PIEMONTE

L’Osteria della Società – Valgrana (Cuneo)

a cura di Carlo Raspollini |

Catari, ovvero “puri” secondo la etimologia greca del termine. Furono detti anche “albigesi” dal nome della cittadina francese Albi, furono designate così le persone coinvolte nel movimento ereticale sorto in Occitania nel secolo XII. Per contenere il fenomeno cataro Domenico di Guzman, il fondatore dei domenicani, predicò i loro stessi principi: povertà, umiltà, carità. Ma non funzionò. Così Papa Innocenzo III bandì contro di essi una crociata nel 1208 che proseguì negli anni successivi fino ad estirpare il catarismo dal sud della Francia e del Piemonte, giungendo a decretare il loro sterminio. Oggi la cultura catara rimane in alcuni degli abitanti dell’Occitania piemontese. Io ne ho trovato tracce interessanti con Mara Alessandra Otta, che gestisce l’ Osteria della Società, a Valgrana, in provincia di Cuneo.

All’inizio di una valle famosa perché patria del Castelmagno, il re dei Formaggi, che però troviamo più in alto, al termine della strada, dove c’è appunto il santuario e la frazione Chiappi di Castelmagno e dove Giorgio Amedeo produce e stagiona lo splendido Re in grotte, frutto del latte crudo di vacche brunalpine e propone nel suo ristorante alpino. Ma non è il Castelmagno il protagonista di questa segnalazione, quanto la gastronomia di Mara Alessandra Otta e della sua Osteria della Società.

L’agriturismo (abbinato all’Osteria) ha camere ampie, confortevoli, con servizi interni ed ingresso autonomo; prima colazione preparata con cura con prodotti aziendali e locali. Ampio parcheggio gratuito (coperto per bici e moto), spazi esterni fruibili. A pochi km da Cuneo, l’agriturismo è immerso nei castagneti da frutto, ideale per soggiorni di vacanza o di lavoro. All’imbocco delle Valli Grana e Stura, offre la possibilità di coniugare natura, sport e cultura. In inverno comodo alle stazioni sciistiche per discesa e fondo (Limone Piemonte, Argentera, Valli Maira, Stura, Pesio e monregalese).

Mara è una giovane mamma, innamorata di sua figlia Diletta e della cultura “catara”, cui ha dedicato un museo al primo piano della sua locanda e cui dedica con passione gran parte della sua ricerca gastronomica. Il medioevo è una fonte inesauribile di abitudini e di ricette precolombiane e quindi prive di ingredienti che oggi vanno per la maggiore: come pomodori, patate e fagioli per esempio. E’ un epoca in cui non c’era la chimica a fare quantità di cibo ma anche a danneggiare il terreno.

Sono rimasto letteralmente folgorato dalla conoscenza minuziosa della cultura catara a cena, con Giorgio Amedeo e lo ringrazio ancora di questo. Il riso allo zafferano, le patate viola, la rapa gigante, il coniglio in salmì… insomma sono stato sovrastato da delizie culinarie e storiche che svariano da Carcassone a Cuneo in una citazione di eventi, guerre, aspetti sociali, piatti e ricette… fatti che, a seguito dell’ostracismo cattolico, sono stati seppelliti nell’oblio per secoli e solo grazie alla forza di volontà di queste persone tornano a vivere nella loro modernità. I concetti del catarismo, lotta tra bene e male, la semplicità di vita, l’amore per la natura e il rifiuto dei privilegi mi sembrano tutti temi sufficientemente attuali per quanto risalenti all’anno 1000, quando queste popolazioni già predicavano la parità tra uomo e donna!!!!

Quando si dice che la cucina è anche cultura!

Locanda “della Società”
di Mara Alessandra Otta
Via Galimberti 19 – Valgrana  Telefono/Fax 0171 98216 – 347 9050585
E.Mail : maradiletta@gmail.com