Fact Checking Network), che segue un rigido codice etico;
  3. Una piattaforma online europea sicura sulla disinformazione che supporti la rete dei verificatori di fatti e i ricercatori del mondo accademico raccogliendo e analizzando dati a livello transfrontaliero, nonché dando loro accesso a dati riguardanti l’intera Unione europea;
  4. Promozione dell’alfabetizzazione mediatica: una maggiore alfabetizzazione mediatica aiuterà gli europei a riconoscere la disinformazione online e ad accostarsi con occhio critico ai contenuti online. A questo fine la Commissione inviterà verificatori di fatti e organizzazioni della società civile a fornire materiale didattico a scuole e insegnanti e ad organizzare una settimana europea dell’alfabetizzazione mediatica;
  5. Sostegno agli Stati membri nel garantire processi elettorali solidi contro minacce informatiche sempre più complesse, fra cui la disinformazione online e gli attacchi informatici;
  6. Promozione di sistemi di identificazione online volontari per migliorare la tracciabilità e l’identificazione dei fornitori di informazioni e promuovere maggiore fiducia e affidabilità delle interazioni online e dell’informazione stessa e delle sue fonti;
  7. Sostegno all’informazione diversificata e di qualità: la Commissione invita gli Stati membri ad aumentare il loro sostegno al giornalismo di qualità, per un ambiente mediatico pluralistico, vario e sostenibile. Nel 2018 la Commissione lancerà un invito a presentare proposte per la produzione e la diffusione di notizie di qualità sui temi dell’UE tramite mezzi di informazione basati su dati;
  8. In base a una politica di comunicazione strategica coordinata, elaborata dai servizi della Commissione, che combini le iniziative attuali e future dell’UE in tema di disinformazione online con quelle degli Stati membri, saranno definite attività di sensibilizzazione mirate a contrastare le notizie false sull’Europa e la disinformazione all’interno e al di fuori dell’UE.

Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione responsabile per il Mercato unico digitale, ha dichiarato: “Le piattaforme online hanno un ruolo importante nel contrastare le campagne di disinformazione organizzate da persone e Paesi che intendono indebolire la nostra democrazia”. Gli ha fatto eco Julian King, Commissario per l’Unione della sicurezza: “È essenziale che le piattaforme di Internet combattano l’abuso della loro infrastruttura da parte di soggetti ostili e tutelino i loro utenti e la società.”
E se le piattaforme online, invitate dalla Commissione, non dovessero redigere entro luglio un codice delle best practice cosa accadrebbe? L’iter è stato già delineato da Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali: “Seguiremo da vicino i progressi compiuti ed eventualmente proporremo ulteriori azioni entro dicembre, comprendenti misure di natura legislativa qualora i risultati dovessero rivelarsi insoddisfacenti”.

In sostanza, di fronte a un silenzio o a un lavoro insufficiente da parte di Facebook, Google &Co, la Commissione europea indicherà delle norme ben precise al posto dell’autoregolamentazione degli Ott, quest’ultima mossa è stata indicata alla Commissione da 39 esperti.

Le prossime tappe

A breve la Commissione convocherà un forum di soggetti interessati per realizzare un quadro operativo per una cooperazione efficace tra le parti interessate, tra cui le piattaforme online, l’industria della pubblicità e i principali inserzionisti, e per ottenere l’impegno a coordinare e intensificare gli sforzi per contrastare la disinformazione. Per cominciare, il forum dovrebbe realizzare un codice di buone pratiche a livello di UE sul tema della disinformazione, da pubblicarsi entro il luglio 2018, con l’obiettivo di ottenere un impatto misurabile entro l’ottobre 2018.

Entro il dicembre 2018 la Commissione presenterà una relazione sui progressi compiuti, nella quale sarà esaminata la necessità di ulteriori attività per garantire il monitoraggio continuo e la valutazione delle azioni delineate.

Tajani ‘Piattaforme siano responsabili contro la disinformazione’

“Congratulazioni” alla commissaria al digitale “Mariya Gabriel per l’iniziativa della Commissione sulle Fake news”. Lo scrive su Twitter il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani precisando che “le piattaforme dovrebbero assumersi la responsabilità contro la disinformazione”. Secondo Tajani “maggiori investimenti sono necessari per l’istruzione e per sostenere i media di qualità”.

Piattaforme online, la Commissione stabilisce nuove norme su trasparenza e correttezza

L’Unione europea ha proposto, sempre oggi, anche nuove regole per gestire i rapporti commerciali tra piattaforme digitali e aziende. Le norme, illustrate dalla commissaria all’Economia digitale Mariya Gabriel, puntano a una maggiore “trasparenza” sui termini di utilizzo dei servizi, sulla loro gestione dei dati, sulle loro politiche di prezzo e sui motivi che portano all’esclusione o alla maggiore visibilità di un’impresa.

Le regole si rivolgono quindi a qualsiasi piattaforma che, in base alle esigenze degli utenti, fornisce una gerarchia di offerte. Come fanno app store, motori di ricerca (come Google), siti di e-commerce (come Amazon) e servizi di prenotazione di hotel (come BookingExpedia). La proposta offre anche alle aziende nuovi diritti per agire collettivamente contro le compagnie digitali che, a loro parere, non rispettano i principi di non discriminazione e trasparenza. Prima che diventi legge, servirà passare dall’approvazione del Parlamento europeo e da quella dei singoli Stati.

“Piattaforme e motori di ricerca – ha spiegato la commissaria Gabriel – sono canali importanti per far sì che le imprese europee raggiungano i propri clienti. Dobbiamo essere certi che non abusino del loro potere. Stiamo facendo un passo importante – ha continuato – per introdurre regole chiare sulla trasparenza, un meccanismo efficiente per la risoluzione delle controversie”. La proposta include anche “l’avvio di un osservatorio per analizzare le pratiche delle piattaforme online in modo più dettagliato”.